di Marina Alaimo
Se non credi in qualcosa non vivi, è una celebre frase di Cesare Pavese che veste a pennello i principi ed il modus vivendi della famiglia Lombardi. Alle Campestre la vita si divora a grandi morsi percorrendo con convinzione il sentiero dei propri principi fondati sull’ amore per la natura, per la terra con la quale si è instaurato un rapporto di grande scambio e complicità. Mentre i media ci trasmettono una società rappresentata unicamente dall’ignobile, dalla paura e dall’insicurezza, la realtà secondo noi è molto diversa: spingendosi personalmente ad incontrare fatti e persone ci accorgiamo che c’è una grossa fetta di paese che si mobilita ed investe con successo sulla speranza.
Nel piccolo villaggio di Castel di Sasso, nell’alto casertano, Liliana e Francesco Lombardi hanno fatto questo tipo di investimento, con coraggio hanno saputo guardare in faccia le loro emozioni, rincorrerle e renderle concrete, accettando di cadere e rialzarsi ogni volta più forti.
Loro hanno conosciuto la tristezza dell’emigrazione in Belgio in cerca di lavoro sicuro che li aiutasse a sostenere la famiglia, ma la volontà di tornare nella terra di origine, seppur povera e priva di prospettive, era fortissima.
Liliana è la mente ed il cuore pulsante dell’azienda, è lei che ha pensato e deciso di trasformare il loro terreno e la memoria contadina della famiglia in una risorsa produttiva, che permettesse ai figli di rimanere in casa propria.
Con duro lavoro è riuscita a realizzare questa azienda agrituristica dove chiunque arrivi percepisce con chiarezza l’autenticità dei sentimenti e dei principi. Ma c’è un particolare che ha fatto conoscere al grande pubblico questa virtuosa realtà agreste, la perseveranza di Liliana nel produrre un antico formaggio locale, il conciato romano, dimenticato e abbandonato da tutti.
Migliorando la tecnica di affinamento di questo formaggio da latte di pecora, conciato con peperoncino, timo, olio extravergine d’oliva e vino casavecchia, messo a maturare in orci di terracotta per un periodo che va dai sei mesi ad una anno, i casari Lombardi hanno mantenuta viva questa tradizione.
Grazie all’attenzione di appassionati del settore, che per caso hanno assaggiato il conciato romano dei Lombardi, divulgandone poi le lodevoli caratteristiche, oggi questo formaggio sta riscuotendo un grande successo, è diventato un presidio Slow Food ed è presente nei migliori ristoranti italiani, nonché nelle botteghe specializzate nella vendita di prodotti di eccellenza.
L’intera famiglia ormai è fortemente impegnata nel mandare avanti l’azienda, oltre a Liliana e ed il marito Francesco ci sono il figlio Manuel e la moglie Eulalia, ma anche le nonne Maria e Maddalena che fanno quanto concesso dall’età.
Alle Campestre, dal 1997, si produce in conduzione biologica tutto ciò che ci si ritrova nel piatto, si coltiva il grano Autonomia molito a pietra utilizzato per il pane e gli scialatielli fatti a mano che abbiamo assaggiato conditi con vellutata di zucchine e scaglie di conciato romano; olio extravergine di oliva da varietà caiazzana e corniola, ricavato dai 3 ha di uliveto di famiglia.
A tavola si serve unicamente il vino casavecchia prodotto dalla propria vigna, cinque ettari dai quali questa famiglia da sempre ricava il vino per il proprio consumo.
Dall’orto Liliana ricava tutta la verdura e gli ortaggi utilizzati in cucina, dal piccolo frutteto la frutta e qui si trovano delle vere chicche, ormai difficilmente reperibili: le pere volpine che vengono servite caramellate in forno con zucchero ed asprinio, le pere mastantuon’, le pere prosutt’, le ciliegie maggiaiole, le ciliegie facc’ ‘e donna, le mele limoncelle, le annurche, le prugne san Giovanni.
Inoltre si allevano oltre duecento pecore utilizzate per la produzione del latte da destinare alla preparazione del conciato romano, ma anche per gli agnelli che squisitamente ci ritroviamo nel piatto con le patate e le foglioline di mirto, poi i maiali neri casertani dai quali si ottengono ottimi salumi serviti in antipasto, poi le mucche e qualche asinello da compagnia.
In questo periodo dell’anno è piacevolissimo mangiare sulla grande terrazza che affaccia sul Monte Maggiore, avvolti dai profumi del mirto in fiore e dei bellissimi limoni, mentre d’inverno si utilizza la sala interna resa particolarmente accogliente dal grande camino centrale, sempre acceso.
Per volere di Liliana ogni pietanza viene raccontata con dovizia di particolari e non vengono rigorosamente servite bibite ai bambini, l’acqua è unicamente quella di fonte, ma non troverete nemmeno cotolette e patatine fritte, chi viene qui deve sapere che deve abbracciare la cultura del luogo.
Si serve un menù degustazione al costo di 30 euro e comprende anche l’acqua, il vino, limoncello o rosolio al finocchietto e caffè. E’ possibile soggiornare alle Campestre, nel casolare di famiglia tre camere sono destinate agli ospiti: il prezzo a persona della mezza pensione è di 55 euro. 70 per la pensione completa e 35 il servizio B & B. L’agriturismo è aperto sempre ed è indispensabile la prenotazione.
Ecco le ricette.
Zuppa fagioli, ceci e castagne
Scialatielli di farina integrale in vellutata di zucchine e conciato romano
Agnello profumato al mirto con patate
Crostata di crema al limone con prugne gialle e ciliegie
Le Campestre è in via Buonomini, Castel di Sasso (CE). Tel. 0823878277 – mob. 3470580014
www.lecampestre.it
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