di Antonella Amodio
Le famiglie Benfidi e Vanacore sin dai primi decenni dell’800 iniziarono la produzione di questo vino da uve autoctone, proveniente dai terreni di loro proprietà, a Villa di Briano, nella terra che separa la parte costiera della Campania Felix dall’entroterra, in passato appartenente alla cosiddetta Terra di Lavoro, situata al centro di un agglomerato chiamato agro aversano. Ed è in queste terre che l’uva asprinio ha trovato il suo habitat ideale, con la tipica coltivazione ad alberata e con viti maritate che tolgono il fiato per la bellezza. Culturalmente in questi luoghi era usanza fare vino e possedere vigneti che passavano da generazione in generazione, come dote, tutelati come beni di famiglia. Non a caso Cantine Palazzo Marchesale, delle famiglie Benfidi e Vanacore, è lì da ben quattro genrazioni, producendo vino dalle alberate di proprietà per consumo familiare. Con l’annata 2021, seguiti dall’enologo Danilo Trabucco, vanno in commercio le prime 3000 bottiglie di asprinio, affiancate dal pallagrello nero, le cui uve arrivano dall’areale di terre del Volturno, ed è subito un successo.
IX Denari, Asprinio Campania Bianco Igp 2021, affinato in acciaio ( è ottenuto da uve con una leggera surmaturazione, con fermentazioni lente a bassa temperatura, utilizzo del freddo e permenza su feccino nobile), si racconta nel colore giallo paglia luminoso e con i profumi di cedro candito e di canfora che si alternano alla mela limoncella e all’albicocca. Un buquet di note che vira verso la frutta a polpa gialla e che solo dopo pochi minuti nel bicchiere palesa anche la menta e la ginestra. Al sorso è fresco, salino e verticale, manifestando tanta gioventù nella presenza dell’acidità che seppur moderata, lascia presupporre un buon percorso di evoluzione al vino. Un’etichetta che francamente terrei in cantina, per la tipicità, le tradizioni e la storia, e sopratutto, perchè è ben fatto.
Costo in enoteca: 12,00 €
cantinepalazzomarchesale@gmail.com
Tel: 389 1584444
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