di Marina Betto
Siamo a Gaiole in Chianti nel cuore del Chianti Classico eppure a Castello di Meleto si produce anche altro come la Malvasia Nera. La biodiversità è una ricchezza e in tempi di attenzione all’ecologia come i nostri il recupero di vitigni diversi è un valore da preservare. Camboi ha una storia lunga a partire del nome che è una crasi di campo di buoi, infatti un antico pascolo medioevale attivo fino agli anni sessanta è stato dedicato alla vigna con Malvasia nera dando il nome al vino. La Malvasia nera toscana è stata portata qui negli anni sessanta dalla Puglia e serviva ad arricchire l’uvaggio del Chianti.
Si tratta di un incrocio spontaneo tra Malvasia bianca e Negroamaro ed è un’uva che ben si adatta alle alte temperature, caratteristica questa da apprezzare in tempi di cambiamento climatico. E’ caratterizzata da aromi di frutta nera, spezie e mineralità che ha portato a scommettere su questo vitigno nel vigneto San Piero. Castello di Meleto, proprietà dei Ricasoli fino agli anni “50 nel 1968 diventa il primo crowdfunding italiano nel mondo del vino, evitando che un grande patrimonio terriero venisse abbandonato, nel 2018 viene deciso di stringere di più il legame con il territorio dando enfasi alla produzione territoriale e alla conservazione del paesaggio. Sono 130 ettari di vigneto distinti in 6 aree diverse tutte a biologico dove l’ambiente è salubre grazie ai boschi, dove la presenza delle api conferma la purezza dell’aria e gli olivi che circondano il Castello producono un ottimo olio. Castello di Meleto è entrato a far parte del Bio Distretto del Chianti, uno dei primi esempi a livello nazionale, eliminando ogni genere di materiale plastico, recuperando edifici rurali per creare un vero e proprio albergo diffuso.
Delle 6 zone diverse per pendenza, clima ed esposizione, composizione dei suoli e altimetria San Pietro in Avenano è l’area più ventilata dove si trova la vigna dedicata a Camboi prodotto da viti di 30/ 40 anni di Malvasia nera. In terra di Chianti Classico la Malvasia nera rappresenta il lato oscuro e questo è Camboi Igt Toscana rosso 2019 un sorso fruttato e floreale che evoca la mora selvatica, le ciliegie e l’erba medica, morbido in bocca con tannino sottilissimo che lo rende molto piacevole.
Non si possono però non citare altri vini dell’azienda come il Vigna Poggiarso Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2019 proveniente dalla vigna più alta della proprietà con i suoi sentori di spezie e pepe, succoso, fresco, vivace con quella nota alcolica un po’ pungente tipica chiantigiana.
Il Vigna Trebbio Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2019 una pennellata di spezie ed erbe, rose secche e viole, un vino etereo, elegante, molto ben integrato.
Il Vigna Casi Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2019 più austero nel ricordare i profumi boschivi di terra e humus, fungo, ma strutturato e lungo il suo sorso, e infine il Vin Santo del Chianti Classico DOCG 2011 vino da dessert al cioccolato. Una buona lettura del territorio viene offerta da questi vini che esprimono il rispetto del Chianti e la sua storia ma con un’apertura verso il nuovo dove trova posto Camboi con la sua unicità e originalità.
enoteca@castellomeleto.it
Dai un'occhiata anche a:
- I Vini di Tenuta Sette Ponti: dalla Toscana alla Sicilia
- La presentazione della guida dei rosé a Casa Setaro
- Vini Vignaflora
- Messorio 2005 Toscana igt, Le Macchiole
- Oysters and Wines Night – Venerdì 29 novembre
- Fattoria Talosa: enoturismo, storia e Vino Nobile di Montepulciano DOCG
- A confronto il Fiano di Avellino di Lapio e lo Chardonnay di Chablis
- Anteprime Toscana: Il Vino Nobile di Montepulciano