Basta anche un passaggio veloce, dopo tanto tempo, alla Locandiera di Maria e Clara Gallotta a Bernalda per confermare ancora una volta che si tratta davvero di un’oasi del gusto in terra lucana.
Il mare di Metaponto e le meraviglie di Matera sono a due passi, siamo nel corso principale di un paese amato dai Borboni e ricco di palazzi storici, tra i quali la splendida residenza del regista Francis Ford Coppola che proprio qui ha le sue origini. Purtroppo una politica edilizia senza scrupoli ha trasformato Bernalda in un paesone ad alto tasso cementizio, con una quantità di finiture in alluminio anodizzato semplicemente spaventosa.
Ecco allora che questo posticino del buon mangiare, che festeggia ormai il quindicesimo compleanno, diventa anche il rifugio di tutti coloro che apprezzano le cose belle. Una vera e propria via di fuga a portata di mano.
Bussate il campanello e affidatevi alle cure e al garbo della signora Maria Gallotta, che sovrintende in sala con i figli Mariangela e Francesco, mentre sin dall’apertura i fornelli sono affidati alla sapienza della sorella Clara.
Un ambiente curatissimo, dove le tovaglie a quadrettoni bianche e rosse sono quasi un vezzo, perché qui di trattoria c’è soltanto il richiamo filologico alla cucina della tradizione. Un richiamo quasi sussurrato, che si traduce nella semplicità ed immediatezza di un menu che guarda ai prodotti locali con rispetto, con garbo ma sempre con uno sguardo moderno.
Dando un’occhiata alle proposte degustazione così come alla carta del giorno si capisce da subito che siamo di fronte ad una lettura della cucina lucana e pugliese alleggerita ed ingentilita. La base sono le ricette semplici e povere di casa, nelle quali, ad esempio, un alimento come il pane diventa protagonista.
Dalle chips di pane al finocchietto prodotte in proprio alle fette del meraviglioso pane di Matera. Dalla mollica impastata con il peperone crusco di Senise per farcire “a ‘sagn ca’ mddich” , cioè le tripoline, alle polpette di pane più buone dell’universo, morbide e profumate di pomodoro. Sapori netti, riconoscibili, anche nelle tartellette di benvenuto con crema di piselli freschi e peperone crusco.
L’unico appunto ai piatti provati riguarda uno dei primi: le linguine con cozze e purè di fave. Non certo per l‘abbinamento o il gusto complessivo, reso ancora più intenso e verace dallo scalogno bruciato e dall’olio extravergine di oliva squisito, ma non possiamo non bocciare il formato di pasta lungo per un condimento così liquido, laddove avrebbe giovato un bel mischiato da minestra.
Grande cura nell’arredo, dicevamo, dai dettagli alle pareti o sui mobili di famiglia alla presentazione dei piatti, alla cantina fornitissima raccontata da Francesco.
Qui alla Locandiera chi ama il mare è felice anche con un semplice spaghetto alle vongole, chi non riesce a fare a meno della carne gode con il ragù preparato con le braciole di cavallo, servite nel tegamino di coccio. Si deliziano gli appassionati di frattaglie così come i golosi di dolci casalinghi, come la torta di mele.
Insomma, l’ennesima conferma: la Locandiera è davvero una tavola che vale il viaggio, tra le migliori della regione.
La Locandiera
Corso Umberto I, 194
Tel. 0835 543241
Aperto a pranzo e a cena.
Chiuso il martedì (in estate sempre aperto).
Menu degustazione a partire da 25 euro, conto alla carta sui 40.
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