di Marco Galetti
Il babà della Pasticceria Grimaldi, via Nazionale 32, Angri
Lei si chiamava Matilde…
“Hai 5 minuti per farti dare il benvenuto da un amico con un vassoio di babà?”
Quattro ore di macchina tra andata e ritorno per darmi un dolce benvenuto a Sud, una zingarata in solitario degna di Amici Miei, una bischerata d’estate che si farà ricordare, alla quale, in segno di amicizia &apprezzamento, ho provato a rispondere con piccoli gesti di riconoscenza, ma terroni dal cuore grande non si diventa, né ci si improvvisa.
Il gesto di questo amico mi ha fatto tornare alla mente un episodio chiuso in un cassetto, lei si chiamava Matilde era un fiore, non ho mai avuto la forza di portargliene uno sulla terra che la ricopre, ma le portai una rosa qualche giorno dopo il nostro primo bacio.
Mi rivedo correre per Milano nella sua direzione, con una rosa in mano che acquistai lungo la strada, dopo aver attraversato la città con la Metropolitana dal Cenacolo a Piazza Udine, correvo per regalarle il mio impegno, correvo verso una casa che non avevo mai visto, correvo rifiutando l’autobus lungo via Feltre, correvo attraverso il Parco Lambro e con questa rosa in mano correvo a perdifiato sentendomi libero e innamorato, arrivai a Milano Due e in qualche modo, non so come e in quali condizioni, trovai la sua casa e suonai non sapendo ci fosse o meno qualcuno.
Sono un amico di Matilde, dissi a suo padre, gli diedi la rosa e me ne andai sapendo di aver fatto una piccola grande cosa.
L’amicizia e l’amore sono sentimenti assoluti che generano gesti inspiegabili, guidati da qualcosa che non possiamo controllare ma solo assecondare, per tutto il resto ci sono le esistenze ordinarie in abito grigio fumo che saltuariamente mandano segnali di evasione così simili alle zingarate di Germi&Monicelli.
Dettaglio del babà al cioccolato
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