di Phyllis De Stavola
Fine maggio ‘spuzziuliando’ tra Agropoli e Acciaroli
Che sapore ha il Cilento? Senz’altro il sapore del mare che i celebri miti greci e romani, da Ulisse (che nell’Odissea Omero fece navigare lungo le sue coste legato all’albero maestro per ascoltare il canto delle sirene) a Palinuro (timoniere di Enea nell’Eneide di Virgilio) solcarono e che oggi è bandiera blu lungo molti dei suoi tratti. E il sapore della terra, una terra dalla bellezza mediterranea, tanto da essere stata riconosciuta Parco Naturale nel 1991 e Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997.
Nel celeberrimo film del 2010 ‘Benvenuti al Sud’ che ha portato il Cilento, nel salernitano, alla ribalta, la cena sul mare di Santa Maria di Castellabate in onore del nuovo Direttore dell’ufficio postale incomincia con una successione di nomi di succulenti piatti tipici da ‘spuzzuliare’ (mangiare di tutto un po’): ‘frittelle di neonata’ ‘ciamfotta’, ‘acqua cecata’, ‘soppressata’, ‘alici arreganate’, ‘fusilli al raù’, ‘mpetatata e cozze’… Certo per gustare veramente il Cilento un fine settimana non basta, decidiamo così di seguire il suggerimento del film ovvero di ‘spuzziuliare’ il Cilento alla ricerca dei sapori di mare e di terra per la durata di un weekend di fine maggio.
Per incominciare ci siamo diretti subito ad Agnone Montecorice, piccolo tranquillo borgo di pescatori dove alloggiamo nel delizioso B&B Nel Giardino dei Limoni in cui ogni mattina a colazione il titolare Matteo ci fa assaggiare le marmellate da lui prodotte con la frutta del giardino: limoni, pere, prugne, albicocche. Agnone è sede di una Società Cooperativa di Pescatori. Il pesce fresco lo andiamo a cercare in una locanda semplice, la taverna a conduzione familiare La Passolara dove ordiniamo alici marinate, frittura di totani e alici, orata di mare, sauté di cozze. La Passolara, termine in gergo riferito alla pensilina adibita all’essiccamento dei fichi al sole (un’altra peculiarità di questo borgo), si caratterizza per la semplicità nell’arredamento del locale, che fa risaltare il piccolo orto a vista nel quale crescono le piantine di pomodori, melanzane, peperoni, cipolle rosse di Tropea, nespole, viti, sedano, basilico.
A tre chilometri da Agnone Montecorice, all’inizio del lungomare di Acciaroli di Pollica il Ristorante Mediterraneo con la sua struttura in vetro e cemento anni settanta ci consente di pranzare praticamente sopra l’acqua. Ottimo l’antipasto misto in diverse portate anche da condividere, con Insalata di polipo e calamari, Polipo al vapore, Totani, patate e funghi, Totani ripieni con la scarola, Fritturine di calamaretti e peperoni. Ceniamo poi al Ristorante Boccaccio timidamente nascosto dietro le tende sulla stessa via Lungomare, dove l’antipasto misto unisce alla perfezione i sapori del Cilento di mare e di terra: ortaggi appena scottati e stufati, pesce fresco e formaggi sapientemente presentati. L’indomani invece da perfetti villeggianti in costume, optiamo per un pranzo light all’insegna dei sapori di terra al Lido La Lampara sulla spiaggia con una ‘bruschettata’, piatto di bruschette con pomodorini, peperoni rossi, zucchine, alici accompagnate dalla mozzarella di bufala o in alternativa dal fior di latte.
Al volgere della sera, decisi a non perdere il tramonto da Castellabate, la cittadina dove non ‘non si muore’ secondo Gioacchino Murat che vi soggiornò nel novembre 1811, ci dirigiamo verso Piazza San Constabile dalla quale si accede scendendo qualche gradino al Ristorante Cantina Belvedere. Il ristorante è un bel-vedere sia del panorama dalle terrazze esterne e dalle sale interne sia dei piatti ben presentati da acquolina in bocca. Ottima la pezzogna al sale, il tortino di alici, la parmigiana di pesce bandiera, la torta ricotta e prugne. E’ stata d’uopo in seguito una passeggiata digestiva tra le ragnatele di viuzze ed archi del centro storico medioevale fino a raggiungere la centrale piazza rettangolare per una partita a biliardino sulla falsariga del film. Chiudiamo la serata con un caffè al Bar La Piazzetta che nel film era stato allestito a sede dell’ufficio postale.
Ai piedi del Borgo medioevale, è visibile una Torre che faceva parte del complesso militare del Castello dell’Abate e di fronte al quale al Bar Caffetteria Torretta a San Marco di Castellabate abbiamo mangiato un ottimo il gelato artigianale a base di frutta fresca.
Ad Agropoli, dopo l’immancabile passeggiata obbligatoria nel borgo antico fino al Castello, ripassando sotto la porta monumentale d’accesso ripercorriamo nuovamente lo scalone per concederci l’aperitivo in piena movida del centro città. Gli amici del posto ci consigliano di cenare al Ristorante Il Buttero, all’insegna dei soli sapori di terra a base di carne.
L’ultimo giorno, sulla via del rientro facciamo una sosta alla Tenuta Vannulo a Capaccio Paestum per assaggiare il gelato prodotto con il latte di bufala e per l’acquisto delle confezioni take-away di yogurt a base di latte di bufala da 500 grammi. La lunga coda della domenica pomeriggio ne testimonia la qualità, l’assaggio lo attesta. Ultima sosta prima del rientro a casa è infine al Caseificio La Contadina a Battipaglia, se non altro per onorare i richiami nel film ‘Benvenuti al Sud’ alla famosa mozzarella ‘zizzona di Battipaglia’ che il Direttore Colombo, una volta conosciuta ed apprezzata, fa a sua volta assaggiare ai confratelli milanesi dell’Accademia del gorgonzola inneggiando quando ‘caccia ò latt’ (fuoriesce il latticello al taglio). Pezzatura minima da un chilo per un assaggio che esalti le caratteristiche organolettiche del prodotto caseario per eccellenza del salernitano.
Se, come spiega il postino Mattia Volpe (Alessandro Siani) al direttore milanese Alberto Colombo (Claudio Bisio), in napoletano una semplice vocale è spesso una ‘parola fatta’: ricapitolando ‘E’ significa affermativo, ‘I’ andare, ‘O’ avvertimento, il dittongo ‘UA’ stupore… allora diciamo ‘I’ per intendere che il Cilento è una meta dove andare e quanto prima ritornare.
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