Piazza Caduti 41
Tel. 329.0685783
Aperto la sera
Chiuso mai
Pizze da 2,50 a 7 euro
di Tommaso Esposito
Questo piccolo borgo doveva essere ancora più bello quando il Palazzo Baronale e la Chiesa di San Vito furono costruiti nel pieno stile del barocco leccese. Ora qualche segno di abbandono lascia le sue tracce tra gli intonaci e il selciato della via.
Il capoluogo sta a pochi km da qui e anche la spiaggia di San Foca.
Si sta freschi la sera. E così è meta di turisti e visitatori.
L’ha, dunque, pensata bene Raffaele Di Don Francesco quando ha lasciato il piccolo locale dove gestiva la sua pizzeria e ha preso un vecchio palazzo del centro.
L’ha ristrutturato ben benino e da giù fin su il terrazzo vi ha sistemato una trattoria di tradizione e un’ampia pizzeria.
Stasera siamo qua per mangiare pizza, accompagnati da Andrea Pignataro, amico gourmet che a lungo ha vissuto a Napoli ed ora si è trasferito in questo posticino natio.
Anche se non si resiste alla tentazione di una buona zuppa di cozze, tanto per cominciare e allenare il palato.
Dunque, Raffaele da sempre fa questo mestiere.
Si allena quaggiù, ma uno sguardo su Napoli non lo leva mai.
E così gioca al raddoppio.
Una linea di impasto che chiama alla romana, ma è tutta pugliese, o meglio salentina..
E una tutta napoletana.
Farina di buona qualità per l’una e per l’altra.
Biga e pasta acida per la lievitazione nella prima.
Lievito di birra e un po’ di criscito nella seconda.
Lunga lievitazione per entrambi.
Manipolazione sul banco non disdegnando il rimacinato di semola che non penetra nell’impasto e sfila.
Poi la farcitura.
Linea Napoli con pomodoro San Marzano Dop e Mozzarella di Bufala Campana Dop.
Linea Salento con pomodoro faino, oppure Fiaschetto di Torre Guaceto, fiordilatte locale.
Olio evo salentino per entrambi.
Via con la Pizza Margherita con San Marzano e bufala.
Taglia M, bel colore dorato con puntinature irregolari brune. Bella alveolatura.
Boccone scioglievole, che accoglie finanche l’abbondante latticello della mozzarella. Fresco, saporito, lungo il sapore.
E bravo Raffaele.
Ancora linea Napoli con la Margherita tradizionale con fiordilatte.
Poi la sorpresa: l’omaggio a salsiccia e friarielli.
La Casareccia, impasto Napoli e rapa caula con salsiccia rossa e fiordilatte.
La rapa caula è quella dai bei fiori che rendono saporite le orecchiette con cime di rapa. Sono soffritte con aglio e poi rinfrescate in cottura con lunga sfumatura nel vino bianco.
Un bel boccone goloso.
Poi ecco la linea Salento.
Impasto altrettanto soffice, appena appena più tenace, ma buono. Non si avverte affatto l’aroma della biga, anzi i sentori di buon pane sono evidenti.
Due succulenti pizze.
Senza nome è la pizza con pesto di pistacchi, provolone semipiccante Auricchio, mortadella e aceto balsamico. Non ha nome perché non ci fu il tempo di darglielo quando fu portata al Campionato Mondiale Caputo in uno dei passati Pizza Village.
Infine c’è Carrara, la pizza con noci, speck, fiordilatte e grana. Un po’ di rucola e tanto sapore.
Che dirvi.
È stata proprio una bella pizzïata tra amici.
Ma soprattutto una bella scoperta per chi quaggiù, nel cuore del Salento, vuole trovare qualche sapore di Napoli.
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