di Simona Paparatto
L’Oltrepò Pavese è un territorio lombardo piccolo e antico, che si insinua tra Emilia e Piemonte. Solcato dal fiume Po, si estende nella parte sud della provincia di Pavia. Stradella è la punta dell’Appennino più vicina al guado del Po, dove anticamente giungevano tutte le strade storiche, come la Via degli Abati e la Via Francigena. Per la sua posizione strategica, nel passato fu molto conteso, divenendo teatro di cruente battaglie: colonizzato già nel primo millennio a.C. da Liguri e Galli e conquistato dai romani, con la caduta dell’Impero subì numerose altre invasioni. Suddiviso in feudi nel X secolo d.C., seguì le vicende del Ducato di Milano, ma ceduto nel 1743 (Trattato di worms) da Maria Teresa d’Austria al re di Sardegna, Carlo Emanuele III di Savoia, divenne di fatto piemontese (“vecchio Piemonte”), fino al 1860 quando, con l’unità d’Italia, tornò ad essere pavese.
Oggi i suoi 78 comuni formano piacevoli e caratteristici paesaggi incastonati tra pianura, collina e montagna. Suggestivo è il susseguirsi di torri antiche, di castelli e di incantevoli borghi medievali, percorsi da vicolini silenziosi e discreti, dove la vita sembra essersi in qualche modo fermata. Le dolci colline piantate a vigna, che fanno da cornice ad un quadro spesso arricchito da una natura che sembra incontaminata, sono continua meta di enoturisti appassionati, italiani e stranieri.
Il Buttafuoco Storico è un vino profondamente radicato in questo contesto, trovando la sua elezione nella parte orientale dell’OP, chiuso tra i torrenti Versa, a est e Scuropasso, a ovest. I due corsi d’acqua ne delimitano l’altamente vocato areale, denominato Sperone di Stradella: 22 ettari nei comuni di Canneto Pavese, Castana, Montescano ed in parte nei comuni di Broni, Stradella, Pietra de’ Giorgi e Cicognola. Fa capo alla DOC istituita nell’agosto 2010 e tutelata dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, ma non solo!
Negli anni ’90 un gruppo di produttori si trovò a discutere sull’opportunità di poter ridare dignità ad una coltura della vite che aveva sfidato i secoli, ma che si era ormai affievolita, (si consideri che queste zone sono vitivinicole da sempre e dal ‘500 in poi, per secoli si coltivò solo vite), costituendo nel 1996, con audacia e spirito di appartenenza, il Club del Buttafuoco Storico. Insieme da 26 anni e legati indissolubilmente al territorio, questi apprezzabili produttori portano avanti un progetto sociale fortemente identitario: un sodalizio, una libera associazione costituita per dare valore e lustro ad un vino unico, storico, buono, che racconta una terra ed i suoi abitanti. Tanta è stata la partecipazione negli anni, degli “amici del Buttafuoco”, agronomi ed enologi sono tra i professionisti che nel tempo hanno collaborato e che tutt’ora si adoperano con dedizione, offrendo capacità, esperienza e sapere, per dare continuità all’associazione, garante di un prodotto di spessore, attraverso controlli scrupolosi, sia in vigna che in cantina.
Il rigoroso rispetto del Disciplinare impone esclusivamente l’uvaggio di uve autoctone dell’Oltrepò: Croatina (intensità tannica e colore), Barbera (spalla acida), Ughetta di Canneto – Vespolina – e Uva Rara (eleganza e austerità). Partecipano solo vigne che negli anni hanno generato Buttafuoco di altissima qualità, che fanno parte della zona storica e che sono iscritte all’Albo dei Vigneti della Regione Lombardia. Alta qualità e sostenibilità: basse produzioni, inerbimento, concimazioni organiche, nel rispetto del ciclo vitale della vite. Il nome della specifica vigna, che definisce e caratterizza il vino nel tempo, viene sempre menzionato in etichetta, così come il marchio, composto da un ovale che rievoca il ciüf, tipica botte leggermente schiacciata, sostenuto dalla scritta Buttafuoco, da cui partono due nastri rossi che rappresentano il Versa e lo Scuropasso. All’interno la sagoma di un veliero sospinto da vele infuocate a ricordare il varo della nave della Marina Imperiale austro-ungarica denominata Buttafuoco (1800).
