di Phyllis De Stavola
Un pomeriggio soleggiato di primavera dedicato a ripercorrere le vie e le colline vitate dell’Ager Falernus con il Dott. Antonio Pagano, titolare, insieme al figlio Angelo, dell’azienda vitivinicola Fattoria Pagano a Carinola (in provincia di Caserta). Punto di partenza la tenuta di oltre 10 ettari, di cui 6 ettari di superficie vitata nella quale si alternano le vigne di Aglianico, Piedirosso e Falanghina piantate negli anni 2005, 2006 e 2007 accanto alle preesistenti vigne antiche che producono da oltre 70 anni e 50 anni rispettivamente varietà locali di uva a bacca bianca e a bacca nera.
Collina, mare, sole e vulcano ne rappresentano i fattori naturali di forte caratterizzazione, che affascinano in vigna e che poi si ritrovano nel bicchiere.
Il suggestivo vigneto è posto sull’area collinare di Carinola (in località Santa Maria delle Grazie) al confine tra il Parco Regionale di Roccamonfina Foce del Garigliano, il comune di Sessa Aurunca e il comune di Teano – a 250 metri slm. Dalla parte più alta del vigneto si salutano i pugni di case delle frazioni circostanti di Fontanelle, San Giuliano e Cappelle (nel comune di Teano) e si domina felicemente tutta la valle sottostante fino all’orizzonte lungo la cui linea si scorgendo i due golfi: il Golfo di Napoli (con il profilo del Vesuvio e dell’isola di Ischia) e il Golfo di Gaeta (riconoscibile dalla sagoma del suo inconfondibile promontorio con l’isola di Ponza in lontananza). La brezza marina raggiunge i vigneti, praticamente a soli dieci km di distanza dal mare in linea d’area.
Il sole poi, nasce e muore sugli appezzamenti assicurando un irraggiamento continuo delle viti con un’esposizione che varia al variare della pendenza ma sostanzialmente collegata all’orientamento est-ovest dei filari e al sistema di allevamento a tralcio rinnovato (Guyot). Il sesto d’impianto delle nuove vigne è di 80cm x 240cm per le viti di rosso, 100cm x240cm per quelle di bianco, diversamente dalle due vielle vigne, rispettivamente di 300 e 100 piante, che presentano un sesto d’impianto di 200cm x 240cm.
Visibile dal comune di Carinola è il vulcano spento di Roccamonfina, sulle cui pendici crescono le viti, da cui l’evidente origine vulcanica del terreno testimoniata dalla presenza di elementi vulcanici quali la pozzolana, lapilli vulcanici di piccole dimensioni e sassi che vengono raccolti ed accumulati ai bordi delle radure coltivabili. Dal terreno misto vulcanico, tufaceo e calcareo consegue un buon potenziale di invecchiamento ed una grande mineralità che contraddistinguono il vino prodotto limitando la necessità di bisolfiti di cloruro.
Il legame con il territorio e con la tradizione è poi sottolineato dalle scelte agronomiche in vigna. I pali di sostegno utilizzati per le spalliere sono esclusivamente di legno. E’ in corso la sostituzione dei pali di abete utilizzati in precedenza con quelli di castagno abilmente ricavati dai castagneti di proprietà. La conservazione dei tre pozzi antichi, di cui uno scende fino a 260 m di profondità e il ripristino dell’antico sistema dei fossati per la raccolta delle acqua piovane che defluiscono guidate lungo le pendenze dalle aree perimetrali verso valle. L’aratura regolare del terreno tra i filari, mantenendone così la permeabilità e la morbidezza. La potatura che prevede l’accumulo temporaneo delle erbacce solo tra filari alterni come possiamo vedere in questo periodo dell’anno di inizio primavera.
La tenuta comprende anche un uliveto di 500 piante dalle quali viene prodotto, dai cultivar di sessanella e frantoiana, l’olio extra vergine d’oliva DOP Monti Aurunci.
Non ci fermiamo solo a collina, mare, sole e vulcano del vigneto, ma proseguiamo ripercorrendo in lungo e in largo l’antica Calenum, che oggi potremmo definire, con un po’ di british humour, ‘Calenishire’, tra le vie che collegano i borghi delle otto frazioni di Carinola (Nocelleto, Casanova, Casale di Carinola, Ventaroli, San Donato, Santa Croce, S. Bartolomeo, S. Anna) in cui le abitazioni sono addossate e raccolte intorno ad una Chiesa antica nel mezzo di campagne rigogliose e fertili dove crescono noccioli, ulivi, frutteti (albicocchi, ciliegi), ortaggi e dove sono ubicati, più a sud, gli allevamenti bufalini.
