
Il Primitivo sta camminando, soprattutto grazie ai Gioia del Colle boys (Polvanera, Chiaromonte, Franco Cannito, Marianna Annio per fare qualche nome) e a aziende biodinamiche come quella di Gaetano Morella nell’areale di Manduria.
Piace perché è dolce di frutta, potente, ma anche perché questi produttori hanno trovato una chiave di lettura che scarnifica e svecchia l’enorme materia di questo grande vino del Sud rendendolo più agile, più facile ma non per questo banale. Su questa linea, forse facilitati dal suolo vulcanico di Roccamonfina, è impegnata anche la piccola pattuglia di produttori campani. Oggi parliamo del Campantuono che abbiamo letto in due versioni, 2005 a Vitigno Italia e 2008 all’enoteca La Botte proprio durante la giornata dedicata al Primitivo condotta con Marco Ricciardi, una delle risorse giovani più promettenti del racconto meridionale del vino. Il Campantuono di Papa è un vino tosto, come la capa di Antonio, che si fa voler bene grazie alla dolcezza di carattere incorniciata da tannini suadenti, buona sinta acida, propensione a restare giovane anche con il passare degli anni come è avvenuto con la 2005 a Castel dell’Ovo, un vino davvero in grandissima forma, dal colore vivo brillante. Non è facile per il Primitivo farsi largo in Campania, vero è che, soprattutto nell’area di Falciano, è saldamente insediato da ben oltre cento anni, è nelle corde tradizionali della viticoltura locale ed è per questo che Moio lo adottò lanciandolo in bottiglia. Lo berremo con le parmigiane di melanzane estive, le tagliate di carne di bufalo, ricche paste al forno di Ferragosto. Un rosso tonico, in entrambe le annate che abbiamo provato con gusto. Il Primitivo è un vino del Sud, scioglie i sensi, invita alla compagnia e guarda con più ottimismo al futuro grazie al sole e all’azzurro del cielo.
Sede a Falciano del Massico Piazza Limata, 2 Tel.0823.931267 www.gennaropapa.it Ettari: 6 di proprietà Bottiglie: 18.000 Vitigno: primitivo Prezzo: 20 euro circa
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