I CAPITANI
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
I prodotti di Ciriaco Cefalo continuano a stare sottovento, fuori cioé dalla ribalta, ed è un peccato perché costituiscono una sicurezza e soprattutto una sorpresa per gli intenditori. Parliamo di un’azienda completa, museo contadino e cantina con sala degustazione, frantoio dove vengono molite le proprie olive e una dozzina di ettari di proprietà vitati ad aglianico, greco, fiano e coda di volpe, ben esposti sulla collina di fronte a Taurasi. In questa proprietà, un tempo dei principi della Leonessa, si lavorano i prodotti in maniera classica e con ottimi risultati. Un esempio è il Taurasi 1999, recuperato per caso da uno scaffale di un ristorante, dunque conservato anche abbastanza male, sotto la luce e in piedi: dobbiamo dire che confrontato con uno dei miti del vino italiano, il Duca Enrico 1998, ha rappresentato un esempio didattico plastico di come l’aglianico sia superiore al nero d’Avola. Il rosso siciliano pluridecorato è apparso stanco, svogliato, al termine della sua parabola, senza freschezza mentre l’umile Taurasi di Ciriaco era in forma smagliante sin dal colore rosso rubino intenso con leggere sfumature granata, ancora frutta rossa al naso a cui seguiva una divertente e interessante complessità aromatica di spezie, cacao, notarelle balsamiche mentre in bocca si presentava integro, fresco, ancora bisognoso di qualche anno per raggiungere la morbidezza richiesta, lungo, strutturato, con il finale pulito e assoluto. Insomma, un gran ben vino, la conferma di come il livello raggiunto dai produttori taurasini considerati di fascia media sia ormai molto alto. Bisogna infatti considerare che l’annata 1998 è stata anche un po’ difficile da recuperare in cantina dove i rossi hanno presentato alcuni problemi di eccessivi e inaspettati carichi zuccherini manifestando in genere potenza e frutta piuttosto che eleganza. Sulla lunga distanza, insomma, sembra proprio che la 1999 sia migliore. Il Taurasi di Ciriaco lo beviamo assoluto, oppure su qualche caciocavallo calitrano di grotta ben stagionato.
Sede a Torre Le Nocelle, via BoscoFaiano. Tel. 0825.969182, fax 0825.22624. www.icapitani.com. Enologo: Carlo Introini. Ettari: 12 di proprietà. Bottiglie prodotte: 40.000. Vitigni: greco di Tufo, coda di volpe, fiano, aglianico, piedirosso.
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