di Franco D’Amico
Un progetto ambizioso di Antonio Di Mattia, inserito nel contesto della valorizzazione del territorio casertano e non solo, attraverso la ricerca di alberi da frutto ora in disuso o quantomeno quasi scomparsi, che riportano ad antiche colture rurali da cui trarre la materia prima per i distillati esclusivi di Berolà, un’azienda giovane ma in crescita.
L’area che andiamo ad analizzare si trova a ridosso della città di Caserta, che annovera nel suo territorio eccellenze provenienti da storiche attività colturali e di allevamento, i grandi vini di Terra di Lavoro come il Falerno, l’Asprinio di Aversa e le varie etichette dell’Alto Casertano, la mozzarella di bufala campana, la mela annurca, giusto per orientarsi nell’agro, nonché innumerevoli altri prodotti di qualità che proprio qui hanno rappresentato il meglio della Campania Felix sino ai giorni nostri, senza dimenticare i fasti del trascorso periodo borbonico.
La Reggia di Caserta, quasi a vista, è di casa qui a Portico, l’antico villaggio di Casalba del circondario di Marcianise, una località dai trascorsi agricoli della produzione di canapa e tabacco, di allevamento di bestiame, riflette un territorio unico compresso tra il capoluogo e l’agro aversano, passando dal Real sito di Carditello sino al litorale. La cittadina, con la sua pianta di derivazione medievale e la visione dei suoi cortili patronali dei casali del centro storico, ci trasmette ancora emozioni delle attività rurali e agricole di una volta.
Antonio di Mattia e la sua compagna di viaggio Sarah Liberti, accolgono gli ospiti e gli appassionati in una corte speciale, proprio a ridosso della piazza principale della città, sul corso Vittoria. In questo antico casale dell’800, eredità di famiglia, Antonio vi ha costruito la sua base, iniziando l’attività dell’azienda agricola Berolà distillati circa 4 anni orsono.
E’ il tempo il comune denominatore che suggerisce ad Antonio di intraprendere questo cammino, seguendo la stagionalità, la fioritura degli alberi e l’arrivo dei suoi frutti a primavera inoltrata, poi maturazione e raccolta in estate con la preparazione delle vinacce in autunno, in inverno la produzione e l’affinamento, il tutto realizzato attraverso l’inserimento delle puree e delle vinacce nell’alambicco a bagnomaria, che centellina goccia dopo goccia i distillati Berolà, in anagramma l’albero del buono che ha bisogno di prendersi tutto il tempo necessario per esprimersi, senza correre dietro ai frenetici ritmi di vita e cercare un contatto più diretto con la natura, questa è la filosofia di Antonio Di Mattia.
E siamo ai 30 anni, una laurea in chimica con specifici e approfonditi studi nel settore, poi l’incontro con Vittorio Capovilla il maestro distillatore di Bassano del Grappa nel vicentino è fondamentale, Antonio con lui scopre le acquaviti di frutta e si innamora da subito, così il progetto prende forma: “distillare la frutta del mio territorio e valorizzare anche quelle varietà antiche che il mercato non propone più; assecondare la materia prima che ti porta in mille direzioni sempre diverse e mai ripetibili”. In altre parole nasce Berolà distillati, ispirandosi però ad un’analogia, da cui ha origine il nome Berolà:
“l’albero, attraverso il fuoco naturale del sole, concentra gli aromi nelle innumerevoli varietà di frutti esistenti; parimenti l’alambicco, mediante il giusto regime del fuoco, concentra quegli stessi aromi nei corrispondenti distillati di frutta”.
Albicocca pellecchiella, mela annurca, ciliegia corvina, pera coscia di Firenze, pesca nettarina e prossimamente disponibili, susina coglipiecuri, fico cilentano, il distillato d’uva di Asprinio e la mela cotogna, queste sono tra alcune varietà di frutti antichi, in particolare della Campania, da cui derivano i distillati di Berolà. Inoltre le grappe provenienti da vinacce selezionate come quelle di pallagrello nero della cantina Nannì Copè di Giovanni Ascione, o di Falanghina della cantina I Cacciagalli di Mario Basco.
I prodotti esclusivi Berolà, per circa 1500 bottiglie all’anno, di cui beneficiano ristretti ristoranti e locali noti dell’area campana, sono ottenuti da una pressatura soffice, dalla fermentazione spontanea di frutta scelta e non presentano aggiunta né di zuccheri né di aromi di sintesi, in totale maniera artigianale lasciando che i frutti e le vinacce si esprimano liberamente nella loro complessità, attraverso la corretta attenzione con modalità esclusivamente manuali e secondo natura.
