CampoRe 2007 Fiano di Avellino Terredora
Uva: fiano di Lapio
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Fascia di prezzo: nd
Ancora tu. Dopo quattro anni ritroviamo questo campione. Ce lo versa Mimmo De Gregorio che ha creato nel locale di famiglia, Lo Stuzzichino a Sant’Agata Sui Due Golfi, una bellissima cantina e che ha svoltato su questo terreno allungando il passo proprio dopo un corso Ais. Lo registriamo solo per dirvi che in questo lasso di tempo la bottiglia è migliorata ancora di più, complice una annata perfetta per gli enologi e che sta regalando incredibili successi ai vini di questa vendemmia. Il Fiano è ricco di sentori di idrocarburi, un termine che potrebbe fare arricciare il naso a chi non mastica di vino, ma che è indice di una enorme piacevolezza e complessità al naso. Al palato è vivo, la freschezza regge bene l’impalcatura pensata dal compianto Lucio Mastroberardino e ci regala una bevuta estiva in compagnia di una coppia di amici a noi cari con i piatti fatti con il cuore da Paolo de Gregorio. In fondo, la felicità è proprio quel momento in cui non vorresti fare altro che quello che stai facendo.
E, aggiungo, il vino è bello perchè ti allunga il dialogo con chi non c’è più.
Report del 16 settembre 2016. Stanno uscendo sempre meglio le annate calde dei vini irpini (2000 a parte intendo). Dalla 2003 alla 2007 (e poi 2011), due millesimi in cui con stupore si soffrono anche i 40 e passa gradi in una terra fresca e fredda. Troviamo questa bottiglia a Palazzo Petrucci e la becchiamo subito perché sappiamo bene che Campore è una delle migliori espressioni del Fiano di Lapio con un rapporto tra qualità e prezzo decisamente favorevole a chi compra.
Ne abbiamo sempre parlato volentieri perché questo vino è forse stato quello in cui Lucio Mastroberardino è riuscito ad esprimersi meglio centrando sempre il carattere di Campore con le radici immerse nell’argilla in questo versante di Lapio. Leggera surmaturazione che non incide sulla freschezza, un passaggio in legno sempre molto ben dosato, tale da ingrassare un poco la beva e il gioco è fatto. Davvero un bianco che a distanza di quasi dieci anni esprime il meglio di se in maniera stupefacente, con un naso in cui spezie dolci si fondono a frutta e accenni di idrocarburi e una beva fresca, freschissima, al di là di ogni previsione.
Questi vini ci piacciono da matti, non possiamo negarlo. Quando il frutto di Lapio vive una bella stagione davvero non ce n’è per nessuno e l’evoluzione è assicurata per tempi immemorabili. Una esecuzione impeccabile, l’ennesimo esempio delle capacità di questo vitigno di esprimersi al massimo livello senza temere confronti.
Sede a Montefusco, via Serra. Tel. 0825.968215. www.terredora.com. Ettari: 200 di proprietà. Bottiglie prodotte: 1.000.000. Vitigni: aglianico, fiano, greco, falanghina.
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