MIALI
Uva: primitivo
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Il vino e la banda Bush
La crisi provocata dalla ideologia neocon, responsabile tra l’altro dei genocidi in Iraq e Afghanistan, delle torture di Guantanamo e di innumerevoli violazioni del diritto internazionale, quella che definiva l’Onu un museo delle cere e vede nello Stato un inutile orpello al mercato capace di regolare come meglio non si può le relazioni umane producendo ricchezza per tutti. La crisi provocata dal lassismo finanziario esaltato dal peggiore presidente americano di tutti i tempi, uno che ha superato persino l’imperatore Tito (quello dell’eruzione di Pompei) per la sua capacità di attrarre sciagure sul proprio popolo indebolendolo sul piano diplomatico, culturale ed economico dopo aver battuto Al Gore con elezioni truccate dalle lobby che lo hanno sostenuto. La crisi delle cape pelate con l’auricolare e le grisaglie, degli euroscettici, dei teorici nel nulla, oppure della flessibilità da leggere come legalizzazione del lavoro nero e del pieno sfruttamento delle risorse dei giovani senza dare loro alcuna prospettiva di vita tenendoli sotto ricatto. Volgono al termine gli anni più idioti che mi è capitato di attraversare con i fuochi pirotecnici delle Borse e i neoliberisti trasformati in keynesiani post-comunisti. Ecco, lo spiffero di questa bufera entra anche nel piccolo mondo della blogsfera enogastronomica e non sono pochi a chiedersi se abbia un senso scrivere di queste cose, continuare o meno a ragionare di guide e grandi vini in questo momento così ricco di ansie e tensione.
Perbacco, certo che sì! Lo Champagne è sopravvissuto alle guerre Napoleoniche, alla restaurazione, alla guerra franco-prussiana del 1870, e poi al XX secolo che non è poco, il vino al crollo dell’Impero Romano. Figuriamoci, quando tutto manca, ci saranno sempre un buon piatto e un buon bicchiere a restituirci il senso vero della vita. Questa crisi è, per usare un termine borsistico, una correzione etica alle barbarie neocon.
Oggi, mentre i grandi (?) della Terra stanno studiano le misure per puntellare le fragibili basi del disordine che hanno costruito, adottate anche voi la vostra manovra anticrisi e bevetevi il Primitivo di Miali, in uscita franco cantina a meno di 4 euro: la banda Bush vi sembrerà una fantasia di Dario Argento. Nasce in una delle più belle e sconosciute cittadine del Sud, Martina Franca, che tutti gli studenti di architettura dovrebbero visitare almeno una volta nella vita. Lo produce la famiglia Miali, ormai alla quarta generazione impegnata nel mondo del vino, da vigneti vecchi coltivati con il sistema ad alberello, usato soprattutto dai greci per fronteggiare il caldo e la siccità. La tecnica di Francesco, l’enologo di famiglia uscito dalla bottega di Donato Lanati, è quella di portare in leggera surmaturazione le uve per giocare deciso sulla esplosione di frutta che da sempre caratterizza questo vitigno: una frutta e una concentrazione espressione in questo caso di naturalezza e non di costruzione artefatta in cantina. La complessità olfattiva è completata da un buon carosello di spezie e da una piacevole nota chinata molto evidente dopo qualche giorno di bicchiere open. Avete dunque un classico vino del Sud, giocato sulla potenza ben sostenuta dalla vena acida che rinfranca la beva e sostiene l’impalcatura aggirando l’alcol che supera i 14 gradi e mezzo. Un vino della domenica, allora, da abbinare a piatti strutturati di carne dolce, come il maialino con le mele annurche di Tonino dei Quattro Passi oppure di quello, altrettanto buono, dell’emergente chef fiorentino Marco Stabile, giustamente coccolato dal buon Leonardo Romanelli, che ha conquistato Vizzari lunedì scorso nella cena che ha preceduto la presentazione delle guide dell’Espresso. Questo stile è ricco di percsonalità, un vino che non si dimentica facilmente e su cui si potrà tornare facilmente perché la nota dolce di sottofondo conquista anche i non bevitori abituali.
Sede a Martina Franca, via Madonnina 1
Tel e fax. 080.4303222
Sito: http://www.cantinemiali.com
Enologo: Francesco Miali
Bottiglie prodotte: 400.000
Ettari: 20 in proprietà e 30 seguiti con contratti pre-vendemmiali
Vitigni: primitivo, negroamaro, aglianico, merlot, chardonnay, sauvignon
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