di Enrico Malgi
Il territorio dei Colli di Salerno (noto anche come Monti Picentini) fino a pochi anni fa era quasi del tutto sconosciuto dal punto di vista vitivinicolo. Semmai era famoso, e lo è tuttora, per la sua abbondante e purissima acqua che sgorga da limpide sorgenti e per il fenomeno carsico che lo interessa, oltre che per i suoi ottimi prodotti della terra soprattutto olio evo, castagne, nocciole, funghi, tartufi, mela annurca e pera pericina.
Poi man mano nel corso degli anni, sull’abbrivo del grande successo ottenuto dall’azienda Montevetrano col suo omonimo e prestigioso unicum, sono sorte aziende vinicole molto interessanti come Casa di Baal, Mila Vuolo, Tiziana Marino, Terra di Vento e Lunarossa Vini e Passione di Mario Mazzitelli.
Quest’ultima impresa si è sempre distinta per una produzione di grande rilievo, tanto è vero che i suoi vini sono stati spesso oggetto di importanti riconoscimenti a livello nazionale. L’etichetta più prestigiosa è quella di Borgomastro Rosso Colli di Salerno Igt, che ha fatto spesso incetta di copiosi premi come le due vittorie conseguite a Radici del Sud.
In questi giorni ho riassaggiato a distanza di quasi cinque anni e mezzo il millesimo 2007.
Bicchiere tinto da uno sfavillante e vivido colore rosso granato, attraversato da radiosi lampi aranciati. L’estasiante bouquet desta subito tutta l’attenzione da parte di un naso ben concertato, richiamando così un tripudio di eterei e pluralistici profumi. Come di consueto, le batture iniziali sono appannaggio di un’ottima scorta di tanta buona frutta come la ciliegia, la prugna, la nocciola, il ribes, il mirtillo, il lampone e la mora, a cui fa seguito un sicuro e calibrato afflato floreale. Svolazzi di macchia mediterranea, umori speziati e sentori terziari vanno poi a completare tutto l’eccellente quadro olfattivo. In bocca esordisce un sorso ampio, voluminoso, avvolgente, materico e glicerico. Dopo quattordici anni e mezzo il vino si dimostra ancora pimpante e fresco e portatore di una trama tannica davvero superlativa. Sviluppo palatale tonico, complesso, equilibrato e rotondo, frutto di una prestazione degustativa di rara precisione per estrazione ed elevazione. Tutta ancora da esplorare la tenuta nel tempo di questa fortunata annata. Allungo finale sicuramente persistente ed appagante. Da abbinare ai saporiti piatti della terragna cucina salernitana.
Scheda del 04.10.2016
Acciaio e legno per oltre tre anni di maturazione e poi ulteriore affinamento in boccia per un aglianico in purezza. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale della bottiglia in enoteca di 30,00 euro spesi bene.
Colore sintomatico per un vino Aglianico invecchiato nove anni di questa caratura: rosso granato-aranciato, con riflessi lucenti ai bordi. Impatto olfattivo subito pregnante di odorose percezioni di drupe rosse e nere; di spunti di mediterranea freschezza; di sussurri di spezie orientali e di legno d’impronta esotica; di aliti balsamici e cioccolatosi e di timbrica terrosa, con sottofondo di goudron e di caramello. Sulla lingua atterra un caratteristico sorso varietale, che denota in primis un’impalcatura tannica ancora viva e furente ed un relativo calore. Vino che si dimostra poi sontuoso, imponente, maestoso, etereo, corposo, avvolgente, caratteriale ed acido. La bocca soppesa inoltre un tenore sapido, rotondo, equilibrato ed armonico. Nel persistente retrogusto si coglie anche una buona dose di glicerica morbidezza e di eleganza. Vino completo, che può essere associato a intingoli prelibati a base di carne e formaggi stagionati. Personalmente l’ho gradito su un’ottima parmigiana.
Azienda Lunarossa Vini e Passione
Giffoni Valle Piana (Sa) – Via V. Fortunato
Tel. e Fax 089 8021016
Enologo: Mario Mazzitelli con i consigli di Fortunato Sebastiano
Ettari vitati: 5 in gestione – Bottiglie prodotte: 50.000
Vitigni: Aglianico, Piedirosso, Cabernet Sauvignon, Merlot, Fiano, Falanghina e Moscato.
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