Nel 2011 il Club ha ritenuto necessario creare una bottiglia consortile che comunicasse la sintesi del territorio, sottolineandone la qualità enologica. Il vino del Club vede ogni anno la partecipazione di un diverso enologo, a cui si chiede di donare il proprio savoir-faire, apponendo sempre data e firma in etichetta. Il vino dell’annata rappresentativo del Club, si chiama I Vignaioli del Buttafuoco Storico, nome che richiama un gruppo che, coeso e tenace, si adotta quotidianamente per conservare identità e tradizione. I vignaioli consegnano il vino vinificato della propria vigna all’enologo che, con un “lavoro di cesello”, crea una selezione di vigne consortili, assemblando sapientemente vini molto diversi tra loro per matrici di terreno. L’annata 2017, l’ultima in commercio, è stata firmata da Michele Zanardo, Vicepresidente Vicario del Comitato Nazionale Vini DOP e IGP, mentre la prima annata ha avuto la firma dell’enologo Mario Maffi. Ogni annata prodotta conta circa 7000 bottiglie.
Uno dei fattori fondamentali per produzioni qualitative di questo calibro è svolto dal clima, che è mediamente freddo in inverno e caldo e ben ventilato d’estate. Le vigne, che godono di esposizione ottimale e le correnti che si insinuano tra i filari nelle ore serali, offrono un’ottima escursione termica, consentendo maturazioni graduali e complete, permettendo ad ogni vigna di esprimere il proprio originale carattere, che si ritroverà nei vini, anche in virtù di differenti matrici geologiche. Sono infatti i terreni a fare la differenza! I suoli terziari, formatisi da sovrapposizione della placca Alpina con quella Appenninica, risalgono all’era del Messiniano (7,2-5,3 mln di anni fa) e fanno dello Sperone di Stradella una collina stratificata con ghiaie inglobate a sabbie (a Nord – le vigne sono molto ripide e le radici delle viti riescono a spingersi in grande profondità per attingere all’acqua anche durante le estati più aride. Le uve raggiungono ottimo grado di maturazione regalando vini ricchi dall’incisiva spinta acida e dal grande potenziale evolutivo), arenarie (parte centrale – compatte e a tratti affioranti, originano vini alcolici e tannici. Le viti sono molto resistenti alla siccità. Le uve trasmettono ai vini la mineralità del sottosuolo, ed evolvono austeri e complessi) e argille (a sud, basse pendenze – conferiscono vini alcolici e di grande corpo, solidi, rotondi ed intriganti). Nell’argilla la radice non ha bisogno di scendere in profondità quindi in evidenza troveremo il frutto ed una nota più fresca e giovane, nei vini, che saranno pronti prima, senza fare grandi invecchiamenti. Proseguendo verso le ghiaie, l’acqua scende sempre più in profondità quindi le radici sono obbligate ad allungarsi capillarmente, trasportando anche minerali che si riconfermeranno nella profumazione del vino e nella sua necessità di fare maggior invecchiamento: i vini di ghiaie ed arenarie hanno sempre bisogno di 1 -2 anni in più per esprimere il massimo della loro potenzialità.
La raccolta è manuale con cernita del singolo grappolo, delicata e meticolosa. La data di vendemmia è decisa da una commissione di campagna dedicata, che controlla costantemente le vigne (a causa del cambiamento climatico in corso, che ha visto un aumento del grado alcolico nel tempo, la commissione anticipa ogni anno la vendemmia di 2 giorni). Il Buttafuoco viene prodotto solo nelle annate migliori e ogni azienda, ancor prima di portarlo in commissione enologica, esegue proprie selezioni in casa. L’uvaggio non viene fatto secondo percentuali di uve, ma secondo il numero di ceppi in vigna, un parametro che ogni anno porta a proporzioni di uve diverse nel vino finale.
