Siamo nelle Marche, nella provincia di Pesaro-Urbino, più precisamente nella zona del Metauro. Questa è la zona a maggior vocazione per la produzione del Bianchello (vitigno a bacca bianca) che dà origine a questa DOC che ricade in 18 comuni.
Il Disciplinare prevede che per la produzione di vini si utilizzi almeno il 95 % di Bianchello o Biancame e per la restante parte Malvasia Toscana. Un vino delicato, di facile beva e che a seconda dell’areale in cui è prodotto (fascia costiera o collina interna) assume toni e sfumature diverse.
Scopro questo vitigno, e questa bellissima area geografica a grande vocazione vitivinicola, grazie al lavoro di 9 produttori che si consolidano e riconoscono in un collettivo che è il “Bianchello d’Autore” https://www.bianchellodautore.com/
Assieme hanno deciso di farsi eco e dar voce ad un territorio spesso tagliato fuori dai tragitti degli enoappassionati che, invece, meriterebbe molta più promozione e soprattutto approfondimento. Un esempio virtuoso, sicuramente da prendere ad esempio, per valorizzare in tutto il mondo, a partire dall’Italia, le potenzialità e la ricchezza della nostra terra.
Il vino prodotto da queste uve è delicato, dai profumi che rimandano soprattutto a note olfattive dei fiori e dell’erba fresca appena sfalciata, per poi aprirsi ad un bouquet, davvero interessante per la sua varietà, che passa dalle nuances agrumate a quelle più intense di frutta, a seconda della zona climatica e del terroir che in gran parte è argilloso, tufaceo e arenario.
È il fiume Metauro, in particolare, a dettare gli umori di questo vino, che avrà carattere più strutturato per i vigneti che guardano all’entroterra, mentre saranno più leggeri, con riflessi più aromatici e freschi se accarezzati dai venti che salgono dall’Adriatico.
Le annate assaggiate sono per la maggiorparte giovani, la più vecchia è del 2016, e non nascondo che sarei curioso di degustare annate più vintage per apprezzare l’evoluzione di un vino che, riconosco, avermi favorevolmente incuriosito. Sicuramente perché amo, in particolare, traiettorie e racconti che sanno dell’odore e delle storie “di periferia”, che son fuori dalle tracce del bere consueto e dei viaggi organizzati.
Tra un appunto e l’altro assumo la consapevolezza di come talune storie e percorsi consentano di scoprire, o riscoprire, emozioni che la quotidianità consegna alla noia del già detto.
Dicevamo, 9 i vini assaggiati di annate che vanno dalla 2016 alla 2020 qui proposti in ordine di annata:
Giglio, Bianchello del Metauro Sup. 2020 Cantina Di Sante
Si presenta complesso e ricco, le note fiorate sono d’un soffio precedute da quelle minerali che gli conferiscono personalità agile ed elegante. La beva è altrettanto piacevole, dinamica, con toni sapidi e di agrumi gentili a fare da accompagnatori a leggerissime note di albicocca appena acerba. Il finale è di buona persistenza con la sapidità ad invitarti ad un altro sorso seduto in collina a guardare il sole farsi tramonto al mare.
Albaspino, Bianchello del Metauro Sup. 2020 Fattoria Villa Ligi
Vino di bella persistenza, ottimo l’equilibrio tra naso e beva. Fresco, di fiori di mimosa e una piacevole nota di pesca bianca con un finale che lascia ai ricordi il piacere dei primi raggi di sole in primavera, quelli presi in riva al mare e il cuore dolce e innamorato.
Tenuta Campioli, Bianchello del Metauro Sup., 2019 Az. Agricola Fiorini
È il mare, con i profumi dei suoi scogli a prender forma e ricchezza nel bicchiere, quindi i fiori, poi le note selvatiche delle piante della costa, fino ai frutti di albicocca e pesca. Voluttuoso il sorso che si tiene sempre pulito, fresco, agile, sapido. Un walzer a pomeriggio quando le cicale ci dicono che è il tempo a dare ritmo al respiro.
