Mentre nei blog ci si accapiglia e si litiga nello scontro tra molecolare e tradizionale, per gli italiani a tavola va sempre peggio. Il quadro che emerge da una approfondita ricerca Censis-Coldiretti è sconfortante.
Vanno di fretta gli italiani in cucina e perciò acquistano per il 69,6% prodotti surgelati, e per 58,7% scatolame, mentre un 41,4% non rinuncia alla qualità di ‘prima manò e va a fare gli acquisti direttamente dal produttore. I dati emergono dal rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani.
Il rapporto sottolinea come la vita moderna abbia modificato profondamente le abitudini alimentari, non solo nella composizione dei menu – con i consumi di carne schizzati del 300% negli ultimi sessant’anni mentre il vino perde appeal – ma nell’approccio ai pasti, con una ricerca sempre maggiore di cibi pronti e con l’irrompere dello spuntino a cui non rinunciano due italiani su tre. Tendono anche ad assomigliarsi sempre più pranzo e cena, con la pasta che nei sette giorni della settimana è molto più presente a pranzo (4,6 volte) rispetto alla cena (2,5). Frutta, pane e verdura presidiano invece stabili la tavola e sono presenti, sia a pranzo che cena, cinque volte su sette. In particolare il pane è sempre molto amato: in 17 milioni lo mangiano sette giorni su sette, mentre i patiti della pasta, comunque e sempre, sono 1,2 milioni.
Il carrello della spesa – evidenzia il rapporto Coldiretti/Censis – è comunque piuttosto variegato e personalizzato. Ce n’è per tutti i gusti e il surgelato convive benissimo con il prodotto Dop e Igp.
Proprio i ritmi frenetici del vivere quotidiano e le tentazioni di cibi buoni ma ipercalorici (tra l’altro negli ultimi sessant’anni il consumo giornaliero medio di chilocalorie è aumentato del 56%) impediscono al 40% degli italiani di mangiare sano come vorrebbe. I ‘frustratì sono in numero superiore a quel 33% di italiani che dichiara di seguire una dieta sana «perchè l’alimentazione è tra i fattori importanti per la salute» e sono soprattutto gli anziani (40,3%) e i laureati (37,6%) a praticare questa tendenza salutista.
Dai un'occhiata anche a:
- Tema: perchè Langosteria ha schiacciato la Michelin?
- Vino sputtanato in Tv: il problema non è Report ma l’Italia del Mulino Bianco
- Pizza e chef, piccolo catalogo sui rapporti fra pizzaioli e cuochi
- La pizza napoletana sarà replicabile con l’IA? Botta e risposta con Massimo Bottura
- Luigi Tecce: Il vino naturale è fascista… Cosa penso della frase di Farinetti? Chiedilo a Sgarbi
- Vinitaly and The City: Calabria in Wine a Sibari, il bilancio di uno dei protagonisti
- La prima polemica inutile dell’anno: Langone versus Romito
- Ristorazione fine dining in crisi: se l’Italia non ride la Germania già piange