Le quattro uve si vinificano obbligatoriamente in maniera congiunta, in un unico vaso vinario, con attenzione maniacale a ciò che entra in vasca con vinificazioni quasi sempre in cemento ed a cappello sommerso. Ciò permette di ridurre le pratiche aggressive come follature e rimontaggi che mal si prestano alla Croatina, che non vuole grandi estrazioni. L’affinamento minimo è di 12 mesi in botti di rovere ed in bottiglia per successivi 6 mesi. Sull’etichetta sarà apposto il bollino che riporta il numero progressivo ed il numero dei fuochi, atto a dare un punteggio all’annata, deciso da una commissione esterna, secondo la scheda dell’Union International des Oenologues (da 80 a 85/100, 3 fuochi; da 86 a 90/100, 4 fuochi; da 91 a 95/100, 5 fuochi; da 96 a 100/100, 6 fuochi). L’unica annata ad aver fin ora preso il punteggio massimo di 6 fuochi è la 2007. I vini idonei saranno commercializzati dalla mezzanotte della seconda domenica di novembre, passati tre anni dalla vendemmia.
Citato anche da Carlo Porta, che assegna il nome Buttafuoco ad un vino dalle sensazioni forti prodotto sulle colline di Stradella (Buta me al feug!), il Club rimanda l’origine del nome alla leggendaria storia di una battaglia non combattuta: nel 1859, durante la seconda guerra di indipendenza, l’OP fu teatro della battaglia di Montebello, nei pressi di Casteggio (con l’eccidio della famiglia Cignoli, dipinto anche sugli Arazzi esposti nei Musei Vaticani). Il Lombardo Veneto, schierato contro i franco-piemontesi, sfruttando il corso del fiume traghettava persone ed armamenti da una riva all’altra. Scritti dell’epoca narrano di un ammutinamento: alcuni marinai imperiali, impegnati in queste operazioni e poi spostati a combattere sulle colline pavesi, non vollero andare sul fronte, fermandosi a bere vino nelle cantine del territorio, ubriacandosi candidamente! L’unica strage che fecero fu quella di botti e bottiglie! Il nome Buttafuoco nacque dunque da qui, dal vino, capace di attirare i marinai più del fuoco della battaglia. Il nome fu depositato, con atto ufficiale, nel 1860.
Il Buttafuoco Storico è un vino fermo, riconoscibile per doti di acidità, tannino, corpo ed alcolicità: potente ed etereo si presta al lungo invecchiamento.
Di seguito la coinvolgente esperienza degustativa svoltasi pochi giorni fa nella sede del Club del Buttafuoco Storico, in Canneto Pavese, alla presenza del Direttore del Club, il pacato e scrupoloso Armando Colombi e del suo Presidente, l’erudito ed enfatico Davide Calvi.
In degustazione una verticale di 12 vini, dall’annata 2000 alla 2021. Tutti assaggi davvero sorprendenti su cui ci sarebbe molto da disquisire. Le annate più vecchie hanno fatto emergere note di tipo minerale, speziature, cioccolato, caffè, tabacco tostato, sottobosco, hummus; di contro, le annate recenti, partendo dalla 2012, hanno sfoggiato marcatamente il frutto, insieme a note fresche, balsamiche e tostate. I vini della Sottozona Argilla, si sono rivelati più godibili e versatili, meno difficili, a tratti scalpitanti, comunque più pronti. Chiusi e aspri si sono presentati alcuni vini giovani delle Ghiaie (hanno bisogno di affinare almeno un paio d’anni prima di poter diventare “piacevolmente austeri”), anche se in questi abbiamo riscontrato profumi ammiccanti, accattivanti e goduriosi. Sorprendente in quasi tutti i campioni la prorompente nota fresco-sapida, in grado di spalleggiare molto bene il tannino, rendendo impercettibile l’alcolicità, nonostante i 15 (a vote 16) gradi.
Questi sono i vini che più ho apprezzato:
Vigna Montarzolo 2000 Sottozona Arenaria – Il bouquet è ampio e variegato con note speziate di pepe nero e cannella, poi sottobosco e cacao amaro, grafite. La grande mineralità si esprime con evidenti profumi di pietra focaia. Audace al palato: il tannino incontra la spalla fresco-sapida, donando ottima sinergia. Fine, elegante, equilibrato, chiude con riverbero speziato.
