Ecco ancora, in grandissima forma, non molla di un centimetro: è il Campoceraso 2004 Riserva di Struzziero riprovato a 17 anni dalla vendemmia e che non ci consente di dire altro che si mantiene in forma e che è un grandissimo vino tradizionale irpino. L’acidità è ancora vibrante, rende il sorso appassionato e fresco, sicuramente adatto alla carne di agnello che ci aspetta in questa festa di mezza estate. Il vino ha un naso di frutta croccante dentro una cornice di tabacco e piacevoli rimandi di cenere e di agrumi oltre che di note tostate di caffè. Legno e frutto perfettamente integrati. Un vino senza tempo, un vino che non tradisce mai le aspettative.
Scheda del 18 aprile 2017. Su un capretto al forno non possono esserci dubbi: la mano si allunga decisa sul Taurasi tradizionale di Mario Struzziero e siamo fortunati ad avere ancora una 2004, tra le migliori annate degli ultimi vent’anni per i rossi irpini e per questa antica azienda in partivcolare. In effetti il vino, affinato in botti grandi, è nel pieno del suo equilibrio, l’alcol non in eccesso, i tannini ben levigati dal tempo, una spettacolare acidità che tiene vivo, vivissimo, il vino e che lo rende abbinabile a questa carne dal sapore deciso e non omologato: si trattava di un capretto cilentano.
Un grande rosso di una azienda solida che affonda le sue radici negli anni ’20. Fuori dal circo mediatico, ma non per questo meno interessante.
Scheda del 24 gennaio 2012. Lo abbiamo provato per la prima volta a Vitigno Italia durante una spettacolare verticale Campoceraso, ossia stesso vino di più annate, che ci ha portato sino agli anni ’70, un viaggio nell’Aglianico taurasino possibile solo con Mastroberardino oltre che con Struzziero.
Ha fatto altri mesi di bottiglia e, pensate, solo poco prima di Natale il Campoceraso 2004 ha iniziato la sua vita etichettata che, non bisogna essere grandi esperti per capirlo, sarà lunghissima. Si tratta di un vino da appassionati veri dell’areale, fatto solo con uve di proprietà dell’omonima zona di Venticano, proposta nelle annate migliori quale è, appunto la 2004. Botti grandi e scorrere del tempo sono i due elementi che lo distinguono perché non ci sono altre cantine così pazienti da attendere tutti questi anni.
Si tratta di una marxiana astuzia della storia: una antica cantina (fondata da Eliseo Struzziero nel 1929) passata fuori moda nei fantastici anni ’90 riconquista la sua attualità piena trattando il Taurasi come da manuale: aspettando che l’Aglianico addolcisca la sua irrequietezza acida e tannica senza piallarlo con il legno in eccesso, vitigni internazionali e altri trucchi enologici. Sicché il paradosso è che chi ama lo stile tradizionale deve rivolgersi a un personaggio schivo, che solo noi abbiamo seguito fin dal suo esordio, quando, fresco di studi di Enologia, prese il timone al posto del padre Giovanni.
In quella costruzione in via Cadorna, dove abita la famiglia, ora c’è fermento: lo spazio raddoppia, le cantine sotterranee triplicano, è prevista una saletta degustazione e sta per nasce un bel rosato da Aglianico di cui vi parleremo in primavera.
Intanto potete prendere queste bottiglie, il prossimo sarà il 2007 o forse il 2008. Gestirle come compagne fedeli di una vita. Il Campoceraso 2004, ne sono sicuro, allieterà molti anni della mia pensione, a prescindere da tutti gli allungamenti dell’età lavorativa decisi dai governi italiani.
Sede a Venticano, via Cadorna 214 Tel e fax 0825.965065 www.struzziero.it
Enologo: Mario Struzziero Ettari: 14 di proprietà Bottiglie prodotte: 350.000 Vitigni: aglianico, greco di Tufo, coda di volpe, fiano, falanghina.
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