I Portici Hotel Bologna
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Ripassiamo volentieri da Agostino Iacobucci per riprovare la sua cucina quasi un anno dopo la prima visita completa. Troviamo una cucina che gira, divertita, la sala sempre piena, progetti a Pechino e in Emilia. Certo, stare a due passi dalla stazione in una città come Bologna aiuta, ma non basterebbe se non ci fosse la giusta dose di creatività e tanta pignoleria.
Il divertimento è la chiave della filosofia di Agostino, il suo piatto più che stupire prova sempre a strappare un sorriso, uno sguardo meravigliato, alcuni barocchismi del passato lasciano il posto ad una maggiore attenzione al piatto e agli ingredienti in uno stile che diventa sempre più essenziale.
Non è certo facile con queste due tradizioni alle spalle. Emilia Romagna e Campania sono la pancia della cucina italiana, da sole fanno il menu completo dell’idealtipo nazionale all’estero. E Agostino fa lo slalom tra queste due culture enormi, goduriose e spesso ingombranti. Appena più al passo con le tendenze salutiste quella di mare napoletana.
Il mare è l’elemento in cui Agostino è rimasto fedele alla stile della Penisola Sorrentina: il prodotto gioca sempre in prima battuta, niente orpelli e complicazioni inutili.
Tagliolini di calamari e i gamberi sono perfetti, salutari e moderni, l’ostrica invece non arriva fredda, ghiacciata come dovrebbe, a tavola e soffre troppo la dolcezza del mango perdendo la spinta marina
Goduriosi i primi. Le tagliatelle con asparagi e ricci sono stati davvero fantastici, la nota vegetale amara del verde molto ben estratta tecnicamente esalta alle stelle il mare concentrato dei rissi. Fantastico.
Il piatto che ci è piaciuto di meno è proprio lo scampo con il foie gras. Forse appartiene ad un repertorio che trova sicuramente estimatori a tavola ma che rimanda al passato più che al futuro libero da grassi.
La fusion emiliano-partenopea si esalta nei tortelli di zucca dove la dolcezza è contrastata dalla piccantezza del provolone del Monaco della Penisola Sorrentina e dalla acidità dell’Aglianico. Molto buoni, per ghiottoni veri.
Un classico di Agostino è lo spaghetto con un il crudo di mare. Questo davvero riporta alla tradizione tirrenica senza se e senza ma.
Di ottima scuola i secondi, veri e propri piatti da portata, sia di pesce che di carne.
Il tutto è stato abbinato al Fiano di Marsella 2007, grande e pomposo,capace di reggere anche piatti come il piccione e il maialino.
Chiusura con un gol da calcio d’angolo, il gelato non zuccherino con il peperone e i lamponi, che pone fine alla trama salata del pasto e, per chiudere il babà a tre lievitazioni, da standing ovation.
La cucina cura tutti i dettagli e la piccola pasticceria è rassicurante, ricca, varia, intrigante.
Una bella esperienza, insomma, da non perdere qui a Bologna. Agostino è un cuoco che ha ancora molto da esprimere e sicuramente lo farà alla grande perché ci sono tutte le premesse. Compresa la voglia di restare qui invece di tornare.
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