Uva: fiano
Fascia di prezzo: nd
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Questa bottiglia pescata nella cantina del B&B Il Campanile di Alessandro Barletta a Taurasi conferma le incredibili potenzialità ancora inespresse del Fiano di Avellino.
Inutile sottolineare la freschezza, la tenuta complessiva, la vivacità e l’energia di una beva varia e soddisfacente. Ormai si tratta per il Fiano, come per il Verdicchio, di un dato acquisito anche se sono passati, come in questo caso, sette anni di una bottiglia pensata per essere messa in commercio l’estate successiva alla vendemmia.
Quello che ha colpito tutti è stata l’incredibile evoluzione del Fiano e il perfetto bilanciamento ottenuto all’epoca dal compianto Lucio Mastroberardino per cui alle note dolci di pasticceria e speziate fanno da contraltare la freschezza della frutta e ancora le belle note floreali. Al palato è un tripudio di sensazioni, un vino, come un grande piatto, non deve essere mai monocorde, alcol e acidità si incrociano con dolcezza e sapidità sino al finale lungo, tendenzialmente amaro e ripulente. Nasce su una bellissima vigna argillosa di Lapio e regala un totale appagamento, anche dopo una verticale di Taurasi anni ’90 di Caggiano. Direi soprattutto.
Sede a Montefusco, via Serra. Tel. 0825.968215. www.terredora.com. Ettari: 200 di proprietà. Bottiglie prodotte: 1.000.000. Vitigni: aglianico, fiano, greco, falanghina.
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