di Marina Betto
Visito Castello di Bossi in pieno inverno con la neve che inizia a fioccare verso sera. Castelnuovo Berardenga è poco distante dalla tenuta mentre Firenze si trova più a nord e di Siena si scorgono le torri e i baluardi a sud, tutto in torno colline pettinate e sparsi a macchia di leopardo vecchi casali ristrutturati tra le vigne e gli uliveti. Sono nella parte meridionale del Chianti Classico dove nel 1984 nasce la compagnia Bacci Wines per volontà dell’imprenditore Marco Bacci, una realtà che copre in Toscana le più importanti denominazioni cioè Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Morellino di Scansano.
Castello di Bossi, Tenuta di Renieri, Barbaione, Renieri e Terre di Talamo sono 5 aziende che assemblano 900 ettari, i vitigni qui coltivati sono principalmente Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot che si esprimono in 21 etichette tra rossi, bianchi, spumanti, rosè e vino dolce. Calice di benvenuto con un metodo classico da uve Sangiovese annata 2017 dosaggio zero Barbaione AD 1111 è dritto, secco, senza pretese incredibili di cui si producono 3000 bottiglie. 48 mesi sui lieviti, proviene non da una singola vigna ma da diversi appezzamenti, dai grappoli del diradamento che in questo modo non vengono sprecati. Trovo finezza della bolla, finezza nel bicchiere.
Uno spumante che si vende prevalentemente in Toscana sui 40/ 50 euro al ristorante.
Il Vermentino Vento 2021 nasce nella tenuta di Talamone in Maremma, uve raccolte a mano trasportate tempestivamente a Castello di Bossi. Uve che arrivano fredde, decantate per un paio di notti poi il mosto liquido viene fatto fermentare sui 17 °, seguono 5 mesi sui lieviti fini della fermentazione quindi viene imbottigliato nella primavera successiva alla vendemmia. Idrocarburi e fiori delicati, lievissime note aromatiche descrivono Vento che in bocca è sapido, morbido, pieno e piacevole.
Vento Forte 2016 è un’altra espressione di Vermentino proveniente sempre dalla tenuta di Talamone. Fermenta in acciaio e poi si prolunga la maturazione in barrique nuove per il 20% e di secondo e terzo passaggio per 10 mesi. Il terreno delle vigne di provenienza è costituito di sasso, galestro e roccia. Idrocarburi e sentori floreali caldi, di camomilla in particolare si evidenziano al naso, gomma pane, salvia, lieve foglia di limone. Costo sui 30 euro in enoteca. In Vento Forte 2021 si riconosce la foglia di limone e note floreali e minerali più dure e nette. Il prodotto funziona molto bene dice l’enologo Stefano Marinari, la sua piacevolezza lo fa apprezzare soprattutto in estate con i piatti di pesce.
Tempo Morellino di Scansano DOCG 2020 da solo Sangiovese sfodera sentori di frutta matura ma non stramatura. Si avverte l’argilla, i frutti rossi, una dolcezza di fondo che lo caratterizza. E’ un vino morbido con un bel nitore e di pronta beva, una riuscita espressione del territorio maremmano. Costo 15/ 16 euro.
Chianti Classico Castello di Bossi 2020 ha profumo varietale, frutta, prugne, ciliegie sono messe in evidenza. Da sole uve Sangiovese fa poca botte grande e tanto acciaio. Ancora un po’ verde in questa annata esprime maggiore armonia nel millesimo 2015 con sentori di viola mammola, alloro, mirto. Il sorso evidenzia buon potenziale e tanto equilibrio. Dalle 350 alle 400 mila bottiglie prodotte lo trovate a 22/ 24 euro sullo scaffale.
Renieri Rosso di Montalcino Doc 2019 viene prodotto nell’omonima tenuta ilcinese. Ciliegie e frutti rossi, piccole erbe odorose si distinguono al naso, in bocca tanta freschezza e un tannino integrato, setoso fa subito esclamare si tratti di un bel vino che non ha nulla da invidiare al fratello Brunello. Facile l’abbinamento con quasi tutto dalla carne ai formaggi ai primi di pasta fino alla pizza.
Berardo Chianti Classico DOCG Riserva 2018 esprime la tradizione. L’origine è un vigneto singolo una delle più vecchie vigne dell’azienda che ha ormai 40 anni su terreno che è un misto di argille. Stoffa fine di lunga persistenza gustativa. Tra i 30/40 euro sullo scaffale.
Renieri Brunello di Montalcino DOCG 2018 è integrato, fine, ben equilibrato, sanguigno. Trascorre tre anni in legno, tra botti francesi e Slavonia. Per Renieri si destina il Sangiovese migliore secondo l’annata e il bouquet evidenzia subito rose, fiori, eleganza e facile beva.
Pinot Nero 2020 di Castello di Bossi non ha nulla di paragonabile con il Pinot noir francese o con quelli prodotti in Italia in Alto Adige; è un vino leggero con naso delicato dalle precise note toscane di macchia mediterranea, è questa la sua peculiarità che lo fa apprezzare. Le vigne da cui provengono le uve sono del 2014, la produzione arriverà al massimo a tremila bottiglie.
Nel complesso tutti gli assaggi parlano la stessa lingua con vini moderni e fruibili che esprimono dinamicità e quel carattere toscano inconfondibile di grande piacevolezza.
Info@castellodibossi.it
Dai un'occhiata anche a:
- Cantina Bellaria a Roccabascerana
- Cantina San Giovanni a Doglie a Montemarano
- Cantina 2 Vite a Taurasi di Vincenzo Mercurio e Giancarlo Moschetti
- Masseria Li Reni: la nuova cantina e il grande Fiano di Bruno Vespa
- Cantina Cianciulli ad Andretta: fiano e aglianico in altura
- Viticultura e sostenibilità in Sicilia
- Valpolicella: l’identità territoriale dei vini Farina si consolida attraverso sperimentazione e sostenibilità
- Rioja: presente, passato e futuro di una delle denominazioni più importanti al mondo – parte 1