di Monica Bianciardi
Un caldo ed assolato fine agosto a Barolo, le campane del Palazzo Comunale suonano i loro rintocchi già dalle prime ore del mattino. Il panorama dalle finestre rivela da un lato un mare di vigneti e dall’altro il borgo storico che riempie lo sfondo con la sua serie di palazzi e torrette in mattoni. I vigneti, sotto il sole, combattono la carenza di acqua, affondano le radici nel terreno inaridito da questa inusuale estate particolarmente siccitosa. I grappoli di Nebbiolo continuano la lenta maturazione sotto il fogliame che con la sua ombra li protegge dai raggi solari.
La cantina Brezza si trova adiacente al centro di Barolo. Azienda storica il cui passato si intreccia con quella dei Marchesi di Barolo, dai quali comprarono le terre e molti dei migliori appezzamenti vinicoli nel 1880. L’antica cantina, offre in questa calda giornata, un ottimo refrigerio con il suo soffitto a volte in cui le grandi botti di Rovere riposano colme di Nebbiolo atto a divenire Barolo. Il Barolo sosta nelle botti per almeno per 2 anni conferendo ai vini le migliori caratteristiche e completando in bottiglia il periodo di affinamento. Nella cantina di Giacomo Brezza i saperi sono tramandati da generazione in generazione insieme ad una raccolta di macchinari e manufatti utilizzati durante gli anni. Testimoni di un passato ancora vivo, oggetti con meccanismi arcaici e foto in bianco e nero, mostrano l’indole da cui scaturisce la storia della cantina.Tradizione e gesti ripetuti si tramandano da padre in figlio, così come il modo di fare il vino sempre nello stesso modo. Le poche innovazioni sono state introdotte con cambiamenti necessari per migliorarne la lavorazione, ma non lo stile.
Nel 1910 il vino fu imbottigliato come Brezza. Giacomo Brezza oggi gestisce 16 ettari di vigneto, vinificando esclusivamente uve provenienti dalle sue proprietà. La gestione dei vigneti è biologica, tesa verso pratiche che non prevedono uso di sostanze chimiche. In cantina è preservato l’utilizzo dei lieviti indigeni, i vini non subiscono filtrazioni né chiarifiche. I terreni sono coltivati con la saggezza antica in un gioco di equilibri da cui possano scaturire uve sane. Un modo di concepire la viticoltura che nasce più dalla concretezza che dalla poesia secondo la quale “Un grande vino può nascere solo da grandi uve». ”
Tasting Notes
Barolo Brezza 2013
Il Barolo di ingresso di Brezza si rivela con un rubino trasparente e dall’olfatto molto espressivo e fragrante con frutti rossi piccoli e maturi e sentori balsamici e floreali. Un ottima fattura con un buon equilibrio dimostra eleganza e piacevolezza anche da giovane.
Brezza Barolo Sarmassa 2013
Anticamente chiamata Salmassa, ovvero ” salmastra” costituito da argilla e limo con componenti MARNE DI SANT’AGATA FOSSILI che nelle annate più siccitose trattiene più a lungo l’umidità riducendo lo stress idrico delle piante.
Cru proveniente da questi vigneti Il Barolo “Sarmassa” è luminoso e trasparente, ricco di profumi floreali, acqua di rose, fine speziatura con pepe rosa, anice, rinfrescato da sentori balsamici, sottobosco e sensazioni ferrose e marine. Classe che si dimostra anche al palato, fine, con una struttura salda, ben coniugata da freschezza e trama tannica di fattura finisissima.
Brezza Barolo Cannubi 2013
Il Cru Cannubi, nasce su terreni composti prevalentemente da sabbia ed arenaria grigia formatosi circa 10 milioni di anni fà.
Come il Sarmassa ha una grande lucentezza ed un profilo olfattivo ampio e variegato da rimandi floreali, viole e balsamici mentolati da cui emergono lamponi e fragole, spezie e foglia di tè. Nel palato è tonico dallo sviluppo levigato e complesso con corpo dai tannini finissimi, energico e lungo.
Dai un'occhiata anche a:
- Cantina Calafè a Prata di Principato Ultra
- La Veceta: il volto internazionale de La Fortezza di Torrecuso
- Il vino di Canonico&Santoli a Santa Paolina
- Vigna delle Rose di Casa Setaro: Un Viaggio nel Turismo del Vino ai Piedi del Vesuvio
- Cantina dei Monaci a Santa Paolina, trent’anni di qualità
- Cantine Magliulo: da quattro generazioni il volto dell’ Asprinio d’Aversa
- Boschetto Campacci (Castelnuovo Berardenga) – Falanghina e Sangiovese: matrimonio perfetto
- Cantina del Barone a Cesinali: i grandi Fiano di Luigi Sarno