Borgo Torre, Bianchello del Metauro Sup. 2019 Az. Agraria Claudio Morelli
Intensi profumi di frutta gialla che si arricchiscono di note salmastre, il palato è ricco, gustoso, sfizioso. Agrumi, fiori, pesca bianca e ancora il mare che si fa eco lasciando all’ultimo sorso il sapore del sale e dei baci rubati. Intenso come le notti di Luna piena.
San Leone, Bianchello del Metauro Sup. 2019 Soc. Agricola Cignano
Biancospino e tanta freschezza, un naso che fa di agilità ed eleganza la sua forza, la beva restituisce la presentazione olfattiva con note agrumate, di erba fresca e fiori bianchi. Un bicchiere che restituisce voglia di leggerezza e di raggi di sole, di balli a piedi nudi nei campi di fiori.
Campodarchi, Bianchello del Metauro Sup., 2018 Terracruda Az. Vitivinicola in Fratterosa
Note a complesse che sanno di vaniglia e mimosa che aprono ad un palato più leggero grazie ad una piacevole mineralità esaltata da sentori agrumati e delicate note floreali. Un vino ricco e dal carattere importante che dà spessore ad un vitigno e alla storia d’amore per questo territorio. Il vino che ha il carattere di chi ha il compito di celebrare un matrimonio importante.
Lubàc, Bianchello del Metauro Sup. 2018 Soc. Agricola Bruscia
Graziosissimo ingresso al naso, muove le sue note su diversi varietali aromatici. Dai classici fiori di biancospino, a note agrumate a leggerissime nuances di pietra sfregata. Il palato si fa trovare altrettanto vivace, ricco di frutta, note minerali e una bella acidità che tengono solida la struttura e la piacevolezza della beva in maniera intensa. Il vino che ti tiene per mano quando inviterai a cena la persona a cui vorrai dare un bacio ad occhi chiusi.
Brecce di Tufo, Bianchello del Metauro Sup., 2017 Az. Agricola Conventino di Monteciccardo
I suoi profumi caratterizzano il nostro incontro: albicocca, pesca, note di erba fresca e agrumi. Al palato è il mare a sbuffare le sue note saline, quindi accenni di agrumi mai pungenti accompagnati dalla delicatezza della camomilla. È il vino da bere d’inverno tenendosi per mano di fronte al camino prima di fare l’amore.
Piandeifiori, Bianchello del Metauro Sup., 2016 Az. Agricola Mariotti Cesare
Quando scrivevo che sono curioso di assaggiare vecchie annate di questo vino è dopo aver assaggiato questo 2016 che mi ha sorpreso per la freschezza, ancora degna compagna per una struttura importante. Il sorso fruttato con una piacevole chiusura minerale e leggerissimi ritorni di lime. Vino ricco e profondo, che ci ricorda come ogni dettaglio è una forma preziosa. È il vino che dà senso al tempo, alla pazienza, al saper ascoltare e osservare il corso della natura.
È Il bicchiere della saggezza con cui concludo i miei assaggi.
Spero che il tempo “pandemico” finirà presto e ci consentirà di ritrovare il piacere e la voglia di camminar per vigne e cantine. Che ci restituisca lo spazio degli abbracci e della voglia di guardarsi negli occhi.
Quello dell’ascolto di chi custodisce e dà voce alle storie delle nostre ricchezze enogastronomiche come i produttori del Bianchello.
Questi vini li ho apprezzati e degustati chiuso in solitario nel mio studio, e così ho provato ad arricchire i miei sorsi con le suggestioni, il sentimento e i ricordi di un territorio che conosco ma che presto vorrei ritrovare. Grazie ai produttori del Bianchello d’Autore che danno voce ai meravigliosi territori di cui si son fatti ambasciatori.
La musica per questo viaggio e questi assaggi è quella di René Aubry, La petite cascade.
Prosit e Serenità
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