C’è un parallelo tra quello che sta avvenendo con i vini di Antoine Gaita e l’opera di grandi scrittori e musicisti: dopo esserci concentrati sul titolo principlae,in questo caso il Fiano di Avellino, si scopre che ci sono pezzi e scritti non meno importanti e travolgenti, in questo caso il magnifico Taurasi Libero Pensiero 2008, uno dei migliori rossi mai prodotti in Campania, e adesso questo Greco di Tufo.
A quasi tre anni dalla prematura scomparsa emerge tutta la personalità poliedrica di questo piccolo produttore che non voleva fermarsi al Fiano, ma occuparsi del tridente irpino nella sua interezza anche se le dimensioni della piccola cantina non glielo consentivano come avrebbe voluto.
Un altro elemento sconvolgente della produzione di Antoine Gaita è che praticamente i suoi vini sono immortali. Una Fiano o un Taurasi 2005 possono ancora considerarsi bambin, ma non è facile trovare un Greco di 13 anni ancora in perfetta forma stilistica. Badata bene: non ho detto che ha resistito al tempo, ma che è buono, buonissimo, fresco e dissetante come fosse un bebè.
Antoine cercava soprattutto il frutto e nel Greco non è una operazione facile, soprattutto nelle uve coltivate a Tufo e a Santa Paolina, verso Monteforte si assottiglia un po’, si allontana dallo zolfo ma conserva i tratti minerali in modo prevalente. Ebbene questo Greco robusto, ottenuto da uve di Pratola Serra, molto ricco, esibisce un tono agrumato e un sottofondo di conserva di albicocca davvero stupefacente.
Un piccolo grande capolavoro che siamo contenti di aver beccato per puro caso.
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