Vigna Pitturina 2007 Sottozona Arenaria – Splendido granato, luminoso. Ampio e suadente nei profumi di piccoli frutti neri in confettura, di erbe officinali(canfora), che lasciano spazio a sbuffi gessosi ed a piacevoli tostature. Una spinta balsamica rinfrescante, rende dinamico il sorso, mentre una sensazione eterea veicola note di speziature di liquirizia e ginepro.
Audace e sorprendente al palato: Il sorso è pieno, caldo, morbido e corposo. l’elevata alcolicità è sapientemente mitigata da una entusiasmante freschezza che concorre in perfetto equilibrio con un tannino integrato ed avvolgente. La gustosa sapidità spinge di nuovo alla beva, accompagnando verso una chiusura lunghissima ed appagante.
Vigna Catelotta 2011 Sottozona Argilla – Intenso ed elegante nei profumi di frutta rossa croccante e polposa anche in confettura, di tabacco biondo, con note vegetali di sottobosco e grafite. Una seduttiva nota balsamica invoglia all’assaggio. In bocca è suadente, con tannini ben evoluti, che fanno da spina dorsale alla struttura del vino, di grande corpo e capace di sorprendere per doti di freschezza e sapidità che lo rendono agile e leggiadro, nonostante l’imponente alcolicità. In chiusura, lunga la persistenza con il ritorno al frutto. Gustoso e persuasivo.
I produttori del Buttafuoco Storico associati al Consorzio, sono attualmente 18, con 20 vigne, per una produzione annua di 90 mila bottiglie. Eccoli di seguito elencati:
Vigna Poggio Cà Cagnoni e Vigna Poggio della Guerra
Fabio Barbieri, az. Ag. Diana Sottozona Argille – Castana
www.buttafuocostorico.com/azienda-agricola-quartidue/
Vigna Pregana
Az. Ag. Quaquarini Francesco S.S. Sottozona Argille – Canneto Pavese
Vigna Sacca del Prete e Vigna Solenga
Az. Ag. Fiamberti Giulio Sottozona Ghiaie – Stradella
Vigna Badalucca
Az. Ag. Il Poggio di Alessi Roberto Sottozona Ghiaie – Broni
www.moscatodivolpara.it mail: alessi@moscatodivolpara.it
Vigna Catelotta
Tenuta La Costa di C. e G. Calvi Sottozona Argille – Castana
Vigna Pitturina
Az. Ag. Poggio Rebasti Sottozona Arenarie – Montescano
www.buttafuocostorico.com/azienda/agricola/poggio/rebasti/
Vigna Costera e Vigna Rogolino
Az. Ag. Maggi Francesco Sottozona Arenarie – Montescano
Vigna Bricco in Versira
Az. Ag. Piovani Massimo Sottozona Arenarie Canneto Pavese
www.buttafuocostorico.com/azienda/agricola/piovani/massimo/
Vigna del Garlenzo
Az. Ag. Giorgi Franco Sottozona Argille – Montescano
Vigna Casa del Corno
Az. Giorgi F.lli Sottozona Ghiaie – Canneto Pavese
Vigna Pianlong
Cantina Scuropasso Srl Soc. Ag. Sottozona Ghiaie – Canneto Pavese
www.buttafuocostorico.com/azienda-agricola-moscarino-scuropasso/
Vigna di Frach
Az. Ag. Cignoli Doro Sottozona Argille – Castana
www.buttafuocostorico.com/azienda-agricola-cignoli/
Vigna Casa Barnaba
Az. Ag. Colombi Francesco Sottozona Argille – Castana
www.buttafuocostorico.com/azienda-agricola-colombi-francesco/
Vigna canne
Az. Ag. Riccardi Luigi Sottozona Arenarie – Montescano
www.buttafuocostorico.com/azienda-agricola-riccardi-luigi/
Vigna Cà Padroni
Piccolo Bacco dei Quaroni Tommaso cavalli Sottozona Argille – Castana
Vigna Montarzolo
Az. Vin. Calvi di Davide Calvi Sottozona Arenarie – Castana
Vigna Carì
Az. Ag. Bruno Verdi di Paolo Verdi Sottozona Ghiaie – Broni
Consorzio Club del Buttafuoco Storico
Fraz. Vigalone 106, Canneto Pavese PV
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