Via Torregaveta, 123, Monte di Procida NA
Tel 081 3183779
Dal lunedì al sabato aperti a pranzo e cena
Martedì chiusi – Domenica aperti solo a pranzo
di Francesca Pace
Quando mangio i crudi faccio sempre un atto di fiducia e coraggio. Non si può mai scherzare con con queste delizie. E per questo motivo, senza alcun dubbio, posso aggiungere alla mia personale lista di locali in cui si fanno le cose per bene, Blu, in quel di Torregaveta.
Complice una serata perfetta di quasi metà Ottobre ho avuto modo di cenare all’aperto sull’incantevole balconcino affacciato sul mare, vista Ischia illuminata.
Ad accogliermi Antonio Schiano Lomoriello, patron di questo ristorante, che nonostante la sua giovane età viene da anni e anni di esperienza in quanto l’adiacente Villa Aragonese è il locale che assieme alla sua famiglia gestisce da tutta una vita.
La zona flagrea si sa, è tosta. Nel senso, buono del termine. Per lo più vocata a feste e cerimonie, aprire un locale del genere è sempre un salto nel buio. Ma questa volta non è buio pesto, bensì blu profondo.
La sala interna, fedele al naming, ricorda un vero e proprio acquario. Coralli di design alle pareti se la giocano con gli specchi inclinati che grazie a un gioco ben pensato di luci riflettono il mare poco distante.
Questo ristorante di pesce ha conquistato non solo il mio palato, infilando una serie di piatti convincenti ma anche il mio cuore, proprio per l’atmosfera unica di cui si può godere.
Ha a mio avviso un potenziale enorme, da sviluppare e in cui credere assolutamente. L’eccellenza della materia prima deve rimanere il focus. Trattata con cura, poco manipolata, è e sarà un’arma sempre vincente.
Il pesce ovviamente arriva tutti i giorni, dal canale di Procida e dalle baie limitrofe. Ai crudi, come dicevo manca la parola.
Coraggiosi gli accostamenti con la frutta, acidità e dolcezza dei crostacei creano un bel movimento ondulatorio, sì proprio come quelle ondine lì, a pochi metri. Le ostriche e i taratufi, per chi lo gradisce, decisamente io, possono essere accompagnati anche da un puff di gin.
Ogni boccone è stato un’esplosione di mare, piacevole l’idea di iniziare con un cocktail, anch’esso a base di gin, al posto delle classiche bollicine.
Oltre ai crudi nota di merito va al baccalà, fritto in crosta di mandorle. La panatura croccante e vivace crea un involucro perfetto per il morbido e candido trancio. Di questo avrei chiesto sinceramente il bis. Mi sembra un ottimo punto di partenza per Alessio Aversano e Antonio Scotto che si occupano della cucina.
Conquista anche il polpo in doppia cottura servito con scarole e papaccelle. Pure qui, a farla da padrone, è il mare. Nonostante la papaccela abbia un sapore notevolmente spinto, ciò che resta impresso nella memoria gustativa è senza ombra di dubbio il tentacolo stesso, morbido al punto giusto e sapido quanto basta da reggere il confronto.
Di una semplicità disarmante ma che ho apprezzato molto è stato il mezzo pacchero con la ricciola .
Quest’ultima è stata pescata la mattina stessa tra Procida e Ischia, mi dice Antonio. Come non credergli. Il trancio è spettacolare, ha quel profumo di salsedine che solo il pesce freschissimo possiede. La tenerezza della carne si fa ricordare, la pasta tirata su ben al dente, crea un mix di consistenze decisamente piacevole.
Nulla da dire anche sui dolci. Questa volta, anche se amo alla follia il tiramisù, ho scelto un dolce realizzato con i limoni di Procida, giusto per restare in loco, che in chiusura è stato perfettamente pulente, nonostante la presenza del cioccolato bianco.
La carta dei vini è studiata da Fabio Gallotti, si fa notare per una spiccata propensione per le etichette locali, ma contiene anche qualche bella bottiglia extra campana.
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