Via Gabriele Fusco, 18/20 – Mezzano (Caserta)
Tel. 0823.386264
di Monica Piscitelli
Una vecchia regola da corso per promotore finanziario suggerisce, durante le crisi, di investire. Si compra più a buon mercato, sostengono.
Facile a dirsi: per lo più finisce che se lo possano permettere, quelli che sono già solidi, che abbiano l’occhio lungo e un po’ di coraggio. L’incubo del crollo degli indici è alle porte, le gambe fanno giacomo giacomo e gli occhi si ricolmano di rosso. Rosso sangue. Frecce con la punta all’ingiù puntano diritto al fegato abbassando i livelli di iniziativa.
Non così ovunque e per chiunque. A ben guardare, i locali della ristorazione e destinati al tempo libero, senza una regola precisa invero, continuano a restar pieni. I cellulari più costosi si vendono come prima.
La vendita del vino segue la parabola tracciata negli scorsi anni: se ne beve di meno e di migliore qualità. I margini sono un po’ più alti e nell’insieme il risultato è più o meno neutro a patto di tenersi aggiornati e di non restare nella propria bottega ad aspettare.
Lo scorso novembre l’Enoteca Il Torchio di Mezzano (Caserta) ha inaugurato una nuova sala che porta a 160 metri quadri la sua superficie espositiva divenuta insufficiente. Il nuovo ambiente che, nel progetto di Mauro e Oreste Giannini, è destinato alle degustazioni, accoglie oggi il cuore della loro Enoteca: i vini della Campania, gli Champagne, e, in due vetrinette, le bottiglie più importanti, tra le quali le magnum e le doppie magnum, quelle che – mi racconta Mauro- “quando vanno via, è sempre una pena”.
Quarant’anni fa papà Tommaso ha creato questo esercizio in via Fusco dedicandolo alla distribuzione all’ingrosso di birre, divenendo esclusivista di importanti marchi. Sedici anni fa, gli allora ventenni figli, due ragazzoni garbati e sempre pronti al sorriso, gli sono succeduti nella conduzione del locale, seguendo il suo progetto di aprire al vino. Oggi sono circa 2000 le etichette di vino all’attivo di questa Enoteca (160 quelle di birra) che, dopo la celeberrima La Botte di Casagiove, è la più grande del casertano e anche una di quelle di cui si parla meglio in termini di ampiezza della offerta e serietà.
“In questi oltre venti anni di vino, siamo sempre cresciuti” mi racconta Mauro. La location apparentemente insignificante, vede l’Enoteca servire un bacino di utenza di professionisti e di fedelissimi dell’esercizio. Siamo alle spalle della Reggia di Caserta, ad un passo dall’Ospedale della città e di quello che il quartiere residenziale e “vip” della stessa. L’esercizio ha tra i suoi clienti ristoranti, bar e alberghi di Caserta e provincia.
All’inizio – parliamo degli anni Ottanta- mi racconta sempre Mauro, la richiesta era incentrata su Verdicchio, Greco di Tufo, Pinot grigio e Prosecco, come ovunque. Poi la consapevolezza e il gusto sono cresciuti e con esso è venuta la domanda dei vini campani meno scontati, fino alla recente esplosione che ha determinato la nascita di piccole e piccolissime aziende che vedono “il ritorno alla campagna” di professionisti di ogni genere, avvocati in testa.
Il pezzo forte della Enoteca sono i formati speciali. Buona la scelta di distillati e dopo pasto in genere. Ancora da ampliare quella gastronomica che, confessa Mauro Giannini, li vede ancora non del tutto preparati, ma intenzionati a fare una selezione più incentrata sul territorio. A breve entrerà in funzione la nuova sala, che proprio per le degustazioni vino – cibo è nata.
“Ci rendiamo conto che diversamente da prima, i clienti vanno invitati a venire in enoteca. Per questo guardiamo ora alla comunicazione, dopo lunghi anni nei quali abbiamo solo lavorato sul prodotto” racconta il giovane Giannini.
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