di Gennaro Miele
Nel panorama delle piccole tradizioni vinicole del Belpaese, quella dell’Asprinio rappresenta un tassello che negli ultimi anni ha acquisito uno smalto sempre più vivo, frutto di un rinnovato senso d’orgoglio territoriale, di coscienza e conoscenza nei confronti di un vitigno che in passato non ha mai espresso appieno le sue potenzialità.
Questo grappolo cresce in suggestivi impianti ad alberata dove, per osservarne la bellezza, lo sguardo si innalza fino a 14 metri al di là del quale il confine è solo il cielo e le aspirazioni della nuova generazione dei vignaioli.
In questo panorama, che si intravede scostando i pampini, c’è l’azienda Cavasete, a Succivo (CE), una piccola realtà di valore in cui l’indirizzo stilistico è dettato da Giuseppe Luongo che nel 2018 decise che le uve prodotte nella piccola vigna di famiglia, appena 1.5 ettari, meritavano di seguire una strada diversa dal conferimento.
La loro destinazione da allora è stata un vino diverso, che parlasse di quelle terre già coltivate dal suo bisnonno. L’amore che lega l’uomo alla vite è indissolubilmente simile alla maritata fra vite ed albero.
Nel brano Somewhere Only We Know dei Keane la musica scorre in armonia con le parole, gentile come questi assaggi, vi ritrovo la tenacia del viticoltore nel testo, quando si decanta I felt the earth beneath my feet, e questa terra viene sentita anche nel cuore, e nel Buon Calice.
Degustazioni:
Hera, Asprinio Alberata doc, 2020, 10.5%
Questa degustazione appare nel calice con un colore giallo dorato chiaro, il primo impatto olfattivo è la pesca matura e la succulenza dell’ananas, sfumatura di arancio candito, floreale di mimosa, rosmarino e dolcezza di pistacchio. Al palato soddisfa la richiesta di freschezza tipica del vitigno, buona morbidezza e attacco sapido, il frutto giallo sfuma nel finale lungo e gradevole.
Formione, Asprinio di Aversa dop, 2021, 12%
Il colore è un richiamo estivo di dorato chiaro, seducente sentore di mela ossidata, cedro, tocco di glicine, profumo di ginestra e mandorla fresca. Il sorso è abbastanza morbido, il frutto a polpa gialla nel retrogusto è maturo, lieve astringenza, fresco con buona sapidità.
Hera Nova, Asprinio Alberata dop, 2021, 11%
Dal colore giallo dorato chiaro emergono sentori di frutto che viaggia fra prugna ed ananas, stuzzicante profumo di mimosa, lievemente minerale con un tocco di basilico fresco nel finale. Alla bocca avanza la buona sapidità, delicatamente fruttato, abbastanza morbido.
***
Azienda Agricola Cavasete
Via Villa 10 Succivo
www.cavasete.it
Dai un'occhiata anche a:
- Antonio Papa | Memoriae – Falerno del Massico bianco
- Masseria Felicia Ariapetrina 2016 Roccamonfina Igt. Lo “scugnizzo di casa” di Maria Felicia Brini
- Country House Ortali a Galluccio: Aglianico e Falanghina di cinque amici
- Caedicia Campania Falanghina 2019 – Tenute Bianchino
- Falerno del Massico Bianco Vigna Caracci 2014 Villa Matilde Avallone
- Villa Matilde Falerno del Massico Bianco Collecastrese 2023 Dop. L’enologa Maria Cristina De Simone Avallone alla guida della produzione
- I Cacciagalli a Teano presentano i loro due nuovi spumanti
- Paradosso: il vino bianco da uve rosse della Cantina Trabucco