di Antonella Amodio
Dieci vini e dieci territori raccontati da Ferdinando De Simone, Luciano Pignataro e Pasquale Carlo, durante la MasterClass nell’ambito di Campania.Wine, dove i cinque Consorzi di Tutela Vini si sono uniti per valorizzare attraverso forum, masterclass, seminari e degustazioni le produzioni regionali.
Un evento unico, reso ancora più importante dagli incontri, dove la storia si intreccia con le tradizioni del vino, come ha raccontato il professore Ferdinando De Simone, storico dell’arte.
Dagli Ausoni a Cales, nell’alto Casertano, a Monte Maggiore, definito il balcone della Campania Felix. Il Monte Taburno, con la città di Benevento e i racconti di Cassiodoro, dove il vino ha la sua parte importante. Il ponte dopo Telesia, un paradiso nascosto alle falde del Taburno.
Sempre a Benevento sulla via Appia, si trova testimonianza del percorso da Ponte Rotto all’antica Aeclanum, in un viadotto di età romana. A Paestum con la grande cultura greca del bere, tanto che il vino era lo strumento di conquista culturale che ha condizionato parte della usanze del sud Italia, della quale tracce di diversi vitigni sono state più volte testimoni. Senza contare Pontecagnano, i Colli di Salerno con la scuola medica salernitana, dove il vino ha avuto la sua importanza anche a livello terapeutico.
L’Irpinia, con i Colli di Abellinum, l’antica città colonia romana che sorgeva nel territorio dell’odierna Atripalda, dove San Paolino ha conciliato Paganesimo e Cristianesimo. Poi Montevergine dove la coltivazione dell’uva e la cultura del vino rinascono con i monaci, ed infine il territorio del Falerno, con l’invenzione fatta dai Romani dei “cru” del vino.
Dunque, storia e vino che si intrecciano da sempre e le viti affondano le loro radici nei secoli.
Campione n.1 Aglianico dei Colli di Salerno
Concentrato nel colore rubino cupo. Profumi di frutta nera e macchia mediterranea. Sorso ampio con tannini in via di risoluzione.
Campione n.2 Falerno del Massico Rosso ( da uve aglianico )
Note di ribes e di cassis, mentre al sorso c’è freschezza e tanta sapidità. Molto equilibrato.
Campione n.3 Aglianico del Taburno
Ampio profilo aromatico giocato su frutta rossa e note floreali. Bocca serrata, leggermente ancora spigoloso.
Campione n.4 Taurasi
Frutta e spezie, poi humus e liquirizia. Sorso ampio, lievemente astringente e con tannini fini.
Campione n.5 Fiano di Avellino ( Montefredane)
Note di frutta fresca, come cedro e mandarino. Ampio e verticale al gusto con una lunga chiusura.
Campione n.6 Greco di Tufo
Olfatto di note di pera, limone e nuance di zolfo. Verticale e salmastro all’assaggio. Chiude lungo.
Campione n.7 Coda di Pecora
Giallo paglia dorato e nuance di frutta gialla matura, note terrose e di radici. Bocca ampia, con leggera tannicità in evidenza e molta sapidità.
Campione n.8 Falanghina del Sannio
Dal colore giallo paglierino luminoso. Frutta e fiori si alternano all’olfatto, mentre al gusto è ampio, verticale e sapido.
Campione n.9 Falerno del Massico Bianco
Profumi di albicocca e pesca, erbe aromatiche e nuance fumè. Sorso verticale e composto. Salmastro e fine.
Campione n.10 Costa D’Amalfi Bianco
Note di iodio e di agrumi. Bocca ampia, fresca e con una lunga chiusura.
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