di Francesco Raguni
E’ stato dato il via alla prima tappa del Mix Contest Italy Tour. Il concorso, firmato MT Magazine, che prevede un giro d’Italia alla scoperta dei miglior cocktail bar della penisola. Il primo e il secondo classificato hanno avuto come premio il diritto di accedere alla finalissima, che si terrà giorno 21 marzo 2023 a Torino.
I bar presenti ieri, nel suggestivo “Parco degli Aragonesi”, erano il 22 Lounge Bar, Oliva, Circus, Boheme, Barcollo, Spicy, Boats, Uzeta e DNA Cocktail Room. Insomma, tanta Catania, ma anche Siracusa. Il tema del concorso era principalmente il “No Waste”, argomento attuale e ampiamente rispettato dai drink in corsa.
Il contest
La giuria era composta da Paolo di Caro, giornalista e sommelier master, Francesco Seminara, giornalista di Reubblica, La Stampa e Il Gusto, e Salvo Lentini, food and beverage manager dell’Atlantis Bay di Taormina. Di Caro ha centrato subito uno degli aspetti più interessanti dei cocktails, cioè le storie che vi stanno dietro. Così come accade in un piatto, anche in un drink è presente un background, qualcosa che ha fornito all’autore l’ispirazione per realizzarlo. “Non vedo l’ora di sentire le storie dietro alle proposte in gara, un cocktail è molto più di qualcosa da bere, è tutto ciò che c’è dietro” ha dichiarato a inizio serata. E su questa scia si è posta anche il resto della giuria, che si è subito detta curiosa e interessata alle proposte in gara.
Tuttavia, a decretare il vincitore, non hanno contribuito solo i giudici, ma anche tutti i presenti. Infatti, ogni ospite ha avuto un gettone con cui, a fine serata, ha potuto votare il suo bar preferito. Il bilanciamento di queste due votazioni ha decretato poi il podio.
Alla fine, la medaglia di bronzo è stata assegnata a Spicy, quella d’argento al Circus e quella d’oro al 22 Lounge Bar. Il primo classificato, inoltre, ha vinto la possibilità di incontrare lo chef stellato Alessandro Ingiulla (Ristorante “Sapio”, 1 stella Michelin) per poter realizzare un food pairing esclusivo tra il drink vincitore e un piatto dello chef. Ma scopriamo più nel dettaglio alcune delle proposte assaggiate nel corso della serata. Infatti, ogni partecipante aveva diritto ad una tessera, con questa poteva provare fino a 5 drink.
Spicy: Scirocco
“Come mai il nome Scirocco? È un omaggio a mio nonno, lui era un pescatore professionista, usciva spesso in mare, tranne quando soffiava lo Scirocco. In questi casi restava a casa e potevamo stare insieme” esordisce così Massimo D’Arrigo di Spicy nella presentazione di uno dei cocktail in gara, dal nome – per l’appunto – “Scirocco”. Il drink era costituito da un Nordes Gin, distillato galiziano, nel profondo nord della Spagna, un cordiale alla pesca e del succo d’uva frizzante. In onore al nome del locale, Spicy, il cocktail portava alla bocca sentori di piccantezza in gola. Ciò era dovuto al tabasco presente nel drink. A completare veniva poi inserita una fetta di pesca sgasata col vino Porto. Piacevole al palato, non troppo aggressivo, cocktail da riproporre presso i propri locali.
Circus: Smooky Bellini
E a proposito di pesca, non può non menzionarsi la proposta del secondo classificato, Circus. Il loro Smooky Bellini presentava tra i vari ingredienti una purea di pesche e lamponi. Proprio questa parte risultava tra le più interessanti e fedeli al tema del contest. Infatti, per realizzarla, sono state usate sia le bucce che la polpa della pesca. Lavorate separatamente, ambedue con il limone per evitarne l’ossidazione, venivano poi nuovamente unite per creare proprio una purea vellutata. A questa si aggiungevano Laphroig 10, prosecco e spuma di prosecco all’arancia. Anche quest’ultima componente è improntata alla filosofia anti-spreco, si tratta infatti di una schiuma creata con gli avanzi del prosecco, ormai troppo sgasati per essere utilizzati in cocktail più classici come l’Aperol Spritz. Alla lavorazione sono state aggiunte poi le bucce d’arancia per dare un’ulteriore spinta di natura agrumata. Come garnish è stata usata una polvere di pesche e lamponi.
22 Lounge Bar: Chowa
Così giungiamo alla proposta del vincitore. Il drink Chowa, cocktail che nasce dall’unione di elementi di natura differente tra loro e ha come scopo il loro bilanciamento: Roku Gin, scorza di Yuzu, pepe del Sichuan, foglie e fiori di Sakura, Tè Sancha, Tè Gyokuro e non solo. “L’obiettivo nostro era quello di creare un Cocktail con molte sfumature, dalla struttura complessa ma dal carattere ordinato, cosicché al Gin abbiamo aggiunto Il Vermouth Cocchi Storico Rosso, il Conviv Milano Rosso (un infuso analcolico di erbe e spezie ndr) e un liquore alla Vaniglia del Madagascar” hanno spiegato i vincitori. Gli elementi aromatici sono statiti infusi con le due tipologie di tè grazie alla tecnica Sous Vide (una cottura a temperatura controllata ndr). La parola Chowa vuol dire equilibrio (o armonia), ma in questo caso non ci si è fermati al semplice significato di una parola: come nelle culture orientali si deve andare oltre, e così dal nome si passa all’idea. “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di proporre ciò che più ci appartiene, raccontare una storia, comunicare un messaggio, perché chiunque può essere in grado di eseguire una ricetta, ma non dimentichiamoci che senza anima, la materia non vive”.
Cos’altro abbiamo assaggiato?
Tra le altre proposte provate, menzione d’onore ad Uzeta Bistrot e al concept portato con il suo Zenitram (Reverse Martinez). “Un cocktail reverse prevede le parti alcoliche invertite, noi invece, trattandosi di un drink dove le suddette sono eguali, abbiamo invertito la fase di beverage” ci racconta uno dei due bartender presenti. Infatti, il drink non è più servito in coppetta, ma in un bicchiere Old Fashioned. Viene inoltre aggiunta della soda, che con la sua frizzantezza stempera il drink e lo rende più beverino, e – inoltre – una riduzione di Oleo Saccharum (anche qui troviamo una componente in onore del tema della serata).
Ogni stand, comunque, aveva delle proposte molto articolate e con delle storie dietro, era purtroppo realisticamente impossibile provarle tutte. Un buon pretesto per andare a visitarli e scoprire di più su un mondo che ha davvero tanto da raccontare.
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