Mercoledi 29 si è aperta la decima edizione di Campania Stories con l’hashtag. “#iobevocampano” Quest’anno è stata strutturata in tre giornate di degustazioni tecniche per la stampa specializzata nazionale ed internazionale e tour presso territori ed aziende campane, una quarta giornata (domenica) è stata dedicata ad ulteriori visite ed il lunedì successivo sarà aperta agli operatori di settore per degustazioni, seminari ed approfondimenti sulle varie denominazioni. I produttori partecipanti sono 75; molto pochi per il variegato e numeroso panorama vitivinicolo campano; forse il 10%, ma tant’è …
Nel convegno d’apertura per il saluto alla stampa, che si è tenuto nell’Hotel Palazzo Caracciolo di Napoli – dove siamo ospitati – , Diana Cataldo e Massimo Iannaccone, titolari di Miriade & Partnners, la società che promuove ed organizza da anni la manifestazione con competenza e professionalità hanno illustrato le innumerevoli difficoltà che hanno dovuto superare negli ultimi trenta giorni per giungere ai risultati odierni.
Nella prima giornata di assaggi, svolta presso il Museo Diocesano Napoli – Chiesa di Donnaregina Vecchia e Nuova, ci sono stati serviti, alla cieca, dai bravissimi sommelier dell’AIS di Napoli sette spumanti e 46 vini bianchi provenienti da varie zone della Campania e delle annate 2015 e 2016.
I giudizi sono estremamente positivi.
Segnalo i miei migliori assaggi, seguendo l’ordine ragionato in cui ci sono stati serviti; raggruppandoli, cioè, per vitigno e zona di produzione delle uve.
Fra gli spumanti segnalo
Greco di Tufo Spumante Metodo Classico Anni 20 Brut di Cantine Di Marzo; il colore è oro intenso con qualche riflesso ramato; fiori di tiglio e mela al naso; in bocca è fruttato e piacevole; la freschezza sposa benissimo la spuma che produce e la sua sapidità; in chiusura di sorso è la speziatura che gioca un ruolo importante;
Caprettone Spumante Metodo Classico Millesimato 2013 di Casa Setaro: da questo vitigno tipico del Vesuvio viene prodotto un delizioso metodo classico; copiosa la spuma iniziale e pervade il naso con profumi di tiglio, fiori bianchi e frutta a pasta gialla; ottima l’acidità, in bocca è fruttato e sapido;
Quattro vini di territorio e prodotti con vitigni autoctoni e poco diffusi:
Campania Bianco Grecomusc’ 2014 di Contrade di Taurasi: profuma di fiori e frutta a pasta bianca; al palato, oltre la frutta, è molto fresco, minerale, sapido ed intenso; ma, quel che affascina maggiormente, è il suo sorso delicato ed elegante;
Costa d’Amalfi Bianco Terre Saracene 2016 di Sammarco Ettore: fiori e frutta gialla ed intensi profumi di confetto; in bocca è succoso e saporito, sapido e fresco;
Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva 2015 di Cuomo Marisa: fiori bianchi e note minerali si alternano al naso in un bel duetto; in bocca è fruttato e secco, sapido e speziato: il solito grande vino che conosciamo!
Irpinia Coda di Volpe Torama 2015 di Traerte: fiori gialli, miele e note minerali pervadono il naso; al palato una buona freschezza e la sapidità caratterizzano il sorso: impressione come lascia pulito il cavo orale.
Quest’anno i Pallagrello Bianco sono stati molto buoni, raggiungendo voti oltre la media.
Ne segnalo solo alcuni, ma tutti meriterebbero la menzione:
Terre del Volturno Pallagrello Bianco Verginiano 2015 di Il Verro
Terre del Volturno Pallagrello Bianco Caiatì 2015 di Alois
Terre del Volturno Pallagrello Bianco Le Serole 2015 di Terre del Principe
Terre del Volturno Bianco Calù 2015 di Sclavia
Il colore è dorato, mentre al naso si alternano erbe aromatiche, salvia, profumi di macchia mediterranea; qualcuno emana note minerali, altri note agrumate. In bocca il sapore pieno è comune; le note di mela annurca conferiscono una beva piacevole; la freschezza non è proverbiale, ma si esprimono tutti con sapidità e speziatura;
Le Falanghine del Sannio hanno dato un ottimo risultato corale, molto espressive, ma su toni delicati ed eleganti di fiori bianchi e, talvolta con note minerali; in bocca il sorso è ricco, succoso e saporito, ma la freschezza lo rende agevole; la sapidità e la speziatura chiudono in bellezza.
Ne ricordo alcune:
Campania Bianco Tenuta San Vito 2015 di Trotta Gustavo
Falanghina del Sannio Sant’Agata dei Goti Vigna Segreta 2015 di Mustilli
Falanghina del Sannio Taburno Vigna del Monaco 2015 di Ocone
Falanghina del Sannio I Mille per la Falanghina 2015 di La Guardiense
Falanghina del Sannio Taburno Facetus V.T. 2012 di Fontanavecchia
Anche in Irpinia si produce un’ottima Falanghina! Molto profumate ed espressive al naso, in bocca si esprimono con intense note fruttate e minerali; la sapidità e la spinta acida chiudono il sorso con buona speziatura. Ne segnalo due:
Irpinia Falanghina 2015 di Antico Castello
Irpinia Falanghina 2015 di Bellaria
Ed infine le Falanghine dei Campi Flegrei; sono caratterizzate dalle note sulfuree del territorio e, talvolta, sono arricchite nel bouquet da fiori di tiglio. La beva è agevole, succosa e fresca; poi la sapidità e, spesso, la speziatura chiudono il sorso.
Anche in questo caso ricordo le migliori:
Campi Flegrei Falanghina Settevulcani 2015 di Martusciello Salvatore
Campi Flegrei Falanghina Vigna del Pino 2015 di Agnanum
Campi Flegrei Falanghina Cruna deLago 2014 di La Sibilla
Campi Flegrei Falanghina 2014 di Contrada Salandra
Campania Falanghina Strione 2011 di Astroni
Dai un'occhiata anche a:
- Max Mariola apre a Milano con il botto: 6000 prenotazioni fino a Pasqua
- Franciacorta, Festival sul Golfo di Napoli allo Yacht Club Stabia: territorio, metodo di produzione e vino. La MasterClass dedicata ai vini base per la creazione delle cuvée
- Femminile plurale: Oasis Sapori Antichi accoglie Sara Bertocchi del Frosch Restaurant, Irpinia e Trentino, mai state così vicine!
- L’Axel Munthe di Anacapri rappresentera’ la Campania alla finale nazionale del concorso di gelateria “Vittorio Bartyan”
- Dom Ruinart 2013 incontra la cucina di Domenico Stile. Matrimonio d’amore a Villa Laetitia
- Bolle di Puglia Experience l’eccellenza dello spumante made in Puglia con le donne del vino
- La pizza ai tre pomodori per la Giornata Mondiale del Pomodoro
- Summerwine 2024: la decima edizione nel segno di “Io Gusto”