di Pasquale Carlo
Arrivati alla struttura alboerghiera Il Molino Una Hotel l’impatto è forte; restiamo particolarmente colpiti dalla grande struttura, l’ex mulino Rummo molto ben ristrutturato. L’idea che subito salta alla mente è quella di ritrovarsi in un ristorante dall’ambiente ingessato. Ma, appena entrati in sala, si è immersi in una cornice finemente elegante, atmosfera piacevole, resa rilassante anche dall’ottimo studio delle luci di cui gode l’ambiente. A fare il resto è l’accoglienza attenta, guidata in sala da Giovanni Guida. In cucina la squadra è sotto il timone di Angelo D’Amico, un sannita autentico, di stoffa, tanto da proporre come appetizer fegato di vitellone con polenta, gustato in questa occasione anche da chi non predilige il sapore estremo del fegato.
A tavola, spulciando le carte, l’aria si è fatta ancora più rilassante. In tre si decide di provare piatti diversi, in modo da avere una bella panoramica. La scelta degli antipasti cade sulle polpette di vitello alla genovese, porri croccanti e vinaigrette al mosto cotto, poi arancini di ricotta, carciofi e stringata e per completare pomodoro e mozzarella. Prevalenza dolce per quanto concerne le polpette, con il piatto che offre un bel gioco di consistenza grazie ai porri serviti in parte croccanti. Straordinariamente freschi ed intensi i cubetti di pomodoro che accompagnano la mozzarella, un boccone che catapulta il palato nel pieno dell’estate, quando le brave massaie preparano le conserve. Gustoso e fragrante l’arancino, una leggerezza che si scioglie in bocca.
Sui primi si decide di spaziare da un piatto di grande tradizione, le candele con il ragù della nonna, a proposte più ricercate come il risotto alla robiola di bufala e barbera del Sannio e i cappelli di caciocavallo pomodorini e basilico. Anche in questo caso la nota a prevalere è stata quella dolce, che nel caso delle candele Angelo è riuscito a far ben amalgamare con il sapore ricco, deciso e sublime tipico di un ragù della domenica. Estremamente delicato, invece, il piatto dei cappelli, con il ripieno che riesce a vellutare l’intero il palato. Ottima cottura per il risotto.
Due proposte di pesce ed una di carne al momento di decidere i secondi. Il piatto meno sannita è stato sicuramente il trancio di spigola con polenta croccante, puntarelle e colatura di alici di Cetara. Di tradizione, invece, il baccalà, che Angelo ha proposto con cipolla fondente e noci. Gustosa ed intensa la guanciola di vitellone bianco brasato con soffice di carote accompagnato dalla bella sorpresa della trippa croccante.
Interessante e ben amalgamato il carrello dei formaggi con la proposta di provolone del Monaco, pecorino laticauda stagionato, formaggio di fossa, caciocavallo podolico e ragusano mentre come formaggio fresco oltre alla ricotta ben figurava la burrata .
Piacevolissimi anche i tre finali proposti da Angelo: babà con crema di vaniglia, fagottino caldo all’amaretto e crema allo Strega e cheescake alla mela annurca.
Gli altri piatti in carta. L’offerta degli antipasti: polenta con broccoli napoletani e scamorza, pesce spada alla pizzaiola con maionese di capperi di Pantelleria, parmigiana di gamberi imperiali di Mazara del Vallo su coulis di pomodoro del piennolo e cannolino di ceci e baccalà in guazzetto di scarola. I primi: frange di pasta alle erbe del Taburno con carapace di astice, lagana con ceci e rosmarino e mezzi paccheri con crema di patate, totani e timo. I secondi: agnello laticauda alla mentuccia, doppia costata di manzo in casseruola e pescato del giorno all’acquapazza. Costo di un pasto: 55-60 euro
La carta de Le Macine propone un menù vegetariano a 35 euro, con pomodoro e mozzarella, taccole del mugnaio con fagioli, polenta croccante con broccoli e tartufi e come dessert il fagottino caldo all’amaretto e salsa allo Strega. Altra proposta è quella dei Percorsi quotidiani, con una selezione in cinque portate al costo di 40 euro. Angelo propone poi tutta la sua filosofia culinaria nella proposta di sette portate a 65 euro. Infine la formula Sciuè Sciuè, che offre a 10 euro la possibilità di abbinare la salsa con pomodorini del piennolo, aglio rosso, alici di Cetara, olive nere e fior di capperi con diversi formati di pasta: mezzi paccheri, mezzo pennone, candele spaghettoni o mafalde.
La carta dei vini è ancora in fase ultimativa, con l’attenzione puntata in particolar modo su Sannio e Campania.
Ristorante Le Macine
UNA Hotel il Molino
Tel. 0824 311213
Via dei Mulini, 48
www.unahotels.it
Sempre aperto, chiuso lunedì.
Conto sui 40 euro
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