di Ilaria Pipola
Eccolo è arrivato il Taste of Roma, la prima edizione della capitale di questa manifestazione gastronomica ormai famosa ai più per l’edizione di Londra, ma anche per le tre milanesi. Quest’anno tocca a Roma, la location, i giardini sospesi dell’Auditorium Parco della Musica, è la cornice perfetta dei 12 stand di alcuni tra i ristoranti migliori della capitale, alcuni stellati, altri pronti a riceverla. I sesterzi sono la moneta con cui acquistare il biglietto ed acquistare i piatti, in totale 36, proposti dagli chef , tutti presenti nel loro stand.
Iniziamo il viaggio gastronomico dall’Imago, ristorante dell’Hotel Hassler, capeggiato dal solare Francesco Apreda. Tra i tre piatti proposti assaggio Uovo e pomodoro, pane cafone e carbone di melanzane, leggero, equilibrato, con un bagaglio storico alle spalle, tipico piatto campano, ma arricchito dall’innovazione di un sapore delicato e tradizionale allo stesso tempo. Come inizio niente male.
Continuo con Arcangelo Dandini, ristorante L’Arcangelo, conosco bene la sua cucina, e per me lui rappresenta il migliore supplì di Roma, ma in quest’occasione assaggio un piatto, ripreso da una vecchia hosteria “Il Quagliaro” alla Garbatella, prossimo nel suo menù, Ciriola, quaglie, broccoletti ajo e ojo, molto gustoso e non stucchevole, la quaglia, a me un po’ ostica, ma mi devo ricredere, ha un buon sapore che si lega perfettamente al broccoletto, un bel connubio.
Una bella scoperta è Giulio Terrinoni, che non avevo avuto ancora il piacere di conoscere, del ristorante Acquolina Hostaria in Roma. Uno chef con grande creatività e fantasia, tant’è che ho provato il Freddo di cipolle rosse con ostriche e pane al gorgonzola, solo il nome è un programma, ma è un piatto molto interessante. Al primo boccone si gela il palato, dà la stessa sensazione della granita, veramente gustoso, anche per chi non ama la cipolla, rimane gradevole.
Già abbastanza appagata passo da Angelo Troiani del ristorante Il Convivio Troiani, uno chef eclettico, che mi propone la Rosetta de “Il Convivio” con kebab di coniglio in porchetta, funghi porcini e zenzero, un piatto ricco di sapori, che paradossalmente si intersecano tra di loro, ma allo stesso tempo si distinguono perfettamente. Una vera delizia, ma confesso anche una veloce forchettata alla sua matriciana, il mio piatto preferito, che direi ottima veramente.
Arrivo allo stand di Agata Parisella del ristorante Agata e Romeo, una signora gentile e sorridente, che mi offre due assaggi interessanti, una mouse di Caprese, curiosa, visto che il sapore è identico, ma la sostanza è assente, quindi appariscente, ma poco appagante per lo stomaco. Molto buono invece lo Stecco di baccalà con salsa guacamole e peperoni piccanti, piatto simpatico nella presentazione, in cui sapori forti si incontrano, creando un equilibrio piacevole e gustoso, uno non basta!
Subito dopo Roy Caceres del ristorante Metamorfosi, uno chef estroso e pieno di talento, di cui provo Riso-rosso-cremoso, Fassona di Optima Carne, blu del Monviso in erbe. Già gli ingredienti parlano da soli, abbinamento originale e sapore piacevole.
Accanto lo stand di Adrea Fusco del ristorante Giuda Ballerino, in cui mi è saltato subito all’occhio il tiramisù dentro uno stick, sembrava un rossetto, ancora lo devo assaggiare, mi piace troppo così!
Provo, invece, Tortellini di ricotta e funghi, guancia al Cesanese, e cloro filla di rucola, un bel primo gustoso ed appagante, con i tortellini che si sciolgono in bocca, lasciando lentamente posto ai sapori più forti della ricotta e dei funghi.
Per la prima volta incontro lo chef Kotaro Noda del Magnolia Restaurant at Jumeirah Grand Hotel Via Veneto, che presenta piatti molto fantasiosi e esteticamente attraenti, come il Giardino Zen, ma anche piatti più semplici, come Tartare di Manzo con maionese Affumicata e Mostarda.
Piena di tutte queste bontà continuo il mio giro, approdando allo stand di Riccardo Di Giacinto, del ristorante All’Oro, assaggiando un suo cavallo di battaglia: Rocher di coda alla vaccinara con gelèe di sedano, mi ha colpito molto la presentazione e l’originalità di questo piatto, che appaga gli occhi quanto il palato.
La chef più famosa ed estrosa che abbiamo a Roma, Cristina Bowerman del ristorante Glass Hostaria, mi fa assaggiare due piatti interessanti: Panino artigianale con maionese al passito e fegato grasso. Patatine fritte e ketchup al mango; Fico settembrino, pancia di maiale e ricotta di bufala, saba e pepe verde. Ricchi di ingredienti e veramente gustosi, si nota la sua “scuola” inglese per l’abbinamento e per il mix di sapori.
Uno dei piatti che mi è piaciuto di più è il Tortello con ragù di maialino da latte leggermente piccante di Antony Genovese del Il Pagliaccio. La tradizione calabrese è il cuore di questo piatto, ma la mano dello chef lo rende attuale, leggero e delicato al palato.
Chiudo in bellezza con Alessandro Pipero, che con il suo chef Luciano Monosilio, del ristorante Pipero al Rex, che i tra i piatti mi ha deliziato con l’ormai famoso Crudo D’Oca mela e senape e la new entry Il Pipphero ghiacciato, una specie di calippo, con ananas e cocco, che devo dire per finire la carrellata di piatti assaggiati è perfetto.
Presente anche lo stand dell’Enoteca Trimani con il Wine Bar Trimani, con vini in abbinamento per i piatti del Taste, ma anche gli champagne di Perrier-Jouët e il prosecco de La Tordera hanno il loro perchè.
Una bella prima edizione del Taste of Roma, che ha riscosso successo e ha incuriosito e avvicinato i più al mondo della cucina gourmet.
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