Caseificio La Teresina a Piana di Monte Verna
Via Arciaco 7
Tel, 0823 861743
Sempre aperto dalle 8 alle 19
A Piana di Monteverna, il Caseificio La Teresina è un luogo dove la tradizione e la qualità si fondono per dare vita all’arte casearia, grazie alla dedizione di due giovani menti: Angelo e Giovanni Santabarbara. I due fratelli alla quarta generazione al comando dell’impresa di famiglia,
portano avanti con idee chiare e innovative il nome della loro matriarca, Teresina, una figura leggendaria nella comunità locale.
Ci eravamo stati un anno fa, quando era in corso il progetto della macelleria agricola, un sogno che si spera vedrà la luce nel 2025, poiché per adesso è in stand-by per lungaggini burocratiche, ma una volta completato, occuperà gli spazi antistanti del caseificio.
Nel frattempo Angelo e Giovanni Santabarbara continuano a valorizzare il lavoro tracciato dai loro avi, basato su principi fondamentali di qualità, tradizione e rispetto per gli animali. Le mucche, in particolare la razza frisona per il latte e la pezzata rossa e la bruna a duplice attitudine, nascono in sede e crescono liberamente nei campi.
La filiera produttiva è a ciclo chiuso: le mucche si nutrono di pascolo della zona, in particolare di erba medica che cresce sui terreni della famiglia Santabarba, seguendo pratiche di agricoltura sostenibile. Questa viene raccolta di notte, osservando un indice particolare di umidità che permette allo stelo di essere abbastanza flessibile per non perdere la fogliolina. Ad integrazione della dieta, ci sono i semi di cotone che arrivano da un’azienda certificata.
“Nei nostri formaggi e latticini c’è tutto il gusto della nostra terra, delle nostre erbe. Questo garantisce un latte di altissima qualità, ricco di sapore e nutrienti“, racconta Angelo Santabarbara. “Ogni prodotto è il risultato di un processo artigianale che valorizza le tecniche tradizionali e l’impiego di latte vaccino fresco e di alta qualità delle nostre vacche”.
Prodotta al 100% con latte vaccino, la mozzarella del Caseificio La Teresina si distingue per la sua delicatezza, la leggera sapidità e una nota di dolcezza che ricorda il latte fresco. Anche i formaggi sono molto apprezzati, portando alla ribalta il caseificio con il cacio peruto, il lingotto e il caciocavallo. In fase di sperimentazione, c’è un caciocavallo prodotto con l’impiego dello zafferano di Castel Morrone, che sarà disponibile questo autunno.
Per il nuovo anno auguriamo ad Angelo e Giovanni di completare il progetto della macelleria agricola, una struttura dove accanto alle produzioni targate La Teresina, ospiterà eccellenze locali come olio, miele e tanto vino delle colline caiatine.
Report del 7 Luglio 2023
La contraddizione principale in agricoltura e zootecnia è nel fatto che la continua e instancabile pressione verso il basso dei prezzi di acquisto delle materia prime da parte dei trasformatori è la prima causa della nascita della concorrenza.
E’ successo negli anni ‘90 con il vino in tutte le regioni, è successo, sia pure in maniera meno vistosa, con gli allevatori di vacche: di fronte ad un prezzo che oscilla dai 55 ai 65 centesimi al litro molti di loro hanno deciso di diventare essi stessi trasformatori.
In questa contraddizione è però anche possibile una strada per il futuro, quello della qualità altissima che trova il suo mercato di riferimento a fronte di chi gioca al ribasso. Tutto questo per dire che se varcate la soglia del Caseificio La Teresina dei fratelli Angelo e Giovanni Santabarbara si apre un mondo, una sorta di specchio di Alice.
I due fratelloni sono la quarta generazione di allevatori rimasti in terra di bufale, siamo a Piana di Monte Verna, già conosciuta come Piana di Caiazzo, che insieme ai genitori fecero il grande passo nel 2004 aprendo il piccolo caseificio dopo essere stati allevatori e produttori del mangime sin dall’inizio del ‘900.
Poco più di 200 bestie, il reparto dei vitellini appena nati ancora uguale a come lo lasciò il nonni, da mangiare, grano di produzione propria (dal quale ricavano anche ottimi taralli), mai, cotone. Un piccolo paradiso dove gli animali possono muoversi a proprio piacimento e con tre tori in continua fibrillazione.
Li visitiamo in un momento in cui la loro azienda è un cantiere aperto, sta per nascere infatti una macelleria agricola per chiudere il cerchio. Circa dieci i formaggi prodotti, dalla ricotta al fior di latte, da un «caso peruto» la cui tecnica risale certamente agli antichi romani, messo a stagionare che non ha eguali, al lingotto, al caciocavallo con due stagionature. Insomma, una realtà molto simile a Cicco di Buono di Adolfo Valiante nel cuore del Parco del Cilento ma con una differenza: qui Angelo e Giovanni sono davvero gli ultimi mohicani a resistere con le loro mucche di razza frisona invece di convertire l’allevamento.
Insomma, per tornare al discorso iniziale, solo restando veramente se stessi è possibile salvare queste aziende dallo tsunami omologanti. Il patrimonio vaccino campano è molto bene, citiamo Agerola in Penisola Sorrentina, Montella in Irpinia, terminale della transumanza estiva, il Vallo di Diano poco prima di entrare in Basilicata.
Spesso il modo per entrare nel futuro è guardare proprio al passato, quello libero dalla chimica e dagli Ogm, ma per farlo bisogna crederci profondamente e sino in fondo senza opportunismi di sorta. Oggi , in un momento in cui quasi tutta la carne in commercio non ha certa provenienza a causa degli allevamenti intensivi, diventa sempre più importante per gli appassionati, le persone attente alla salute, poter mangiare un prodotto salubre e tranquillo oltre che buono.
E per la carne, il cui consumo è cresciuto in Italia, come del resto del mond,o la partita è ancora aperta. Ecco perché piccole imprese come quella dei due fratelli di Piana di Monte Verna costituiscono un valore aggiunto decisivo per le scelte del mercato più consapevole.
Ciclo chiuso, dalla produzione del cibo per gli animale, al loro latte e infine alla loro carne.
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