di Pasquale Carlo
Neropiana: il nero sta per il colore del vino, rosso violaceo intenso e impenetrabile; il piana sta per il nome della località dove si producono le uve, in tenimento di Telese Terme. Diciamolo subito: non è un caso se il vitigno ‘camaiola’, quello che per oltre un secolo è stato erroneamente accostato nel nome al barbera di origini piemontesi, trova proprio nelle campagne telesine la sua massima diffusione. In particolare nella zona chiamata ‘San Giovanni’, laddove la freschezza dei terreni rappresentano un habitat ideale per questo vitigno che qui venne impiantato in maniera massiccia dai viticoltori – soprattutto quelli castelveneresi – all’alba del Novecento. Un incontro non casuale, tra vitigno e terroir, considerato che le caratteristiche della ‘camaiola’ proteggevano parecchio le vigne dai rischi delle gelate primaverili che, prima degli stravolgimenti meteorologici in atto in questi ultimi decenni, costituivano sicuramente il fattore climatico più avverso per la viticoltura dell’areale telesino-titernino.
Neropiana, etichetta prodotta per la prima volta nella vendemmia 2013, esce sul mercato nella versione Beneventano Igp, prodotto dalla Cantina Morone di Guardia Sanframondi. Una piccola storia di bottiglie ma con una grande tradizione alle spalle. Impegnata in prima fila è Eleonora che, insieme al fratello Giovanni, rappresentano la generazione “moderna” che intende mettere a frutto la sapienza e la maestria accumulata da più generazioni, di cui papà Pasquale, a cui ancora compete il compito di angelo custode delle vigne, rappresenta la perfetta sintesi.
Il vino è frutto di una lavorazione che si discosta dalla tradizione semplicemente perché una parte di esso affina per pochi mesi in barrique, prima di andare ad unirsi alla massa lavorata esclusivamente in acciaio. Questo il percorso che l’enologa Annamaria Della Porta fa seguire ai grappoli che giungono in cantina nel momento ottimale della loro maturazione. Lo avvertiamo perfettamente dal naso che sprigiona il calice: intensa la viola e la rosa, ampio il ventaglio dei piccoli frutti rossi. In bocca, poi, c’è una perfetta corrispondenza, con la piacevolezza affidata alla vivacità acida, con tannini mai sopra le righe. Una riuscitissima interpretazione del vitigno. Rosso dal fascino antico e dal volto moderno, proprio come i vini che tanto si gradiscono oggi. Un vino con una marcia in più, capace di accompagnare in modo egregio la tradizionale cucina campana, che spazia tra pesce e ortaggi, passando per le carni leggere e non abbandonando quasi mai l’utilizzo del pomodoro.
Sede: via Municipio, 189 Guardia Sanframondi – Ettari: 3,5 di proprietà – Bottiglie: 20.000 – Enologa: Annamaria Della Porta – Vitigni: falanghina, fiano, piedirosso, sangiovese, barbera (‘camaiola’)
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