Le retro etichette sono scritte a mano per trasmettere in modo autentico l’emozione di chi ha vissuto tutte le fasi di lavorazione artigianale delle acquaviti di frutta. Così la specifica in etichetta della varietà del frutto; dell’anno del raccolto e dei litri idrati prodotti per l’annata, danno testimonianza della cura e del valore di ogni singola bottiglia.
Il segnalibro a fumetti, posto al collo della bottiglia, con legaccio in canapa, ha come protagonista il dr. Sapere, un distillatore un po’ filosofo che durante l’assaggio del distillato vive un momento di “illuminazione” e, ispirato, pronuncia una massima della tradizione universale. Così ogni anno 12 segnalibri diversi, invitano gli estimatori a bere con cultura, ossia con moderazione, consapevolezza e attenzione alla qualità, in compagnia delle massime sapienziali.
L’azienda Berolà, mediante prenotazione, propone in degustazione alcuni abbinamenti scelti ad hoc per i propri distillati. Ne deriva un’esperienza sensoriale che esalta le acquaviti e le pietanze, moltiplicandone le sensazioni gusto-olfattive. Tutti gli abbinamenti nascono da un lavoro di ricerca delle eccellenze del territorio e dalla collaborazione con gli chef e le botteghe del gusto che Berolà distillati seleziona di volta in volta nell’ambito territoriale.
Il colore del distillato
Il distillato all’uscita dall’alambicco è sempre limpido cristallino (distillato bianco) la colorazione ambrata è conferita all’acquavite mediante passaggio in botte. Così i legni concedono i loro preziosi tannini al distillato che diviene del colore dell’oro. Il liquido diviene più o meno carico a seconda della scelta dei legni di invecchiamento e del tempo trascorso nelle botti. Altre colorazioni in un distillato sono dovute ad un processo di infusione che dà origine ad un’acquavite aromatizzata. Berolà distillati non aromatizza le proprie acquaviti perché tale processo andrebbe a vanificare il delicatissimo lavoro di distillazione e la finezza aromatica che ne deriva.
I distillati di frutta
L’alcol dei distillati di frutta Berolà è ottenuto direttamente dalla fermentazione spontanea di frutta scelta, e non presenta aggiunta né di zuccheri né di aromi di sintesi.
Affinamento in acciaio min. 6 mesi Doppia distillazione a bagnomaria – metodo discontinuo Range temperatura ideale di servizio: 14-18°C
Le grappe
Tutte le grappe prodotte in azienda sono ottenute da vinacce attentamente selezionate e lavorate con una pressatura soffice. Le vinacce vengono reperite subito dopo la vinificazione e portate in laboratorio pronte per la distillazione.
Affinamento in acciaio min. 6 mesi Doppia distillazione a bagnomaria – metodo discontinuo Range temperatura ideale di servizio: 12-16°C
Gli Invecchiati
La corposità e il colore intenso di questi invecchiati è frutto di un’evoluzione in piccole botti da 60 litri poste nella cantina tufacea presente nel casale e situata a oltre 10 metri di profondità
Invecchiamento min.1 anno in botti di rovere francese Doppia distillazione a bagnomaria – metodo discontinuo Range temperatura ideale di servizio: 15-20°C
Distilleria porte aperte. Un evento gratuito periodico pensato per tutti gli appassionati che vogliono visitare la distilleria e desiderano degustare tali novità. Un’occasione esclusiva in cui è possibile acquistare il proprio distillato direttamente in azienda.
Impresa Agricola Berolà di Antonio Di Mattia
Corso Vittoria, 3/5/7 – 81050 Portico di Caserta (CE)
Facebook Berolà Distillati
www.beroladistillati.it
Dai un'occhiata anche a:
- Cu Bocan. Vi presentiamo il whisky che si distilla solo per pochi giorni all’anno | Il Single Malt scozzese che apre nuovi orizzonti sensoriali
- Yuntaku: il primo amaro giapponese ispirato all’isola di Okinawa
- Caprisius: gin ai fiori, alle erbe e agli agrumi di Capri
- Chandon Garden Spritz: il mondo Chandon ritorna in Italia
- Casa Biancamore a Paestum: quando la skincare è una bufala
- Opificio Botanico di Pozzovetere: i liquori di Caserta