COLACINO
Uva: gaglioppo arvino, greco nero, nerello cappuccio, magliocco canino, sangiovese, malvasia bianca, pecorino
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Ecco un rosso di nuova concezione, ove l’aggettivo ha una valenza assolutamente positiva perché non intende legno tostato e vaniglia, bensì un ottimo rapporto tra la frutta esuberante del Sud coltivata ad alberello nel comune di Marzi in provincia di Cosenza, siamo in collina tra i 400 e i 500 metri sul mare, e l’elevamento in botti di castagno nelle quali il vino arriva dopo aver svolto anche la malolattica in acciaio. Si torna ormai progressivamente ad una relazione equilibrata di cui si avverte particolarmente bisogno non fosse altro per evitare l’omologazione in una paese la cui ricchezza è la diversità. Come quella delle uve usate, tutte autoctone, coltivate insieme come si è sempre fatto in campagna, le cui caratteristiche si compensano a vicenda durante la lavorazione: l’uso dei vitigni in purezza si è affermato solo di recente con tanta determinazione. L’azienda fu fondata da Vittorio Colacino, medico con la passione della campagna, adesso i figli Mauro e Maria Teresa ne hanno fatto la loro ragione di vita e proprio nel 2004, l’avvio con l’aiuto di Mario Ercolino, hanno iniziato ad imbottigliare il loro vino. Il Britto ha il merito di rilanciare una doc un po’ dimenticata, e soprattutto di essere davvero un grande rosso: il naso presenta una ricchezza impressionante di frutta matura del Sud, ben evoluta ma non cotta, prevale in maniera nitida l’amarena, il legno discretto ha solo approfondito e allargato uno spettro di sentori assolutamente naturale, tra cui ritroviamo traccia nelle corroboranti note balsamiche che fanno da sottofondo. In bocca il Britto si rivela potente, vino da alta quota con l’alcol ben ammagliato alla struttura complessiva della costruzione, grande struttura, decisa freschezza capace di imprimere la rincorsa necessaria dall’inizio sino alla fine e che impedisce al palato di stancarsi di fronte a parametri così alti. Appena tremila bottiglie in questa prima versione che, nonostante i due anni passati in elevamento in legno, ha ancora bisogno di un po’ di vetro per comporsi e iniziare un discreto invecchiamento. Nonostante l’altezza dei vigneti e l’annata non particolarmente eccessiva, si sente immediata la potenza della frutta al Sud, la natura che non ha bisogno di molti supporti per potersi esprimere al meglio. Sicuramente il Britto va bevuto con un po’ di formaggio importante, pensiamo ovviamente al Crotonese o a un caciocavallo silano stagionato, oppure su un crostino con della buona ‘nduja.
Sede a Rogliano. Via Guarasci, 5. Tel e fax 0984.961034. www.colacino.it. vini@colacino.it. Enologo: Sieghard Vaja. Ettari: 20. Bottiglie prodotte: 25.000. Vitigni: gaglioppo arvino, greco nero, nerello cappuccio, magliocco canino, sangiovese, malvasia bianca, pecorino
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