di Monica Bianciardi
Il panonarama che dalla sommità di Villa Bell’Aria domina i vigneti sottostanti, svela la struggente bellezza di una toscanità in un rapporto senza tempo tra storia e produzione di vino. I verdi versanti collinari sono attraversati da stradine sterrate, i cui percorsi sinuosi si snodano da fondo valle dividendo ampie distese vitate inondate di sole. Una ristrutturazione lunga e capillare quella di Villa Bell’Aria che insieme al complesso di edifici dedicato alla ricettevità, è stato eseguito scrupolosamente, dall’architetto senese Filippo Gastone Scheggi, con i materiali di recupero provenienti dalla proprietà stessa
Il merito di questa rinascita è opera di Andrè Santos Esteves, finanziere brasiliano di Leblon Investment Fund Ltd che con un investimento cospicuo ha riportato Argiano, storica cantina di Montalcino, a rivivere un nuovo periodo di splendore. La Villa fu edificata in epoca rinascimentale, per volontà della nobile famiglia senese dei Pecci il quale fece costruire dall’architetto Baldassarre Peruzzi nel 1580 per i due figli, “il più bel palazzo di campagna dello Stato di Siena” come ebbe a riferire il messo dei Medici nel 1616. Una storia risalente in epoche ancor più remote ad insediamenti etruschi e poi romani che ne determinarono l’origine del nome, “Ara Jani” tempio eretto in onore del dio Giano, la divinità bifronte con le due teste che guardano in direzione diametralmente opposta a simboleggiare il passato e il futuro. Nel tempo la storia di Argiano si sviluppa con vari passaggi di proprietà. Diverse famiglie nobiliari si sono succedute nel possedimento della tenuta, dopo i Pecci fù la volta della famiglia Chigi Saracini, fino al 1800 quando Ersilia Caetani Lovatelli donna di grande cultura e lungimiranza riuscì a far conoscere nei migliori salotti culturali dell’epoca i vini ed i prodotti di Argiano. Un trampolino di lancio che portò nel 1932 alla vincita della medaglia d’oro al Salone Alimentare di Bruxelles per la produzione di pregiati vini da tavola e da dessert. La notorietà di Argiano aumenta durante gli anni 90, quando la tenuta passa dai Caetani Lovatelli alla Contessa Noemi Marone Cinzano. In quegli anni la produzione vinicola toscana vola attraverso la produzione di Supertuscan che anche in altre zone toscane attraggono l’attenzione dei mercati esteri. I vini dalle caratteristiche ammiccanti a zone famose d’oltralpe imperversano in ogni zona vinicola contaminando le produzioni su schemi dai richiami internazionali. La Contessa decide di chiamare un enologo dalla indiscussa fama Internazionale Giacomo Tachis che attraverso la produzione di un Supertuscan il “Solengo” riesce a portare alla ribalta la fama di Argiano.
Nel 2013 la famiglia Esteves, acquista dalla Contessa Noemi Marone Cinzano l’intera proprietà. André Santos Esteves, inizia una ristrutturazione conservativa dell’intera tenuta mantenendo le caratteristiche originali ed introducendo le piu moderne conoscenze e tecnologie. Sia in vigna che in cantina i cambiamenti sono volti alla valorizzazione principalmente del vitigno autoctono per eccellenza il Sangiovese con un ritorno alla piu ligia tradizionalità. La guida aziendale oggi è affidata al CEO/ enologo Bernardino Sani che ha operato insieme all’agronomo Francesco Monari scelte in armonia con il territorio, con un tipo di produzione agricola organico rigenerativa. Le scelte fatte operano in simbiosi con il territorio con la regola delle 4 R-Riduci, Riusa, Ricicla, Recupera, nessun uso di prodotti chimici, riutilizzo dei materiali di scarto di potature e della vinificazione per creare compost, inerbimento con varietà di specie per creare un ambiete che favorisca lo sviluppo della microfauna locale con uso di antagonisti verso alcuni parassiti delle vite. Dal 2019 l’azienda è inoltre plastic-free con l’eliminazione di tutti i materiali in plastica. All’interno di Villa Bell’Aria una ristrutturazione meticolosa funzionale e dal grande carisma estetico delle cantine sottostanti, permette di avere condizioni ottimali per la conservazione dei vini di Argiano. Botti di varie dimensioni soggiornano a temperatura costante estate ed inverno accanto ad una collezione privata di bottiglie suddivisa nei saloni orizzontali. Una ripida scala a chiocciola scende in modo circolare nella enorme cisterna che serviva a raccogliere l’acqua; trasformata in una cantina verticale questa opera prestigiosa e suggestiva ospita la storia del Brunello con una raccolta di etichette e di annate che hanno segnato la storia della Denominazione.
