di Paolo Mazzola
Prima di entrare nel vivo dell’articolo vorrei raccontare la mia sensazione rilassata e di piacere nel fare quest’intervista : Brooks ha sorriso per quasi tutta l’ora che mi ha dedicato, con il piacere e la consapevolezza di chi sta compiendo una cosa importante nella quale crede fino in fondo; intorno a noi nella birreria di Eataly c’erano tanti ragazzi che lavoravano con entusiasmo, un ambiente giovane che sta costruendo pezzo per pezzo il proprio futuro.
Atmosfere alle quali siamo ormai poco abituati, in un paese che soffre in maniera indicibile per la crisi economica, ma anche crisi di idee, di inventiva, di innovazione.
Altre volte a Roma ho provato sensazioni quasi simili, ovviamente in contesti molto più piccoli, nel mondo della birra artigianale, soprattutto al Bir&Fud di via Benedetta, ma anche al Macchè e in parte all’Open; le persone che ci lavorano entrano nel ruolo e si sentono parte di questo mondo che cresce e si sviluppa e ti comunicano nel servizio questo loro entusiasmo.
Brooks nasce negli U.S.A. 29 anni fa, ma già a 7 anni si trasferisce con i suoi genitori a Roma, si appassiona alla birra artigianale all’età di 22-23 anni, complice un amico belga, e si innamora dei grandi classici e nonostante il tempo trascorso nel paese delle American Pale Ales confessa che la sue birre preferite sono le trappiste Rochefort 10 e Westmalle Triple. Inizia con l’homebrewing e trova appassionante la produzione dei cloni di birre famose , fino a che nel 2008 non incontra Leonardo Di Vincenzo di Birra del Borgo a cui chiede di fare uno stage presso la sua azienda birraria. Inizia nell’agosto del 2008 con qualche attività fieristica e a gennaio 2009 a viene assunto come aiutante di Andrea Lecchini, birraio del Borgo. Già all’assunzione gli viene prospettato il progetto di Eataly New York ..bisogna però lavorare sodo per dimostrare di essere all’altezza!
Eataly New York
Dopo il training con Birra del Borgo, parte alla volta di New York per avviare la birreria situata al 14°piano del grattacielo nel centro di Manhattan. Impianto americano da 4 hl/cotta con 2 fermentatori da 8 hl. 300 hl la produzione di quest’anno…un grande successo, “Birreria” il nome del brewpub, 200 i posti a sedere .
Molto curiosi informati e competenti i newyorkesi, in molti hanno letto qualcosa sulle birre artigianali italiane e vogliono completare la conoscenza di questo mondo ,tale successo non era del tutto atteso, perchè New York non è al top negli U.S.A. per conoscenza della birra artigianale e presenza di brewpub, come invece all’East lo sono Boston e Philadelphia. Per questo all’inizio si pensava che clienti potessero essere quasi esclusivamente Manhattaners, invece il pubblico del pub è molto variegato con discreta presenza di turisti.
La Birreria produce solo birra in cask, 3 Resident Beers, nate dalla collaborazione dei 3 soci ( oltre ad Oscar Farinetti of course) Teo Musso di Baladin, Leonardo Di Vincenzo di Birra del Borgo e Sam Calagione di Dogfish Head:
Gina : ( da Gina Lollobrigida) una american pale ale aromatizzata con timo selvatico proveniente da Borgorose.
Sofia : ( da Sofia Loren) una saison aromatizzata al pepe
Vanda : ( da Vanda Osiris) una mild ale di 4,5°alc, alle castagne, con il 20% di castagne essiccate su legno di castagno. Grande successo ha questa birra che risulta la più venduta ; lo stile “alla castagna” viene identificato come tipico, una via italiana alla birra artigianale.
Prodotte diverse birre collaborative, tra cui una coffee stout con chicchi di caffè Vergnani ed un concentrato di caffè estratto a freddo di Kickstand, azienda di Brooklyn.
L’offerta del brewpub “Birreria” è:
3 birre in cask a pompa: 2 Resident Beers e 1 a rotazione
10 spine diverse: 2 birre di Baladin, 2 di Birra del Borgo, 2 di Dogfish Head e 4 birre di birrifici ospiti a rotazione, sia italiane che americane.
Visto il successo del brewpub a Eataly NewYork si è deciso di replicare a Roma l’esperienza .
Prima di partire però Brooks completa la formazione( come era stato fatto per lui) del suo sostituto Peter Hepp, un homebrewer americano…( ad aprile il test definitivo superato!)
Eataly Roma
Aperto solo da 3 settimane, è tutto un divenire. Impianto Spadoni da 5 hl/cotta, a rappresentare le eccellenze italiane nell’impiantistica birraria.
Inserito al primo piano della struttura quindi dentro Eataly e non su un terrazzo come a NewYork, dove è più isolato dal contesto, la birra può accompagnare tutti i pasti dei diversi ristoranti di Eataly. Si possono portare piatti da un qualsiasi ristorante nel brewpub e scegliere la birra o l’ abbinamento preferito.
3 birre in cask, a pompa , da decidere…
10 spine ( 2 birre di Teo, 2 di Leonardo, 2 di Sam e 4 a rotazione)
Le prime impressioni di Brooks mi stupiscono, trova il pubblico romano meno informato e preparato di quello newyorkese, generalmente sorpreso perché non immagina di trovare un brewpub a Roma; mi viene spontaneo pensare come noi a volte immersi in questo mondo, pensiamo a Roma come capitale europea della birra artigianale e non comprendiamo quanto facciamo parte di un piccolo mondo e quanto ancora sia poco informata la maggior parte della gente!!
Solo da 3 giorni è iniziata la produzione, con le difficoltà delle varie autorizzazioni ( solo una settimana in più di NewYork per la burocrazia, Farinetti sveglia i burocrati ?).
Consuntivo del primo mese : pubblico giovane e numeroso, avventori perlopiù casuali, molti turisti, americani in buon numero.. un inizio promettente!!
Negli scaffali molte birre, con una presenza importante di A.BI. Lazio, l’associazione birrai del Lazio di cui Leonardo è presidente.
Il 24 luglio cotta pubblica per 20 persone “La prima cotta non si scorsa mai, anche da Eataly Roma”con Leonardo Di Vincenzo, Andrea Lecchini e Brooks Carretta.
Eataly Chicago
Chissà…nel 2013 si vedrà….
Provate :
Indian Brown Ale di Dogfish Head
Definita un incrocio fra una Scotch Ale, una American Brown Ale e una India Pale Ale. Molto ben bilanciata e piacevole, con le tostature del malto in bella evidenza ed un luppolo abbondante ma non totalizzante. Piena, morbida ed equilibrata, 7,2°alc
Midas Touch di Dogfish Head
Nata in Turchia da un progetto di riprodurre birre antiche, nello specifico simile a quanto trovato negli antichi recipienti di 2700 anni fa della tomba di Re Mida. Patrick McGowen ha fatto ricerche genetiche sulle birre contenute nelle anfore nell’antichità ed ha anche scritto un libro a proposito. 9°alc., morbida e maltosa, con aggiunta di miele, zafferano e uva moscato. Sensazione di frutta secca, nocciole e mandorle, birra molto avvolgente e complessa.
Si ringrazia Andrea Federici per la foto della vetrata di Eataly.