Campania e Toscana, vite non parallele: a proposito delle inchieste giudiziarie sull’agroalimentare
Inchiesta sulla diossina presente nel latte della mozzarella di bufala
Immediatamente le notizie dei sequestri si diffondono con comunicati ufficiali delle forze dell’ordine e dopo, come è giusto che sia, sull’Ansa, tutti i quotidiani che si stampano in Campania, e poi su quelli nazionali ed esteri per non parlare delle tv. Evviva: la trasparenza dell’informazione, la fruibilità delle notizie è una delle poche cose in grado di tutelare il consumatore e gli appassionati in Italia in questo momento. Il Consorzio dal canto suo acquista delle pagine per spiegare le reali dimensioni dell’azione giudiziaria, emette un comunicato in cui ribadisce che, proprio in base a quanto sta avvenendo, è il marchio dop la principale garanzia della qualità di filiera. Saranno i fatti e l’esito delle indagini a farci sapere la verità.Inchiesta sul Brunello taroccato. Ne leggiamo notizia (non smentita) sul Blog di Franco Ziliani, poi rilanciata, come di consueto, da Roberto Giuliani (non smentita). Ricevo una telefonata a Pasquetta da un noto esponente del mondo del vino italiano di New York che mi snocciola addirittura i nomi delle aziende coinvolte con tanto di avvisi di garanzia, una vicenda di tali proporzioni che, se fosse vera, metterebbe in discussione seriamente l’affidabilità della filiera del Brunello. Del resto, tanto per dirne una, l’uso di vino (e di olio) del Sud in aziende del Nord è uno dei segreti di Pulcinella in Italia, ancora oggi praticato soprattutto quando ci sono annate dure come la 2005 e la 2006 nelle quali grandinate e piogge mettono in discussione la capacità dell’offerta di far fronte alla domanda. La cosa che più colpisce è al momento il silenzio tombale sull’argomento, simile a quello seguito all’articolo di Nicola Dante Basile sul Sole di qualche anno fa quando scrisse di aver trovato Brunello del 1998 a 5 euro nelle grandi catene di distribuzione durante la grande crisi seguita all’abbattimento delle Torri Gemelle.PremessoChe un avviso di garanzia non è una condanna, lo dice la parola stessa, ma un atto dovuto a tutela dell’indagato.Che ogni indagine e notizia sull’indagine è legittimamente pubblicabile non appena ne viene a conoscenza l’indagato e che queste azioni giudiziarie alla fine fanno solo bene a chi lavora seriamente perché, se all’inizio offuscano l’immagine del prodotto, alla lunga fanno emergere quelle aziende capaci, oggi in realtà danneggiate dalle manipolazioni delle regole e dalla violazione della legge.Premesso che queste notizie, sulla mozzarella alla diossina e sul Brunello taroccato possono essere solo boatosMi chiedoCome mai sulla mozzarella sappiamo minuto per minuto sulla stampa quello che accade mentre del Brunello poco o nulla? E’ solo una balla totale? E allora perché il Consorzio del Brunello, come ha fatto quello della Mozzarella, non emette un comunicato per smentire ufficialmente le notizie che al momento circolano solo in rete o sul filo (per modo di dire) del telefono?I giornalisti che hanno fatto il loro dovere raccontando i problemi della mozzarella campana sapranno e vorranno fare altrettanto sul mercato del vino in Toscana?
Luciano, leggo il tuo intervento sul tema Mozzarella di bufala e Brunello di Montalcino, all’interno del quale segnali quanto ho scritto su quanto sta accadendo a Montalcino. Ringrazio per la citazione, ma per quanto riguarda il finale, laddove ti chiedi “I giornalisti che hanno fatto il loro dovere raccontando i problemi della Campania sapranno e vorranno fare altrettanto sul mercato del vino in Toscana?”, io ho la coscienza a posto, come ho dimostrato in questo caso dando una notizia che altri non avevano ancora ritenuto, chissà perchè, di dare.
Saluti
Franco Ziliani
www.vinoalvino.org
www.vinowire.com
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