Candidatura dell’Aglianicone a diventare Presidio Slow Food

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista
Mescita dell'Aglianicone

di Enrico Malgi

Ormai si sono messi in testa di andare alla scoperta del Santo Graal. Oppure vogliono assolutamente scalare l’Everest. Nessuno osi fermarli, perché sono determinati ad arrivare fino in fondo, costi quel che costi! Sto parlando dell’esiguo e coraggioso manipolo dei produttori dell’aglianicone, un raro vitigno autoctono che è stato recentemente riesumato e rilanciato nel territorio della Val Calore e del Cilento, che si sono uniti nell’associazione Terre dell’Aglianicone. Il loro intento è quello di voler proporre all’attenzione dell’opinione pubblica, della critica specializzata e dei consumatori questa varietà unica che ha rischiato l’estinzione e che in un prossimo futuro è destinata ad una crescita esponenziale. Almeno questo è l’auspicio di tutti, visto anche le ottime potenzialità varietali.

L’aglianicone, infatti, detiene buona resistenza all’oidio ed alla botrytis e possiede un consistente livello zuccherino. Il vino che se ne ricava è approcciabile, beverino, morbido, elegante, non eccessivamente alcolico e poco tannico. All’esame organolettico si dimostra fruttato, floreale, acido e con un’ottima impalcatura strutturale. Altra caratteristica di questo vino è quella di proporsi in modo diversificato e camaleontico secondo il territorio di appartenenza, come hanno giustamente sottolineato il prof. Giuseppe Celano ed i produttori Paola De Conciliis e Ciro Macellaro, durante un incontro tenutosi presso l’azienda De Conciliis a Prignano Cilento per una serata speciale. Aglianicone a go-go nei bicchieri, insieme a soppressata, caciocavallo di latte caprino e pizze ripiene. L’occasione è stata propizia per avanzare la candidatura dell’Aglianicone a diventare Presidio Slow Food, come già lo sono quindici vini sparsi in Italia ed in Europa.

La Fiduciaria di Slow Food Cilento Daniela Cennamo, invitata esplicitamente dall’Associazione, ha preso atto della designazione formulata dai soci, riservandosi di sottoporre la candidatura ai membri regionali ed eventualmente al Consiglio Nazionale. Pur non nascondendo, però, qualche perplessità di natura specifica, perché i vini già promossi sono frutto di particolari condizioni di allevamento dei vitigni, di estreme situazioni territoriali o di elaborati metodi di vinificazione e di conservazione. Ma comunque si nutrono considerevoli speranze per un epilogo finale positivo. La scoperta del Santo Graal non è poi così lontana!

Foto di Toni Isabella

 


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