Grandi, grandissimi bianchi in Costa d’Amalfi dove è avvenuto un processo analogo ai Campi Flegrei: straordinari artigiani che hanno riqualificato il vino puntando sulla qualità. Ma belle cose anche a Ischia e Capri.
1-Costa d’Amalfi Tramonti bianco Aliseo 2016 dop
Reale
Il miglior bianco di sempre prodotto da questa piccola cantina dei fratelli Gaetano e Gigino Reale nella frazione Gete di Tramonti. Ottenuto da uve biancazita, biancolella, pepella e pensato dall’enologo Fortunato Sebastiano, il bianco sfodera eleganza e al tempo stesso ricchezza di materia. Anche in questo caso abbiamo sempre pensato che la sua uscità nell’annata è prematur quindi il nostro consiglio è aspettare un po’, almeno un anno prima di stappare una di queste tremila bottiglie. Naso fruttato e floreale, al palato è ricco, con una grande e soddisfacente verve acida.
www.aziendagaricolareale.it
2-Costa d’Amalfi Tramonti bianco 2016 dop
San Francesco
Una bella annata, c’è poco da fare. Aveva22mo fatto il primo assaggio quando ancora il bianco era in vasca ed eravamo rimasti colpiti dalla grande verve. I riassaggi confermano una promessa di crescita nei prossimi anni. Il vino, ottenuto da uve falanghina, biancolella e pepella esprime mineralità ed eleganza. Una finezza comune a tutti i bianchi di Gaetano Bove curati dall’enologo irpino Carmine Valentino. Un bicchiere che da sempre costituisce un grande affare per chi compra perché è uno dei migliori in rapporto tra qualità e prezzo. Prendetelo e inziate a berlo nel 2018.
www.vinitenutasanfrancesco.com
3-Costa d’Amalfi Tramonti bianco 2016 dop
Apicella
Solo biancolella e falanghina per questo bianco classico. Ma il discorso non si discosta molto dai precedenti perchè anche in questo caso è l’annata a fare molto la differenza. Un millesimo, nella sua semplice essenzialità, ben interpretato da Prisco Apicella. Il bicchiere ha bei sentori di ginestra e frutta a pasta bianca, al palato è sapido, fresco, di buon corpo, lungo con una chiusura decisamente gradevole. Da stappare anche subito perché ha maturato un equilibrio migliore anche se l’acidità promette una sua buona evoluzione anche nei prossimi anni.
www.giuseppeapicella.it
4-Costa d’Amalfi Furore bianco 2016 doc
Marisa Cuomo
Biancolella, falanghina e ripoli: è questo l’uvaggio di uno dei vini più famosi della Costa d’Amalfi, pensato ormai oltre vent’anni fa da Marisa Cuomo e Andrea Ferraioli con la consulenza di Luigi Moio. Un bianco di successo che a noi è sempre piaciuto moltissimo soprattutto in questa versione lavorata solo in acciaio anche se il Fiorduva nel corso degli ultimi anni ha trovato il giusto equilibrio tra frutto e legno. Ma noi continuiamo a preferire questa grande verve più acida, i sentori di ginestra e di macchia mediterranea e ad amare la beva precisa, lunga e buona di questo base.
www.marisacuomo.it
5-Costa d’Amalfi Ravello Selva delle Monache 2016
Ettore Sammarco
Un po’ fuori dai riflettori mediatici, questa azienda familiare ha superato i 60 anni tenendo alta la tradizione di Ravello dopo la chiusura delle cantine storiche Carusco e Episcopio. A fare i vini c’è Bartolo e questo bianco, ottenuto da biancolella e falanghina non delude mai gli appassionati anno dopo anno. Particolarmente riuscito questo millesimo: la beva conquista la bocca con un’appagante energia, un’ottima freschezza e con un sottofondo sapido-iodato e/o minerale. Al naso è ricco, floreale e fruttato. Da spendere sulla colatura di alici di Cetara.
www.ettoresammarco.it
6-Capri Scala Fenicia 2016 doc
Scala Fenicia
Lavorazione essenziale in cantina dopo le difficoltà della raccolta. Una semplicità che viene ripagata dalla complessità della natura caprese perchè il vino, in questa sua settima annata, presenta compatto le caratteristiche dei bianchi di costa: profumati, mediterranei, capaci di evocare il mare e la macchia. Altra caratteristica è il suo essere uvaggio, ossia ottenuto con diverse uve, caratteristica comune ai vini della costa amalfitana. Bei profumi floreali e di agrumi, freschezza al palato, mineralità, sapidità, sono le componenti di un bianco da aspettare nei prossimi anni.
www.scalafenicia.com
7-Ischia bianco superiore Tenuta di Chignole 2016 doc
Pietratorcia
Quattro anni fa la cantina ha deciso di investire ancora reimpiantando i terreni di Chignole puntando decisi sul biancolella. Il nuovo vino è lavorato in acciaio e una parte in legno. Siamo solo ai primi passi di un bianco ancora troppo giovane, con piacevoli note agrumate e buona acidità al palato. Non è difficile prevedere anche una storia più lunga, perché Tenuta Chignole appare molto ben impostato e complesso. Abbiamo ormai esperienza di beva dei bianchi di Pietratorcia, e il meglio arriva sempre dopo qualche anno, quando si sviluppano anche sentori più evoluti, di conserva, spezie e idrocarburi.
www.pietratorcia.it
8-Ischia bianco Biancolella 2016 doc
Cenatiempo
Sempre gentili e precisi i vini di questo viticoltore rispettoso dell’ambiente e delle buone rpatiche in cantina. Un momento di riorganizzazione, visitarlo è sempre un grande piacere. Questo Biancolella in purezza nasce sulla collina di Serrara Fontana ed esprime l’Isola con sentori floreali di ginestra e agrumi, al palato una buona e tonica freschezza che sostiene la beva e annuncia tempi lunghi di maturazione nonostante la preparazione sia essenziale e molto semplice. In una degustazione recente in azienda abbiamo goduto dei tempi lunghi di attesa, ben ripagati.
www.cenatiempovinidischia.it
9-Bajola 2015
Bajola d’Alice
Meno di un ettaro, un giardino biodinamico curato dalla famiglia Jacono a Forio con cura e passione. E una interpretazione che vede l’Isola verde come punto di passaggio e non di arrivo per le uve. Dunque un solo vino da un solo vigneto in cui convivono vermentino, viogner, sauvignon, malvasia delle Lipari, incrocio Manzoni. Coltivazione biodinamica, la cantina è nel cuore della vigna, lì il vino ha una mcarazione più lunga. Risultato giallo dorato e note di frutta evolute, camomilla, macchia mediterranea. In bocca è sapido, fresco, piacevole e molto lungo con una chiusura amara.
www.bajoladalice.wordpress.com
10 Costa d’Amalfi Puntacroce 2015 doc
Raffaele Palma
ll vino è ottenuto da un blend di falanghina, biancolella e ginestra. L’azienda è molto giovane, nata nel 2005, dalla decisione di Raffaele Palma di cambiare vita. I terrazzamenti dominano la colina che affaccia su Minori dove si coltivano anche limoni e olivi. In cantina c’è Vincenzo Mercurio, i tempi di produzione sono dettati dalle necessità del vino e non del mercato. Così questo bianco esce con un anno di ritardo e i risultati sulla qualità sono evidenti. Fresco, piacevole ma anche in buon equilibrio. Bello anche l’allungo nel finale, sapido, amaro e prciso.
www.raffaelepalma
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