Svolta significativa per la comunicazione del vino italiano: Daniele Cernilli e il Gambero Rosso annunciano il divorzio formalmente consensuale dalla guida. L’ormai ex direttore, che resta nel Cda della Holding, diventa tra le altre cose consulente editoriale all’Ais, che intanto decide di lasciare la rivista De Vinis solo in rete cessando le pubblicazioni cartacee. Nei suoi programmi anche un blog collegato a Winenews di Alessandro Regoli.
Nonostante la smentita ufficiale di Carlo Ottaviano ai rumors, alla fine Daniele Cernilli ha deciso di lasciare la guida del Gambero dopo un quarto di secolo e di ritornare a lavorare con l’Ais. Apparentemente i vincitori di questa partita sono Carlo Ottaviano (direttore esecutivo editoriale del Gambero) e Gigi Salerno (direttore generale) di cui Cernilli avrebbe fatto volentieri a meno: sono gli unici due non citati nel suo editoriale di addio (anzi, arrivederci).
In realtà il banco a Roma è definitivamente passato a Franco Ricci
Il Risiko del vino parte da lontano, i ghiacci iniziano a sciogliersi quando diventa irreparabile la separazione tra il Gambero Rosso e Slow Food: una decisione sofferta ma inevitabile per Bra dopo Terra Madre e l’accento sempre più spostato dall’aspetto edonistico e meramente degustativo a quello agricolo e ambientale.
Ma è proprio questo divorzio che trasforma il Gambero in un ghiotto boccone editoriale per chi ha liquidità da investire. Il marchio è forte e molto accreditato nell’agroalimentare di qualità, appetibile per chi opera nel mercato dei fondi pubblici (soprattutto al Sud con quelli europei) ma la società annaspa in un mare di debiti, dovuti in gran parte alla gestione della Città del Gusto di Roma: è inoltre facilmente presumibile che il gioiellino di famiglia, la Guida del Vino, resti padrona del mercato nazionale dopo l’uscita di Slow. Tanto che alcuni degustatori di Bra capitanati da Gianni Fabrizio non resistono e annunciano il trasloco a Roma.
Il nuovo Gambero inizia a fare quello che gli altri editori praticano già da tempo: tagli, tagli, tagli e accesso alle agevolazioni pubbliche per i prepensionamenti e la cassa integrazione.
Il primo ad arrivare allo scontro con la nuova proprietà è il fondatore del Gambero, Stefano Bonilli: la mattina del 12 settembre 2008 gli viene notificata da Gigi Salerno la lettera di licenziamento, il blog Papero Giallo viene immediatamente chiuso.
Per ironia della sorte, Gigi Salerno era stato chiamato proprio da Bonilli: nasce una inimicizia eterna, ma le storie editoriali di questi ultimi anni sono zeppe di questa sceneggiatura. Così facendo Salerno si accredita con il nuovo management a cui serve solida continuità amministrativa prima ancora che redazionale.
Particolare questo che sfugge a chi lavora fuori dal mondo della carta stampata: il cuore dell’azione dei proprietari non è più costituito dai contenuti, dalla soddisfazione alle motivazioni che hanno portato alla fondazione di un giornale, ma soprattutto dalla necessità ragionieristica di far quadrare i conti, risparmiare, massimizzare i profitti. Tutti i manager dell’editoria oggi hanno incentivi non tanto in base al fatturato ma quanto al taglio dei costi.
L’azione della proprietà trova terreno facile anche in redazione, dove molti vedono l’allontamento di Bonilli come una liberazione. Cernilli, dopo qualche tentennamento, accetta di restare come direttore: è l’apoteosi del già potente gruppo Vino del Gambero che conquista il potere di tutto. Almeno così sembra inizialmente.
Si recidono subito alcuni rapporti, quello con Sigrid Verbert è il caso più famoso tra i collaboratori esterni.
Ben presto infatti la proprietà però si accorge che la continuità assicurata da Salerno in campo amministrativo non è la stessa di Cernilli in sede redazionale.
Arriva Ottaviano, passato di cronista e di direzione alle Vie del Gusto, ed arriva anche l’ora di Max Bernardi, il cinico e vendicativo, ma insuperabile, animatore del web a cui Bonilli aveva dato spazio con un fisso mensile per gestire il blog Kelablu messo in home nel sito del Gambero.
Un taglio netto a un settore considerato non strategico, oltre che l’ennesimo colpo a Bonilli.
Il 2009 è l’anno horribilis del Gambero, scatta la cassa integrazione per tutti i giornalisti, responsabili compresi. Tagli su trasferte e spese, anche il contratto con la Rai arriva al capolinea. Il Canale si riduce a trasmettere quasi esclusivamente serie straniere acquistate e ricicciate.
