di Stefano Tesi
E’ risaputo: adoro le verticali.
Ti danno una visione prospettica che aiuta moltissimo a memorizzare, a capire l’evoluzione degli stili, dell’agronomia, ovviamente del vino stesso e in fondo anche della personalità di chi li produce. Ed è di gran conforto, durante l’assaggio, avere la presenza fisica, ma discreta, di chi le bottiglie in degustazione le ha fatte tutte o quasi e quindi per ogni annata riesce a rievocare ricordi, aneddoti, esperienze da raccontare per mettere meglio a fuoco l’insieme. Nonché ad assecondare le domande non sempre compiacenti dei giornalisti.Ho avuto questa fortuna quando, tempo fa, sono stato invitato da Francesco Marone Cinzano a Col d’Orcia, una delle aziende storiche montalcinesi, per una verticale di Brunello e Brunello riserva dal 1965 al 2010. Un‘opportunità fuori da comune sia per l’amplissima forcella cronologica tra le annate, sia per il fatto, ancora più raro, che tutte le annate proposte sono ancora in commercio.
La famiglia Marone Cinzano possiede l’azienda dal 1973. Oggi gli ettari vitati, dal 2013 certificati a biologico, sono 140, dei quali 108 a Brunello: ciò fa di Col d’Orcia la terza maggiore azienda produttrice di Brunello (circa 250mila bottiglie l’anno, di cui 25mila del cru Poggio al Vento Riserva) e l’azienda vitivinicola biologica più grande della Toscana.
Ecco la sequenza.
Brunello 2010: bel rubino di tonalità medio-chiara con riflessi caldi. Al naso è profondo e complesso, con accenni selvatici e uno spiccato sentore di marasca. In bocca altrettanta complessità, morbido e lungo, con un finale appena dolce che sorprende un po’.
Brunello 2008: di colore rubino pieno, profumo molto fine ed elegante, quasi austero, molto asciutto. Al gusto è speculare: elegantissimo nella sua severità, bel nerbo, gran corpo.
Brunello 2007: bellissimo colore rubino pieno e rotondo, all’olfatto è tenue ma rivela grande pienezza ed eleganza, un vino molto tipico e coerente. In bocca è composito e progressivo, ha un corpo piacevole, gusto netto.
Brunello 2006: rubino medio tendente allo scuro, appena granato. Profumi screziati e non invadenti di funghi, sottobosco, cuoio e vaghi sentori di pomodoro. In bocca è severo e asciutto, molto austero, con una coda amarognola.
Brunello 2001: colore rubino profondo, piuttosto scuro. Al naso è fine, etereo, con note terziarie non ridondanti, molto elegante. In bocca è mutevole, dopo un ingresso un po’ brusco si distende in lunghezza evolvendosi da spigoloso in cangiante.
Brunello 1999: rubino scurissimo con accenni aranciati. Profumi terziari in prima linea: cuoio usato, sella, fogliame e sottobosco, finale balsamico. In bocca invece risulta un po’ polveroso e scomposto, tannini non perfetti.
Brunello 1995: di colore rubino medioscuro, rivela un profumo molto fine e mutevole, che spazia dalle castagne al pomodoro cotto. In bocca non è lunghissimo, ma caldo e piacevole, giustamente asciutto.
Brunello 1990: colore rubino con unghia aranciata, profumo caratteristico di sella, funghi secchi, cuoio non trattato, bella morbidezza e progressività. Si ripete in bocca rivelandosi pienamente integro, elegante e lungo, ricco di sentori mutevoli.
Brunello 1988: toni aranciati ma non troppo, al naso è molto lineare con note terziarie e finezza in equilibrio, balsamico nel finale. In bocca è magnifico con note di residua freschezza, rotondo e pieno, di grande complessità.
Brunello 1982: molto scuro con forti riflessi aranciati, nonostante la forte terziarizzazione è al naso ancora relativamente integro. Dà però il meglio di sé in bocca, dove risulta lungo e pienamente godibile per finezza e eleganza.
Brunello 1977 riserva: note aranciate marcate, ma non troppo scarico. All’olfatto offre una linearità antica e una semplicità elegante, estremamente godibile, risultando ancora integro. L’impressione di piacevolezza ed eleganza si ripete al sorso, con compostezza e continuità.
Brunello 1975 riserva: medioscuro, molto aranciato. Un naso “antico”, molto avvolgente, con spiccati e progressivi sentori terziari, mai tuttavia stucchevoli o soverchianti. In bocca è ancora piacevole, lungo e relativamente fresco, un gran vino non banale né prevedibile.
Brunello 1973 riserva: molto aranciato, opaco alla vista, ha profumi variegati e ondivaghi, intriganti, che vanno dal mosto alla liquirizia in una continua evoluzione. Meno vivo in bocca, ove rivela tutti i suoi anni ma risulta comunque apprezzabile.
Brunello 1968 riserva: cupo tendente al marrone, rivela un profumo di sorprendente ricchezza, balsamico e integro in considerazione dell’età. Al palato è perfino migliore: agile, elegante, bevibile.
Brunello 1965 riserva: campione non giudicabile a causa della bottiglia difettosa, ma trovarsi davanti un vino di cinquant’anni che, all’epoca, fece otto anni di legno è comunque un’emozione.
Col d’OrciaVia Giuncheti, Montalcino (SI)
Tel. 0577 80891
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