di Ambrogio Vallo
Lo scorso venerdì, 5 luglio 2024, la piazza Municipio di Pontelatone (CE) si è resa palcoscenico di una memorabile degustazione di uno dei vini più rappresentativi dell’areale casertano. Un momento unico, con protagonisti ben undici vini Casavecchia, nell’ambito del “Casavecchia e Pallagrello Wine Festival”. L’evento, promosso e organizzato dalla “Strada del Vino del Casavecchia di Pontelatone”, dalla Pro Loco di Pontelatone e dall’Associazione Italiana Sommelierdelegazione di Caserta, in collaborazione con il Comune di Pontelatone (CE), ha offerto al numeroso pubblico presente un’immersione completa nel mondo di questo pregiato vitigno autoctono.
Protagonisti assoluti della serata sono stati i grandi vini rossi di rispettivi produttori locali, sapientemente presentati da una squadra d’eccezione: Pietro Iadicicco, delegato Ais Caserta, Giuliana Biscardi, vice delegata Ais Caserta, e dal nostro
Luciano Pignataro, che ha condotto la degustazione con la sua consueta maestria e passione.
Un vitigno autoctono dai sapori antichi
Avvolto da un velo di fascino e mistero, il Casavecchia affonda le sue radici nella storia millenaria della Campania. Le sue origini precise si perdono nel tempo, ma la leggenda narra di un vecchio ceppo sopravvissuto alle epidemie della vite dell’Ottocento, rinvenuto all’inizio del Novecento in un rudere noto come “‘a casa vecchia”. Da quel capostipite deriverebbe l’odierno Casavecchia, un vino dalle caratteristiche uniche, gelosamente custodito da questo territorio dell’alto casertano.
Un terroir vocato alla qualità
La zona di produzione del Casavecchia si trova nella provincia di Caserta che guarda al monte Matese, tra i comuni di Pontelatone, Formicola, Liberi e Castel di Sasso. Un legame indissolubile con questo territorio, tanto che il vitigno stenta ad adattarsi ad altre aree, quasi a voler sottolineare la sua profonda simbiosi con questa terra generosa e fiera.
Un’identità genetica singolare
Il Casavecchia è un vitigno “enigmatico”, che ha da sempre incuriosito e affascinato gli ampelografi. Nonostante i progressi nella mappatura genetica, presenta caratteristiche originali che lo distinguono nettamente da altri vitigni, rendendolo un unicum nel panorama viticolo italiano. Un’unica ipotesi lo lega all’antica viticoltura campana: l’antica “Trebula baliniensis”, coincidente con la sua zona di produzione, potrebbe essere stata la patria del “Trebulanum”, vino decantato da Plinio il Vecchio, suggerendo una storia nobile e radicata nel tempo.
La degustazione: Un vino dal carattere deciso e vocato alla longevità
La degustazione ha visto protagonisti, come detto, undici vini di rispettive cantine: 1. Palmieri, “Rudis” Casavecchia Igt 2022; 2. Civittolo, “Modius 13” Casavecchia Igt 2022; 3. Sclavia, “Granito” Casavecchia Igt 2021; 4. Sagliocco, Casavecchia Igt 2019; 5. Il Verro, Casavecchia Igt2021; 6. Viticoltori del Casavecchia Igt, “Erta dei ciliegi” 2022; 7. Masseria Piccirillo, “I
Calaia’” Casavecchia Igt 2019; 8. Scaramuzzo, “Violabianca” Casavecchia Igt 2022; 9. Le Fontanelle “San Laro” Casavecchia Igt 2020; 10. Vigne Chigi, “Cretaccio”, Casavecchia dop riserva 2019; 11. Alois “trifolium” Casavecchia dop 2018.
Iniziata la degustazioni i relatori hanno ricordato che la scarsa produttività del Casavecchia favorisce naturalmente vini di alta qualità. Questo grande vino casertano si distingue per la sua grande struttura, il colore rosso intenso che vira al granato con l’invecchiamento, e una spiccata predisposizione all’affinamento. Le uve migliori possono addirittura dare vita a Casavecchia capaci di invecchiare per oltre 20 anni, sfidando il tempo e raccontando la tenacia di questo vitigno singolare.
Un rosso importante, austero ed elegante
“Il Casavecchia è un vino importante, austero ed elegante, capace di conquistare i palati più esigenti” – spiega Luciano Pignataro. “Il suo colore rosso rubino intenso – continua Pignataro – preannuncia un bouquet complesso e raffinato, caratterizzato da sentori balsamici, frutti di bosco, pepe verde e cioccolato”.
“Al palato, i tannini morbidi ed eleganti si fondono con una persistenza lunga e appagante, regalando un’esperienza sensoriale indimenticabile” – spiega Pietro Iadicicco.
L’affinamento, che avviene parte in acciaio e parte in botti di rovere, conferisce al Casavecchia struttura e complessità. L’acciaio preserva la freschezza e la vivacità del frutto, mentre il legno dona al vino morbidezza, eleganza e note speziate. “Il Casavecchia è un vino perfetto per la meditazione, capace di esprimere al meglio le sue caratteristiche con il passare del tempo” – racconta Giuliana Biscardi. “Si abbina idealmente – spiega Luciano Pignataro- a piatti di carne rossa, selvaggina e formaggi stagionati, esaltandone i sapori e creando un connubio armonioso”.
Un evento per celebrare un grande vino
La degustazione di Pontelatone ha rappresentato un’occasione unica per scoprire e apprezzare il Casavecchia, un vino che rappresenta la storia e la cultura di un territorio ricco di sapori e tradizioni. Un evento importante, che ha contribuito a divulgare e fare apprezzare questo grande rosso a un pubblico sempre più ampio di appassionati ed addetti ai lavori.
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