di Mariangela Barberisi
Tra gli attori del monmdo vino sempre più numerose sono le donne. Ed è grazie ad associazioni come quella delle Donne del vino Italia che la conoscenza e la cultura stessa del vino si sta diffondendo sia tra le donne sia tra i giovanissimi. Tra le numerose esperienze di confronto riscuote grande successo il format Connection Italian che nel mese di ottobre ha organizzato degustazioni in Trentino, in una location più unica che rara: la Cantina nella roccia, Felsenkeller Laimburg, voluta dalla provincia autonoma di Bolzano e collegata all’Istituto di Ricerca di Laimburg. Coinvolgendo le Donne del vino Trentino Alto Adige e quelle della Campania.
Tra le aziende presenti c’era anche Cantavitae, nata nel 1927 e arrivata oggi alla terza generazione di maestri vinai. Michelangelo Schiattarella, che porta il nome di colui che l’ha fondata, cresciuto circondato dalle viti, dalle piante, dagli alberi in una di quelle case che accolgono tutta la famiglia durante le feste e la domenica, con lunghe e infinite tavolate allestite d’estate sotto un antico albero di noccioline e d’inverno davanti ad uno di quei camini sempre accesi dove cuocere la carne. Michelangelo si specializza studiando a lungo, conseguendo la laurea in enologia e agraria, proseguendo la sua formazione presso importanti realtà vitivinicole nazionali ed internazionali. L’idea di cambiare il volto della produzione di famiglia non arriva subito ma dopo tante riflessioni, fatte con il papà Gennaro, che gli ha insegnato tutto fin da bambino, e con la moglie Valentina Cirino, sommelier Ais e socia Donne del vino Italia. Arriva così l’idea di nuovo logo dando il via ad un nuovo percorso che ha arricchito la cantina di famiglia: Con la creazione del marchio hanno raccontato abbiamo voluto dare un nuovo volto all’azienda, captando anche i gusti dei più giovani. Con questo progetto seguiamo tutto personalmente dalla vinificazione alla distribuzione.
Pensavamo ad un simbolo capace di trasmettere immediatamente il nostro amore nei confronti della natura e tutti i nomi delle nuove etichette sono legate alla terra come Kairòs che rappresenta la storia, l’identità del vino del nostro territorio. Noi campani abbiamo un tesoro inesplorato straordinario, non dobbiamo inventarci nulla, già i greci avevano una tradizione legata alla coltivazione delle viti affinata poi dai romani. Kairòs appartiene a quel suolo vulcanico prefilossera. Il terreno sabbioso ma grazie al mare abbiamo condizioni ideali per caratteristiche particolari: si tratta di un vitigno che sprigiona tanti aromi come quello della mineralità e sapidità tipici dei vini vulcanici e di frutti a polpa bianca. Abbiamo deciso poi di crescere scegliendo vigneti dislocati in differenti aree della regione.
L’azienda, che ha il suo fulcro a Marano (Na), si sviluppa su diversi terreni tra Quarto e Pozzuoli, nel cuore dei Campi Flegrei, ci sono i vigneti della Falanghina Flegrea Doc Kairòs e del Piedirosso chnos. C’è poi il Sannio, dove nasce la linea selezione Igp Cantavitae, con l’Aglianico Puro del Duca. Guardia Sanframondi, un piccolo borgo medievale, accoglie la Falanghina Igp Dama del Sole. Dal beneventano si passa poi alla zona degli Aurunci, tra il basso Lazio e Caserta per il Primitivo Prima Essenza.
Cantavitae a Marano di Napoli
Via Padreterno, 22
Tel. 392 164 6105
cantavitae.com
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