di Pasquale Carlo
Quella dei Pentri era, tra le quattro anime che componevano la Lega sannitica, la più indomita, quella che abitava la zona più montuosa posta a cavallo tra l’attuale provincia di Benevento e il confinante Molise. Da quella tribù prende il nome il laboratorio di birra artigianale che nel 2012 è stato avviato da due amici in quel di Cusano Mutri, nel Parco regionale del Matese.
Pasquale Petrillo e Daniele Pascale sono prima di tutto due appassionati del mondo della birra. Passione decennale che due anni fa li ha portati ad avviare l’avventura di ‘Birra Pentra’. Con la voglia soprattutto di fare birre diverse, fuori dagli schemi. Spiazzanti, a cominciare dagli stessi nomi dati ai prodotti, che devono tutto al già citato legame con il Sannio Pentro. Un territorio che andava dal cuore della Valle Telesina ad Isernia, toccando anche lembi meridionali dell’attuale Abruzzo. E Cusano Mutri occupava, in quest’area, una posizione quasi baricentrica. Terra di suggestivo verde e di buone acque.
La voglia di sperimentazione di Pasquale e Daniele si coglie tutta nell’ultima birra voluta, legata con doppio cordone al Sannio. Il legame in più di questa birra speciale è perché prodotta impiegando il mosto di uve falanghina (aggiunto in fase di fermentazione). Il nome? Non certo semplice: Patanai Piistiai. Una divinità dei Sanniti, legata, come tutte le divinità dei Sanniti, all’agricoltura, al raccolto e ai frutti della terra: la dea della vinificazione e dell’apertura delle spighe. Ed i Sanniti erano l’unico popolo ad avere una divinità del genere. La birra: non pastorizzata, non filtrata, rifermentata in bottiglia. Con la caratteristica dell’uva, l’acidità, che caratterizza anche la birra. Certo, il termine “birra acida” potrebbe far storcere il naso, ma va utilizzato per questa birra dal buon tasso alcolico (7,7% vol) per descriverne la vivacità e la freschezza, che smorzano non poco le spigolature dovute al volto di origine batterico.
Complessa, con sapori lunghi che la rendono particolarmente estrosa a tavola. Sicuramente la bottiglia che più rimarca la voglia di sperimentazione che segna il percorso produttivo ‘Pentra’, che riesce ad interpretare le stesse caratteristiche dei due produttori.
Come ogni piccolo birrificio artigianale, la produzione iniziale è stata quella di una birra chiara e di una rossa: Alfu (Bianco in Osco, la lingua dei Sanniti Pentri), profumata e fruttata, fresca e piacevole (4,9% vol.); Rufu (Rosso in lingua Osco), una Scottish Heavy, complessa, con note tostate e caramello, dal gusto vivace (4,2% vol).
A queste due, l’aggiunta di una “bruna”: Zurr (Caprone in dialetto sannita), fermentata con la tecnica bock, con malto deciso, denso, persistente (6,6% vol). Birra di carattere più “indomito”, come suggerisce lo stesso nome. A completare la gamma la ‘Fluusai’ (il nome è legato alla dea dei germogli), un’ambrata in stile American Amber Ale (5,1% vol); la ‘Piihiui’, altra ambrata, che viaggia verso il lato più dolce e caramellato nel finale (4,7% vol). Anche queste produzioni sicuramente “fuori dagli schemi”. Come vogliono essere tutte le birre prodotte da ‘Pentra’. Nel solco di un popolo fuori dagli schemi.
Birrificio artigianale Pentra – CUSANO MUTRI (BN), località Caiazzano – 348.7005337 339.5737235 – info@birrapentra.it