Il 9 giugno 2009 Marco Bolasco, succeduto a Bonilli alla Guida Ristoranti, prende il toro per le corna e lascia tutto senza pensarci più sopra.
La guerra di posizione non è fatta per lui, soprattutto manca il riferimento “politico” di Bonilli, e da responsabile ha ben chiaro la china che stanno per prendere le cose. Viene sostituito in corsa da Clara Barra e Perrotta chiamati a far quadrare il cerchio di una edizione della guida Ristoranti che esce nelle peggiori delle condizioni possibili.
L’anno si chiude, ma si apre la partita vera, quella che trova conclusione in questi giorni. Da un lato si salda l’alleanza tra Ottaviano e Salerno, dall’altro cresce l’insofferenza di Cernilli e del gruppo Vino che scopre di non essere così potente come pensava: il canale televisivo, ad esempio, chiude le porte in faccia ai degustatori diventati volti noti, Sabellico in testa, per dare spazio ai nazional popolari Fede&Tinto. Questo modo di comunicare il vino non piace a Cernilli che fa resistenza, critica, polemizza.
Ma la linea editoriale ormai è chiaramente disegnata e Cernilli di fatto deve scegliere tra il subire passivamente o reagire. In più, fulmine a ciel sereno, la notizia che Slow Food torna in campo con il suo esercito di degustatori e, soprattutto, di associati.
Ma non è tutto: un elemento che guasta ulteriormente i rapporti è costituito da pendenze economiche di Marina Thompson, moglie di Cernilli, su cui l’amministrazione traccheggia.
Cernilli si muove, ma è in evidente posizione difensiva. Voci interne sussuranno di un aut aut: o io o loro due (Ottaviano e Salerno). Ma il bilancio aziendale volge la partita in una direzione ormai chiara tanto che i primi rumors escono fuori.
Ottaviano smentisce serafico e tranquillo mentre Cernilli si impegna in una rissa web di una violenza senza precedenti.
L’addio è rimandato di qualche settimana, si decide una uscita dignitosa: dichiarazione congiunta, Cernilli resta nel Cda.
Ma le palommelle volano, come si dice a Napoli, venerdì Intravino anticipa la notizia, Alessandro Regoli, molto legato a Cernilli, con cui Daniele aveva concordato l’intervista su Winenews, esce dopo un’ora annunciando “a breve” il video che però va in rete dopo due giorni.
E Franco Ricci può andare allo sportello per l’incasso:-)
Amico da sempre di “Daniele”, un rapporto solido e leale anche quando ci sono stati battibecchi in pubblico, Franco Ricci ha nel frattempo risolto molti problemi all’Ais mettendo nell’angolo gli avversari e ricucendo una nuova dirigenza nazionale capitanata dall’irpino Antonello Maietta.
Sistemata la logistica associativa, ora può colpire al cuore il suo scomodo e ingombrante vicino nella Capitale, il Gambero. In questi mesi si è sentito sempre con Daniele, i due sono legati anche da un punto di vista generazionale, insieme hanno “creato” il mondo del vino a Roma senza che nessuno sia stato in grado di fare qualcosa di lontanamente paragonabile altrove.
Già, perché quello che molti non avevano sinora capito è che il vero competitor della guida Gambero ai Vini non è Slow Wine, evidentemente posizionata su un altro target, ma la Duemila Vini che vanta un formidabile staff di degustatori.
Finale provvisorio
1-Franco chiama Daniele e si accordano per un suo trionfale rientro all’Ais come consulente editoriale. La scrivania all’Hilton è già stata sistemata.
2-Chiude la rivista Di Vinis sostituita dalla patinata Bibenda che sarà spedita a tutti gli associati diventando l’organo ufficiale dell’Associazione
3-Spostandosi il Gambero verso una deriva maroniana da catalogo per produttori più che strumento per consumatori, la strada per Duemila Vini è più che spianata.
4-A dirigere la Guida Vini del Gambero sarà il triumvirato Guerini, Fabrizio e Sabellico.
5-Lo scenario cartaceo nel vino sarà dominato, e non potrebbe essere diversamente, da guide che si appoggiano alle due più radicate e diffuse associazioni, Ais e Slow Food. Diventa decisivo cioé un rapporto di fidelizzazione che va oltre il momento dell’acquisto e implica un coinvogimento più corale. Questa è la novità 2011 che frena l’ascesa del web: non a caso la presenza in rete resta marginale sia per Slow che per Ais.
That’s all Folk!!!!
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