Pietro Antinori: l’aglianico è un vitigno straordinario, riesce a regalare vini di grande longevità. Sono sicuro che dopo il nebbiolo e il sangiovese il successo toccherà proprio a questa uva.
Parte così la prima verticle del Bocca di Lupo, il vino di Tormaresca, l’azienda di Antinori a Minervino Murge, condotta da Daniela Scrobogna e da Renzo Cotarella.
L’uva nasce dall’omonima Tenuta, si producono circa 6000/7000 quintali l’anno ed è coltivata in regime biologico.
Bocca di Lupo 2000 Castel del Monte doc (90% aglianico, 10% cabernet sauvignon) / Voto 87
Annata calda, la prima dell’azienda. La macerazione è stata fatta per 15 giorni in serbatoio di acciaio per poi passare in barrique di rovere malolattica per 14 mesi. La nota del cabernet (pece, menta, liquirizia) al naso è molto evidente. Buona speziatura (cardamomo, arancia rossa). In bocca l’attacco è morbido, ma l’aglianico si prende la rivincita imponendo freschezza. Ancora un grande vigore. Vino sapido. Un aglianico figlio della sua epoca, quando ancora il vitigno autoctono non era diventato un totem.
Bocca di Lupo 2001 Castel del Monte doc (90% aglianico, 10% cabernet sauvignon) /Voto 86
L’annata perfetta, l’ultima annata perfetta. Rispetto al 2000, è cambiato un po’ il legno perché sono state affiancate barrique francesi a quelle ungherese. Rispetto all’annata precedente, questa si distende molto meglio in bocca, il tannino è più presente. Al naso prevale il frutto. Una leggera spanna rispetto al precedente. Uno dei rari casi in cui ho preferito la 2000 alla 2001.
Bocca di Lupo 2004 Castel del Monte doc / Voto 90
Da questo punto c’è solo Aglianico e si avverte uno scarto immediato, complice un’annata che si sta rivelando sempre più grande per i vini di luno invecchiamento. Il naso meno estroverso. Note fruttate, balsamiche, cenno minerale che si ritrovano alla freschezza che detta i tempi della freschezza. Un vino giovane, energico, ricco, verticale, da abbinamento. Sicuramente un gran bel vino. Daniela sottolinea la magnificenza del tannino, ben presente, risolto. Un rosso elegante e che promette longevità. Renzo chiosa: l’obiettivo è stato quello di fare un vino sempre più ricco di carattere, con un protocollo che varia di anno in anno.
Bocca di Lupo 2008 Castel del Monte doc / Voto 89
Altra grande annata, regolare, di buona stoffa un po’ ovunque. Rosso rubino brillante, buona frutta croccante al naso. Un naso molto profondo, note ematiche, ferrose. Molto cangiante nel tempo. In bocca ha una ottima spinta, tutto molto equilibrato nei diversi elementi. Un vino profondo, ricco, pieno di sensazioni e di sfumature. Sicuramente ha la possibilità di proseguire una evoluzione nel tempo. Nel corso degli anni è stato introdotto sempre di più il legno ungherese rispetto a quello francese, leggermente più dolce e comunque di capienza sempre più grande.
Bocca di Lupo 2010 Castel del Monte doc / Voto 92
Annata più calda, con un recupero migliore per i vitigni tardivi. Un risultato magnifico, con un allungo nel finale straordinario su sfondo sapido con punte amarognole strepitose. Un rosso ancora ruspante, l’attacco acido, arancia amara, decisamente da aspettare ancora e in fase di ricomposizione nel quale prevalgono la frutta e la speziatura dolce. Un vino davvero straordinario.
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CONCLUSIONI
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Bocca di Lupo è un grande vino: la conoscenza del vitigno e del terreno hanno consentito di migliorare costantemente il prodotto finale. Sicuramente al momento un benchmark dell’Aglianico pugliese di Castel del Monte che si colloca a mezza strada tra il Vulture e il Taburno per la pienezza e la esuberanza olfattiva. Un vino che, grazie a questa lunga ricerca, potrà avere un suo profilo preciso e identitario.
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