HISTORIA ANTIQUA
Via Variante Est S.S. 7/bis, 75
83030 Manocalzati (Avellino)
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di Alberto Nigro
Il racconto di una famiglia che si intreccia indissolubilmente con quello di un territorio. Un segmento temporale in cui gli affetti umani incontrano la tradizione agricola per dare vita ad un progetto che guarda lontano portandosi dietro tutto il bagaglio della storia. Una storia di terra, di lavoro, di passione, di uomini e di donne. Una storia di vino, una Historia Antiqua.
Siamo nel Comune di Manocalzati, nella provincia di Avellino, e varchiamo i cancelli di un’azienda vitivinicola nata ufficialmente nel 2006, ma figlia di un lavoro di vinificazione avviato dai coniugi Michele Cornacchia e Margherita De Iorio già nella prima metà degli anni Novanta. La viticoltura, tuttavia, come spesso capita da queste parti, è un’attività di famiglia da almeno tre generazioni e non è un caso che siano circa 25 gli ettari vitati storicamente di proprietà, sparsi in diversi centri d’Irpinia: da Prata Principato Ultra a Torre le Nocelle passando per Serra di Pratola, Pietradefusi e Santa Paolina.
L’offerta per il mercato è particolarmente ricca, soprattutto se si considera la media delle cantine locali, e può contare su oltre 100mila bottiglie prodotte ogni anno divise tra le Docg Taurasi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo; le Doc Irpinia Falanghina, Irpinia Aglianico e Irpinia Coda di Volpe; le Igt Campania Falanghina, Campania Fiano, Campania Greco, Campania Aglianico, Campania Rosato. Quindi, un vino frizzante e due spumanti Brut Metodo Charmat a base Aglianico (un bianco ed un rosé), e a chiudere tre grappe bianche e tre barricate prodotte con le vinacce di Aglianico, Fiano e Greco.
Oggi Historia Antiqua è gestita dalla signora Margherita, che partecipa attivamente anche alle attività di promozione presso le fiere nazionali ed internazionali, ma ad affiancarla sono intervenuti i figli Alfonsina e Carmine.
Nella giornata di mercoledì 9 ottobre, all’interno della struttura, complice l’arrivo di un gruppo di americani composto da importatori, enotecari e winelover, è stata organizzata una degustazione dei vini aziendali accompagnata dall’assaggio di prodotti tipici del territorio: soppressate, formaggi e porzioni di rape e patate. Si è trattato di un momento estremamente formativo, coordinato dal nuovo enologo aziendale Francesco Martusciello, anche perché capitato nel bel mezzo della vendemmia, con le uve a bacca bianca vinificate da pochi giorni e quelle a bacca scura pronte per essere raccolte. Malgrado un meteo poco clemente, inoltre, è stato possibile visitare il vigneto di Greco situato nel Comune di Prata e quello di Fiano a Serra di Pratola per cogliere, anche attraverso la geografia, un pezzo d’anima del territorio.
«Quest’anno – afferma Alfonsina Cornacchia – stiamo avendo una buona vendemmia. Il caldo e la siccità dei mesi estivi hanno inciso sicuramente sulla quantità, che è bassa rispetto alla media, ma la qualità è davvero elevata». Un’annata che sembra in grado di far dimenticare le ansie e le preoccupazioni della 2023 quando, evidenzia la produttrice, «abbiamo dovuto fare i conti con violenti attacchi di peronospora che hanno distrutto molti vigneti in tutta la provincia». Tra i vini assaggiati (quasi l’intera gamma, ndr.) sono risultati particolarmente graditi agli ospiti americani la bollicina rosé, con la sua freschezza caratterizzata da piccoli frutti rossi e ritorni speziati, e il Fiano di Avellino 2022, complesso e intrigante, con un naso di fiori bianchi e un sorso di albicocca e mandorla.
«Credo – afferma Alfonsina – che la promozione sia fondamentale per un territorio come il nostro. Quando arrivano importatori o semplici winelover da ogni parte del mondo è importante che oltre ad assaggiare i vini visitino i vigneti e le cantine. Solo così è possibile far conoscere davvero i nostri prodotti e la nostra terra e proprio per questo – conclude – malgrado un po’ di inevitabile confusione, sono felicissima di avere ospiti nei giorni della vendemmia, quando le attività in azienda sono frenetiche e si tocca con mano l’essenza del nostro lavoro».
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