Il percorso in questa parte dell’Agro Falerno, l’attuale Piana di Carinola tra il Monte Massico e il Volturno, nota ai Romani per la fertilità delle sue terre e per il vino Falerno oggi prodotto con il nome Falerno del Massico DOC, è un viaggio nel tempo indietro fino al periodo della conquista dei Romani nel IV secolo a.C.
L’Ager Falernus dei latini, che si estendeva fino a lambire il mare di Mondragone ricomprendendo Falciano del Massico, e dove duemila anni fa venivano prodotte anche le anfore di terracotta per il trasporto del vino, è ricco di siti archeologici e di storia, che riscopriamo in un breve viaggio, della durata di un pomeriggio, con il Dott. Antonio Pagano tra le sideways casertane di questa parte della Campania settentrionale nel comune di Carinola. Praticamente il vigneto dell’antica Roma, nel quale venivano coltivate le viti la cui l’uva era destinata 2000 anni fa a divenir Falerno, definito il Bordeaux dei Romani, di cui a poca distanza venivano costruite le ville fino alla zona costiera.
Tra i siti archeologici più importanti, Forum Popilii nell’odierna località Civitarotta di Carinola, antica città fondata dai romani. Vi è poi Forum Claudii, l’abitato romano nella frazione di Ventaroli, di cui sono lambiscono le rovine del foro e delle mura visibili accanto alla chiesa paleocristiana di Santa Maria in Foro Claudio, nota oggi come Episcopio, probabilmente costruita su resti di un tempio romano. Ventaroli è anche il paese natale del padre di Matilde Serao; come oggi si può leggere sulla lapide posta sulla facciata dell’edificio appartenuto alla famiglia Serao dove la scrittrice dimorò durante un breve periodo della sua infanzia.
Il viaggio nel tempo attraverso i secoli passa per l’XI secolo con i rifacimenti dell’Episcopio, il XV secolo con l’architettura catalana di Palazzo Marzano a Carinola (definita la ‘Pompei del 1400’), i secoli XI, XIII, XIV, XVI con la Cattedrale di Carinola e termina nella contemporaneità a Nocelleto, la frazione più grande di Carinola, dove è attualmente ubicata la cantina e la bottaia dell’azienda.
La produzione dell’azienda vitivinicola, come spiega l’imprenditore Pagano, è in crescita: ad oggi si aggira intorno all’80% con 25.000 bottiglie annue. Molta pazienza è richiesta, oltre che per la vinificazione della riserva, anche per il recupero dei numerosi investimenti sostenuti, con una previsione di raggiungimento del break even point nel 2015 quando la produzione raggiungerà le 45.000-50.000 bottiglie.
Nella cantina dell’azienda, degusto con l’imprenditore Antonio Pagano e il Direttore Commerciale per l’estero Fabio Delli Paoli, i tre vini prodotti dall’azienda vitivinicola Fattorie Pagano, di cui l’enologo è Nicola Trabucco:
‘Anima’ Roccamonfina Bianco IGP, ottenuto in prevalenza da uva Falanghina con una produzione di 600 bottiglie nel 2011 e di 5,000 bottiglie nel 2012. Matura in acciaio prima di essere imbottigliato nel mese di marzo. Cristallino, giallo paglierino, consistente; al naso presenta profumi floreali e erbacei; di buona struttura alcolica (13,5%). Proposto in aperitivo e in accompagnamento alla mozzarella di bufala campana e a piatti estivi a base di verdure e di pesce. Prezzo medio in enoteca: € 10,00.
‘Gaurasi’ Falerno del Massico rosso DOC, ottenuto da uve Aglianico e Piedirosso. Dopo un periodo di sei mesi in barrique di rovere di 2°-3° passaggio, affina in serbatoi di acciaio e riposa in bottiglia. Proposto in abbinamento a formaggi stagionati e a piatti a base di verdure invernali. Prezzo medio in enoteca: € 10,00.
‘Angelus’ Falerno del Massico rosso DOC, ottenuto da uve Aglianico e Piedirosso, è tra i vini più vicini alla tradizione, vinificato senza la fretta del mercato con una fermentazione malolattica senza aggiunta di lieviti e invecchiamento in barrique di rovere francese di primo passaggio per almeno 18 mesi. E’ un vino in continua evoluzione che si esprime al meglio dopo i cinque anni dalla vendemmia. Proposto in abbinamento alla bistecca alla brace e al maialino nero casertano. Prezzo medio in enoteca: € 25,00.
Due millenni di storia liquida nel bicchiere, degustata con gli occhi ancora pieni della bellezza naturale dei vigneti e dei declivi collinari sulle pendici del vulcano spento di Roccamonfina da cui si ammira il mare all’orizzonte e il gusto di avere appena toccato con mano le tracce della presenza dei Romani che hanno avviato, proprio in questi luoghi, la storia dell’enologia italiana.
Fattoria Pagano
Nocelleto di Carinola (CE)
Tel. +39 0823720550
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