Uva: caprettone
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Giovanni Marino si conferma un grande comunicatore del territorio Vesuvio con questo caprettone che interpreta in maniera estremamente semplice e coerente l’ uva a bacca bianca presente unicamente sul Vesuvio. L’azienda Casa Barone è nota soprattutto per i pomodori del piennolo, oggi presidio Slow Food, splendido grappolo vermiglio da ammirare nel geniale packaging ideato da Giovanni. E’ dotato di una finestra ovale ed aperta posta al centro dello scatolo di cartone, che esalta la forma dei pomodorini dal sapore ricco e sapido, frutto del suolo arido e vulcanico che gli dà vita. E’ talmente bello a vedersi da essere diventato un’ottima idea regalo, specie in occasione delle festività natalizie.
La “banale” idea di rilanciare il piennolo, rispettando ed esaltando gli antichi metodi di produzione, è valsa molto più della consulenza dei migliori uffici di marketing e comunicazione: il colore, il sapore, la forma singolare di ogni pomodorino tipicamente pizzuto e con i fianchi leggermente concavi, hanno velocemente acceso un’attenzione notevole sul singolo prodotto e sull’intero territorio vesuviano.
Fino ad una decina di anni fa era diventato difficile procurarsi un buon piennolo da tenere in casa durante l’inverno: è così che vuole l’usanza di un popolo che al pomodoro proprio non sa rinunciare. Infatti grazie alla buccia spessa ed al basso contenuto di acqua, è possibile conservare il piennolo per tutto l’inverno, ovviamente tenendolo in un luogo fresco e ben areato per evitare lo sviluppo di muffe. Il grande successo raccolto ha incrementato notevolmente la produzione, facilitando anche la reperibilità del prezioso pomodoro. Ed a questo punto Giovanni si è dimostrato un abile imprenditore scegliendo di allargare la gamma di prodotti da commercializzare, sempre caratterizzati da una fedele interpretazione di vecchie usanze contadine dell’area vesuviana e puntando ad una qualità piuttosto alta. Quindi i pomodorini sono diventati anche un’ottima conserva in barattolo di vetro, ma sono entrati felicemente in scena anche il nocillo, tipico liquore di noci di antichissima tradizione, poi ancora le conserve di frutta del territorio,i mieli ed ovviamente i vini, tutti rigorosamente da agricoltura biologica.
Di recente è stato inaugurato il primo Temporary Shop Casa Barone, in prossimità del binario 18 nella stazione centrale di Napoli, dove fanno bella mostra in vetrina tutti i prodotti dell’azienda che oltre ad incrementarne le vendite, fanno parlare positivamente di questo terriotirio. Il primo vino ad essere imbottigliato è stato il catalanesca, prodotto con l’uva omonima che viene allevata unicamente nella fascia di terra che cinge il massiccio vulcanico formato dal Monte Somma, primo vulcano, e dal Vesuvio, emerso dalla furia eruttiva in un secondo momento.
Di recente è entrato in scena anche il caprettone, tipica uva bianca vesuviana da non confondere, come spesso si fa, con la coda di volpe. Sono due cloni distinti e dalle caratteristiche diverse. Il caprettone è un vino dai profumi abbastanza intensi, dal tipico colore tendente al dorato, dal gusto semplice e contadino, il corpo è mediamente ricco ed ha poca attitudine all’invecchiamento. E’ un vino che tutt’ora evoca nella memoria collettiva l’antica tradizione contadina e vignaiola del territorio vesuviano, infatti molto spesso ci viene chiesto dove fosse possibile comprare un buon caprettone, che ricordi lo splendore della vigna vesuviana. Una giusta interpretazione di questo vino bianco è rappresentata dal Caprettone di Casa Barone.
Il vino ha carattere semplice, veste un bel colore leggermente dorato, ha un buon naso espressivo che ricorda le albicocche del Vesuvio, la mineralità del suolo vulcanico, la ginestra che letteralmente esplode d’estate saturando l’aria con il suo profumo intenso e quasi invadente, ed un sottile accento di finocchietto selvatico. Il sorso ha carattere frugale, esprime buona freschezza costante che non osa mai, ma appaga con discrezione ed ha corpo avvolgente. Lo abbiamo provato in abbinamento con un piatto popolare della tradizione partenopea, gli ziti alla genovese, che ha ben accompagnato senza peccare mai di egocentrismo, ma mantenendo il suo ruolo di esaltatore del piatto e felice compagno di chiacchiere rilassate e conviviali.
Questa scheda è di Marina Alaimo
Sede a Massa di Somma. Via Panoramica Sellapane
Tel. +39 081 0606007 ,+39 348 2539506
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