CASA DI BAAL
Uva: fiano, malvasia, moscato
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro franco cantina
Fermentazione e maturazione: acciaio
Sempre più interessante la realtà delle colline attorno al capoluogo salernitano. Il Montevetrano da solista assoluta si trasforma in direttore di orchestra. La musica è biologica, serratamente, alle spalle realtà rurali con radici profonde e dalle grandi potenzialità.
Come questa della famiglia Salerno di cui abbiamo avuto già modo di occuparci e che seguiamo con interesse. La riconversione dei vigneti è ormai quai ultimata, effettuata la necessaria pulizia etnica varietale per ridisegnare identità, il terreno vulcanico e grasso di queste colline esposte di fronte al mare di Paestum esplode tosto e senza mediazioni.
Il Bianco di Baal (il nome viene dal pater familias, Annibale) è una strada che aggancia questo territorio alla direzione aromatica intrapresa dalla Basilicata e dalla Puglia più che dall’Irpinia ed è molto interessante perché coniuga frutta bianca polposa e matura ma non esostica, un po’ di arancio candito, alla forte sapidità in bocca con un risutato molto interessante.
In questo caso il Fiano, rispetto a Moscato e Malvasia, ha soprattutto la funzione di reggere l’impianto enologico con il corpo e l’acidità mentre gli altri due vitigni lavorano di naso sovrastandolo nettamente e caratterizando così il bicchiere che, apparentemente, sembra facile, ma che in realtà è di un vino tendenzialmente strutturato.
Sicché c’è la strizzata d’occhio olfattiva, poi la bocca spiazza già dall’attacco, per nulla dolce, anzi decisamente secco, poi con il prosieguo della beva, acida, sapida, con retrolfatto appenna accennato di frutta, chiusura lunga, pulita. Una beva forse non complessa ma decisa, al termine l’esperienza dei due sensi è amplificata dalla diversità di impressioni.
Un anno di bottiglia ha fatto bene al Bianco di Baal e regola vorrebbe che solo adesso entrasse in commercio. Lo spendiamo su frutti di mare (cannolicchi?), persino ostriche e paste con i legumi (piselli, ceci).
Il Fiano garantisce longevità e pensiamo che dopo il primo anno di bottiglia in cui si è abbastanza equilibrato ben maturando, questo bianco abbia ancora molte cose da raccontare per almeno altre tre o quattro primavere prima di iniziare la discesa.
Questo bianco parla di una terra da ritrovato orgoglio, capace di far viaggiare e riempire di esperienza i giovani figli di Baal. Dopo tanti duri sacrifici, è proprio il momento per passare in pareggio con la vita.
Sede a Macchia di Montecorvino Rovella. Via Tiziano, 14. Tel. 089.981143. www.casadibaal.it info@casadibaal.it . Enologi:Gennaro Reale e Fortunato Sebastiano. Ettari: 30 di cui 4,5 vitati. Bottiglie prodotte:23.000. Vitigni; aglianico, barbera, sangiovese, merlot, fiano, malvasia, trebbiano.
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