ALOVINI
Uva: aglianico e cabernet sauvignon in parti uguali
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Il tema dell’abbinamento tra i vitigni autoctoni e quelli internazionali è molto affascinante. Storicamente si è trattato del primo tentativo di coniugare la tradizione del territorio all’esperienza internazionale. Così alcuni enologi, Angelo Pizzi in Campania, Oronzo Alò in Basilicata, Severino Garofalo in Puglia e Calabria, hanno avviato questi blend all’inizio degli anni ’90 ottenendo dei buoni successi. Il Gravello di Severino resta uno dei capolavori di quegli anni, per la prima volta il Gaglioppo calabrese sale sulla ribalta internazionale. Oggi questo indirizzo enologico è un po’ criticato, si tende a vinificare i vitigni autoctoni in purezza e in alcune regioni come la Campania c’è addirittura il proibizionismo verso i vitigni internazionali con alcune eccezioni che non godono in verità di molta stima tra gli appassionati. Noi aborriamo le guerre di religione, figuriamoci se pensiamo di essere ideologici sul bere: siamo favorevoli ai vitigni autoctoni soprattuto come scelta strategica commerciale ma in primo luogo deve piacerci il bicchiere. Ora nel cuore di Genzano l’enologo Oronzo Alò ha avviato questa impresa sinergica con altri partner e l’ha chiamata Alovini. Lui cura la parte finale, l’affinamento in vasche di acciaio e in legno, l’imbottigliamento e la commercializzazione. L’esperienza maturata in tanti anni, tra cui quelli trascorsi nella vicina Acerenza con Basilium e a Venosa con la Cantina di Venosa, si riflette sin dalla prima vendemmia. Il Cabànico è un vino pacioso dove il cabernet e l’aglianico si alternano. Al naso prevale sicuramente il primo, come pure all’ingresso in bocca, poi l’aglianico riprende il sopravvento con la spalla acida sostenuta e soprattutto il finale amarognolo che ripulisce la bocca. Il cabernet in questo blend ha soprattutto una leggera funzione di morbidezza. Un vino corretto, in buon rapporto con il costo, da spendere sugli agnelli al forno e sui pecorini freschi o poco stagionati. O ancora su una zuppa di pesce molto robusta.
Sede a Genzano. Via Gramsci, 30. Tel. 0971.776732, fax 0971.776719. E mail: info@alovini.it. Enologo: Oronzo Alò. Ettari: 3 di proprietà. Bottiglie prodotte: 35.000. Vitigni: aglianico, cabernet sauvignon.