Ibernato da trent’anni, aspettava fiducioso un romantico fuf blogger che non avrebbe certamente saputo resistere al richiamo di un piatto ormai dato per estinto, il cocktail di gamberi, la presenza di questo piatto in carta come le foglie di lattuga nella grigliata fanno tenerezza e allargano il cuore…
di Marco Galetti
Bischerate d’Estate 006, nei piatti i piccoli grandi classici riccionesi, per quei pochi eletti che guardano oltre gli specchietti per le allodole in infradito e bermuda che vagano senza meta con la propria metà per finire nei locali che non offrono nemmeno un posto a sedere, la fila fuori per il mal cucinato dentro, nessun riguardo per il turista usa e getta che non deve chiedere, ma solo essere grato per aver trovato un ormeggio, mentre basterebbe poco per uscire dalla mischia e godersela.
Canocchie bollite, fuori inquadratura c’è anche un’insalatina di rucola tenerissima e un bel piatto di pomodori, tanta polpa, pochi semi e, come dicono qui, poche pugnette, in apertura offrono una spianata (focaccia) calda e una fornarina al pomodoro e rosmarino appena uscita dal forno, giusto per informazione…
Insalata di polpo che arriva nel piatto alla giusta temperatura, non come se avesse passato il week end al fresco nel frigorifero
Fritturina, anche qui, corretta temperatura di servizio, il servizio è affidato ad un Cameriere con la C maiuscola, come la sua prestazione, ringrazio Massimo, Dei Mille, (sul viale omonimo) Riccione, che fa un mestiere difficile con apparente facilità e serenità, è attento, preciso, consiglia, ascolta, tutto col sorriso romagnolo sulle labbra.
Tagliolini con le soglioline dell’Adriatico che, abituate ad insabbiarsi, si nascondono in gran quantità anche sotto i tagliolini, nessun granello di sabbia nelle preparazioni con le vongoline dell’Adriatico, spaghetti o zuppetta.
Rana pescatrice alla griglia, con l’immancabile gratinatura alla romagnola, gustosa e saporita, le codine sembrano offrirsi senza ritegno, proprio come una bella donna…
La ciambella con la nutella, con l’uvetta o con le mele, appena sfornate, vengono offerte alla buona, prima del caffè, insieme al limoncello e al liquore alla liquirizia, prezzi corretti, direi modici, qui sono onesti, il guadagno sta tutto nel cliente che torna, romagnoli in primis, saltuariamente consentono l’accesso anche a qualche turista come il sottoscritto a patto che non vada troppo per il sottile, qui si mangia alla buona, roba buona.
Quando assaggio questi piatti così basici, datati, che ormai pochi propongono, sento il sapore del pesce (non camuffato da grande piatto) senza doverlo riconoscere e mi chiedo se in fondo, nel giusto, non ci siano proprio questi ristoratori che lasciano a pochi grandi “manici” della padella la possibilità di osare, il problema di fondo è che ormai tutti osano e la base della cucina, che trasporta chi degusta ad altezze inaspettate e che dovrebbe essere dominio di tutti, sembra resti nelle mani (mal viste) di “arretrati” ristoratori che riescono a dare grandi soddisfazioni ai fuf blogger come me che, dopo il godimento, arrivano a porsi per un attimo la presuntuosa domanda: ma sarò davvero io il fuf blogger oppure…
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