Tasting Notes
Non Confunditor 2019 Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese IGT
Profumi con tonalita di frutti rossi generosi rossi con ciliegie marasche, lampone, more, spezie dolci e erbaceo di peperoni verdi. Al palato ha buona struttura e tannini rotondi ben integrati che finiscono in finale fruttato e piacevole.
Solengo 2018 50% Cabernet Sauvignon, 25% Merlot, 20% Petit Verdot, 5% di Sangiovese
Fermentazioni separate per varietà di uva in acciaio con macerazione sulle bucce per 12-16 giorni. Affinamento20 mesi in barrique nuove e almeno 6 mesi in bottiglia.
Complessita olfattiva data da tonalità erbacee con fiori rossi di peonia, geranio, frutti fruttati scuri e dolci in confettura, tabacco, spezie, molte erbe aromatiche. Sorso avvolgente e strutturato,scheletro nervoso con tannini fitti ed incisivi. Il finale è lungo e disidratante, vino che dimostra stoffa per un lunga evoluzione in bottiglia.
Rosso di Montalcino 2019 DOC
4 mesi di botti grandi seguite da affinamento in botti di rovere francese (10-50 hl)
per alcuni mesi.
Olfatto caratterizzato da trasparenze con tonalità fresche di agrumi, lamponi, erbe balsamiche, violette e macchia mediterranea. Al palato freschezza infiltrante e polpa che rimane sui toni agrumati, tannini eleganti con chiusura finale floreale e sapida.
Brunello di Montalcino 2016
Fermentazione con lieviti indigeni per due settimane in acciaio a temperatura controllata poi 30 mesi in botti di Rovere di Slavonia di diverse capacità (10/15/30/50 hl).
L’insieme dei profumi arriva con precisione e linearità. Piccoli frutti rossi selvatici, agrume di cedro, rosmarino allorro, bacche selvatiche, sottobosco, menta, resina, fiori viola, spezie. In bocca avvolgenza e struttura sono ben integrate in un sorso dinamizzato da acidità e richiami fruttati, diretto, elegante, il tessuto tanninico è finemente inserito ed integrato, lunga chiusura sapida e agrumata.
Brunello di Montalcino Riserva 2015 DOCG Prodotta solo nelle annate migliori, è una sintesi dei migliori grappoli prodotti ad Argiano.
Vino dai profumi ampi e carnosi ben modulati tra floreali viola e frutti maturi sia neri che rossi, gelso, mora, frutti scuri,ciliege mature, erbe spontanee, menta, spezie orientali, cardamomo, sandalo. Avvolgente ma piuttosto austero il palato ha uno sviluppo profondo con tannini fitti e spessi. Finale lughissimo in cui emergono scie sapide.
Brunello di Montalcino “Vigna Del Suolo” 2016
Selezione clonale, cru di un singolo vigneto con viti di circa 50 anni, il terreno è composto da marne oceaniche e calcare.
La sfera olfattiva è finemente espressa e concentra l’intensità in ampie volute floreali, viola, lavanda, giaggiolo, resina, menta, sottobosco, erbe aromatiche, il frutto è dolce di ciliegie, arancia sanguinella, spezie dolci, cioccolato al latte. Al palato muove concentrazione materica, la freschezza dinamizza un sorso intenso sorretto da rivoli di acidità, il frutto polposo è perfettamente inserito in una trama tannica fitta e rotonda, molto persitente, nell’allungo termina con richiami freschi alle erbe aromatiche.
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